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LA SFIDA

Laghetto, pane e anima. «Tasse e bollette pesano, ma qui c’è solo amore»

Arrivano in redazione le prime buste con i voti per le attività di Verona e provincia
Al lavoro Il panificio Al Laghetto è un punto di riferimento a MontorioLe protagonista Milena Cacciatori con la figlia Giulia, Irene Scardoni e Ketty Perronato FOTO  MARCHIORI
Al lavoro Il panificio Al Laghetto è un punto di riferimento a MontorioLe protagonista Milena Cacciatori con la figlia Giulia, Irene Scardoni e Ketty Perronato FOTO MARCHIORI
Al lavoro Il panificio Al Laghetto è un punto di riferimento a MontorioLe protagonista Milena Cacciatori con la figlia Giulia, Irene Scardoni e Ketty Perronato FOTO  MARCHIORI
Al lavoro Il panificio Al Laghetto è un punto di riferimento a MontorioLe protagonista Milena Cacciatori con la figlia Giulia, Irene Scardoni e Ketty Perronato FOTO MARCHIORI

Ci sono i negozi nel quartiere e i negozi che al quartiere donano calore e identità. E il panificio Al Laghetto, affacciato sullo specchio d'acqua di Montorio, è tra questi. A pensarla così è la signora Maria, 87 primavere, che per candidare il panificio al concorso de L'Arena "Il locale dell'anno" ha preso carta e penna e scritto una lettera. «Il loro negozio ha una luce magica, sono poche ormai le persone al mondo così. Ma per fortuna su questa terra esistono ancora degli angeli. E per me loro lo sono». Milena Cacciatori, la titolare, Irene Scardoni e Ketty Ferronato. Questi i nomi di chi, scrive la signora Maria, «durante questa pandemia ha aiutato tantissime persone, anche senza saperlo a volte. Oltre al loro lavoro nel negozio, si sono sempre date da fare per aiutare tante persone che avevano bisogno». «Queste parole ci riempiono il cuore», racconta commossa Milena, 45 anni. Un passato come commessa proprio nello stesso panificio e poi nel settembre 2005 l'acquisto dell'attività: «È sempre stato il mio desiderio più grande avere un panificio e per me il Laghetto è magico. Sono partita da zero, qualche cesta per il pane e un banco. Per questo so bene cosa vuol dire essere fare fatica. La faccio tutt'ora, tra tasse e bollette, ma sono la donna più felice del mondo perché ho l'amore della mia famiglia e di quella del Laghetto. Clienti compresi. Non saprei immaginare altro posto dove stare». E a comporre il trio tutto al femminile del negozio sono Irene e Ketty. Quest'ultima, 52 anni, non è un volto nuovo in fatto di concorsi, avendo partecipato alla "Commessa dell'anno". Un passato come segretaria in un ufficio legale e poi l'arrivo di un male improvviso che è riuscita però con tanta grinta a sconfiggere.Irene, che di anni ne ha 40, era invece proprietaria di una latteria a Quinto di Valpantena che ha venduto due anni fa. Arrivate entrambe al panificio nel periodo precedente al lockdown, raccontano di non volersene più andare perché, spiega Irene, «questa è casa nostra». Dietro il bancone poi anche una piccola aiutante speciale, Giulia, 11 anni e figlia di Milena e del marito Claudio. Anche il papà però non è da meno. Punto fermo della bottega, sempre pronto a regalare un sorriso. È proprio durante il lockdown che le tre donne hanno mostrato nuovamente il loro amore per il quartiere. «Abbiamo cercato di aiutare il più possibile - racconta Milena con gli occhi lucidi - la gente ci chiamava per preparargli e portargli la spesa perché impossibilitati, anche prima della pandemia. Tanti sono anziani soli. Spesso andavamo avanti oltre il nostro orario di lavoro e qualche volta capitava che allungassi il giro per andare anche dal fruttivendolo, in edicola o in farmacia. Molta gente poi fa fatica ad arrivare a fine mese e ci capita di portare un po' di spesa senza chiedere nulla». Irene la guarda raccontare e con un sorriso spiega: «Lei è proprio così». «Tutte e tre lo siamo!», ribatte Milena sorridendo a sua volta. «È la nostra paladina della giustizia, la chiamiamo così - continua Irene - Se sa che qualcuno è in difficoltà prepara un cestino della spesa o raccoglie fondi». «Lo dico sempre, se vinco due milioni al gratta e vinci resto comunque povera», dice ridendo Milena. «Questo è lo spirito del nostro negozio - racconta Ketty - aiutare gli altri e aiutarci tra di noi. Quello con loro è un rapporto che va oltre l'essere colleghe. Siamo sorelle, non potrei chiedere di più». Tante le cose da fare in un panificio. Impastare le pizze, preparare gli gnocchi e i dolci ma, dice Irene: «La mattina non mi alzo pensando di andare al lavoro ma di andare a stare in famiglia». .

Francesca Maria Chiamenti