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LA STORIA

Pane, brioche e sorrisi alle Botteghe Riunite

Botteghe Riunite Fernanda, moglie di Stefano Orfeini, con Sara
Botteghe Riunite Fernanda, moglie di Stefano Orfeini, con Sara
Botteghe Riunite Fernanda, moglie di Stefano Orfeini, con Sara
Botteghe Riunite Fernanda, moglie di Stefano Orfeini, con Sara

Più di dieci anni di attività hanno reso Botteghe Riunite di Stefano Orfeini un punto di ritrovo per il quartiere di Santa Croce. Bar, tabaccheria, panificio: il locale, nato nel 2005 ed evolutosi nel 2009, è un riferimento per gli abitanti del quartiere.

Stefano Orfeini, titolare, racconta come è iniziato tutto: «Nel 2005 c’era solo tabaccheria e articoli da giocattoli. Ho iniziato io da solo: ho comprato l’attività e poi, in seguito, ho aperto il bar nel 2009 e da li sono cresciuto». L’evoluzione di Botteghe Riunite passa anche dall’apertura del panificio: «Inizialmente ho aperto il panificio di fronte, poi al bar abbiamo iniziato con le brioche e piano piano con il tempo ci siamo evoluti, e, in seguito, nel 2017, abbiamo deciso di portarlo nello stesso locale per abbattere i costi». Tredici anni di lavoro nel cuore di Santa Croce ma, per Stefano, gli ultimi sono stati i più ostici da affrontare: «Da quando c’è il Covid si lavora di meno, c’è poco da fare», commenta amaramente il titolare, «per esempio, vendevo tante pizzette ai bambini, dopo scuola, come merenda e ora si portano le cose confezionate. Il Covid ci ha tagliando le gambe, poi, fortunatamente, ho una, due, tre quattro attività in un locale e non ho da lamentarmi, però è stata impegnativa».

Il virus ha cambiato l’approccio alla ristorazione: «Una volta le mamme portavano i figli qua, oggi invece hanno ancora paura in tanti, è diverso, il virus ha colpito tante persone e non solo economicamente». Un aspetto su tutti, però, scaccia i fantasmi della pandemia, ovvero l’enorme affetto dei clienti: «I più affezionati non ci hanno fatto mancare l’affetto, i nostri numeri sono belli, però abbiamo sempre cercato di fare il nostro, ci siamo adeguati anche alle richieste del cliente». La quota di punti raggiunta in classifica ha stupito Stefano e la moglie Fernanda, in quanto «non stavo seguendo particolarmente, poi abbiamo visto la classifica e ci siamo resi conto. C’è un cliente che ci sta portando tanti tagliandi. Più di uno, in realtà» prosegue Orfeini, «ci chiedevano informazioni e hanno iniziato a ritagliare. Il locale d’altro canto è particolare, non ci sono tanti tipi del genere e Santa Croce rimane sempre un bel borgo». «I veri punti sono l’affetto dei clienti», esclama Fernanda Tommasi, moglie di Stefano, «La gente ci porta tanti clienti, io non ne ho ritagliato nemmeno uno!». Un amico, in particolare, si preoccupa di rifornire la bottega con quanti più tagliandi possibili, come racconta Orfeini: «Mi ha chiamato qualche giorno fa dicendomi “Dai Stefano, ti porto i punti, ne ho 400 a casa” e non può che farci tantissimo piacere. È senza dubbio una soddisfazione vedere che la gente ti vuole bene dopo tanti anni che frequentano il locale. Amicizia e solidarietà. Questa è la soddisfazione più grande», conclude il titolare, «dopo un periodo del genere, passato con difficoltà, l’affetto dei clienti è impagabile. A tal proposito ci tengo a ringraziare, in particolar modo, Giorgio Andreone e Luisa che ci hanno dato l’input a partecipare».