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IL CAPITANO. La bandiera del Casaleone

Corso il girovago
«Tante squadre,
ma il cuore è qui»

Alessandro Corso
Alessandro Corso
Alessandro Corso
Alessandro Corso

La prima stagione da capitano vestendo la maglia del Casaleone. Alessandro Corso, 30 anni, da due anni gioca in prima categoria difendendo i colori della formazione della bassa veronese. Originario di Minerbe, ha mosso proprio lì i primi passi da calciatore. Poi, a causa di qualche problema societario, e dopo aver esordito in Promozione a soli 16 anni, ha girovagato per la provincia. Passato dalla Provese e poi da Monteforte, è a Cologna Veneta che il giovane Corso ha speso la gran parte della sua carriera. «Ho sposato quel progetto ambizioso», dice, «e siamo partiti dalla seconda categoria fino ad arrivare in Promozione». La nuova vita a Casaleone ha portato in dote anche la fascia da capitano. «All’inizio della stagione c’è stato un po’ di rinnovamento. Ci sono tanti ragazzi giovani e un gruppo che vive nel mantovano, mister e staff compresi», aggiunge. A trainare la truppa, nei momenti difficili e in quelli in cui bisogna dare il tutto per tutto, ci sono anche i veterani Luca Pasquali e Alessandro Guerra. «Li conosco da anni, sono delle bandiere. E con loro tiriamo il gruppo», prosegue. E ancora: «Essere capitano è bello e entusiasmante. Ma è anche tosta. Qui a Casaleone c’è davvero un bell’ambiente, la giusta amalgama fra giovani e più esperti». Di ruolo difensore centrale («ho sempre fatto solo quello», confessa con un mezzo sorriso) Corso scatta la fotografia di un campionato che passerà alla storia per diversi motivi. Partiamo da quello sul campo. «Siamo partiti in maniera altalenante», sottolinea parlando di un inizio di stagione non proprio in linea con le aspettative estive. Nel mezzo, a cavallo di Natale, tanti infortuni, compreso lo stiramento che ha costretto il capitano a tenerlo lontano da rettangolo verde per oltre un mese. «Nel girone di ritorno, invece, abbiamo fatto cinque vittorie consecutive. Poi è stato sospeso tutto. C’è rammarico», racconta, «perché adesso veniva il bello e noi eravamo in forma». Poco prima della sosta forzata, infatti, Corso e compagni avevano fermato anche la capolista Chiampo inchiodandola sullo 0-0, in piena lotta per il playoff nel girone B. «L’obiettivo a inizio stagione era di fare un campionato nella parte medio-alta della classifica e quindi di centrare anche i playoff», commenta il capitano. Obiettivo che, quando riprenderanno le contese, non cambierà. Sul tema coronavirus conclude: «Ho sposato da subito l’idea di Damiano Tommasi. È corretto fermarsi anche per rispetto di chi è più debole o ha qualche problema di salute. Non è questo il momento di essere egoisti». •

Nicolò Vincenzi

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