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Il concorso

La scommessa del Bugi: vini, gin e piatti tipici sognando la Belle Epoque

In famiglia La titolare Maria Fattore con  il marito Roberto e la figlia Mila
In famiglia La titolare Maria Fattore con il marito Roberto e la figlia Mila
In famiglia La titolare Maria Fattore con  il marito Roberto e la figlia Mila
In famiglia La titolare Maria Fattore con il marito Roberto e la figlia Mila

Tradizione che abbraccia storia e arte, per un’idea di locale poliedrico. C’è questo e molto altro dietro il concetto di ristorazione di Franca Fattori, titolare de Il Bugi La Belle Epoque, locale di Soave che spazia dalla cucina tipica veneta all’arte, passando per una vasta selezione di vini. Non è la prima esperienza imprenditoriale per Franca, come spiega il marito Roberto: «Mia moglie viene da un agriturismo di famiglia in cui ha lavorato per circa vent’anni. Poi ha avuto un negozio a Soave mentre io avevo una bottiglieria, il primo locale».

L’idea di dedicare un progetto insieme volto alla ristorazione arriva dai clienti: «Lavorando nella bottiglieria ci chiedevano spesso dove potessero mangiare, così abbiamo deciso di prendere un locale vuoto e abbiamo aperto prima Bacco per Bacco, poi abbiamo venduto la bottiglieria per aprire il Bugi due anni fa e adesso ne abbiamo un’altra poco più avanti».

 

Una scommessa importante

Aprire il locale, sostiene il titolare, è stata una «scommessa importante, perché negli ultimi vent’anni era chiuso. Era il locale più famoso nell’est veronese perché ci ha cantato anche Renato Zero», prosegue, «poi è rimasto chiuso per 20 anni e noi l’abbiamo trovato in condizioni molto disagiate. In 3-4 mesi l’abbiamo sistemato con molta parte nostra e il 9 febbraio di due anni fa c’è stata l'inaugurazione con Umberto Smaila. Il Bugi è un locale poliedrico: ristorante, enoteca, gintoneria».

Il nome, spiega Roberto, deriva dal ballo: «Si chiamava Boogey, come la danza. È stato il primo locale a mettere le bollicine in tutta la vallata. Era su due piani, adesso stiamo cercando anche noi di implementare il locale con la sala sopra. Vengono tanti turisti solitamente, ma nel fine settimana anche parecchi dal centro di Verona». Locale che prende la nomea di “affaccio su Venezia” per il fascino dei dipinti storici, dei lampadari e dell’arredamento novecentesco. Il menù riprende l’estetica, con una vasta scelta di piatti tipici del territorio veneto: «Cose comunque semplici», spiega, «c’è scelta dalla carne, alla polenta, al baccalà, ai primi, come i risotti. Abbiamo anche una buona referenza di vini».

 

Un sorprendente secondo posto

La seconda, momentanea posizione in classifica a quota 6.075 punti è stata una piacevole sorpresa per i ristoratori: «Non lo sapevamo neanche», racconta Roberto, «ce ne siamo accorti giovedì perché un familiare ci ha mandato la foto dell’articolo tramite whatsapp, sapevamo che L’Arena si occupava di queste cose ma francamente abbiamo saputo di essere coinvolti solo qualche giorno fa, non abbiamo spedito tagliandi ma ci da tanta soddisfazione sapere che qualcuno abbia pensato a noi, fa davvero molto piacere. Ero a conoscenza che il quotidiano promuovesse questi format», conclude, «perché un bar vicino a noi ha partecipato a un’iniziativa in passato». 

Andrea Marchiori