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Il dibattito a Casa Athesis

«Messi male? No, siamo messi malissimo» Il grido d'aiuto degli agricoltori veneti

Casa Athesis
Casa Athesis
La fotografia dell'agricoltura veronese

«Siamo messi male, malissimo». Un grido di dolore, l'ennesimo, è stato lanciato ieri dai vertici delle associazioni di categoria.

L'occasione è stato il confronto organizzato a Casa Athesis, all'interno di Fieragricola 2020, al quale sono intervenuti il presidente Coldiretti Verona e Veneto Daniele Salvagno, quello di Confagricoltura Verona Paolo Ferrarese, Gianmichele Passarini , alla guida di Cia Veneto e Alberto Negro, commissario di Veneto Agricoltura.

 

Agricoltura Veneto

 

Si è partito proprio dai dati snocciolati da quest'ultimo e già illustrati dall'ente della Regione Veneto durante la manifestazione: «Nei primi nove mesi del 2019», ha detto Negro, il comparto primario ha registrato un calo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente dell'8%. Dalle piogge di maggio agli effetti causati della cimice asiatica, tanti gli elementi che hanno contribuito a far crollare la produzione in Veneto».

E anche quella veronese, come ha sottolineato Ferrarese, che pur citando l'annata buona del riso e dell'avicoltura, si è soffermato sui settori più in sofferenza, «l'oliva, la frutticoltura, i cereale».

«Le annate agrarie sono ormai un terno al lotto», ha aggiunto Passarini, «dobbiamo adeguarci al cambiamento climatico con un approccio giusto e con gli strumenti corretti: la Pac sarà fortemente condizionata dal Green New Deal, non sappiamo qualche impatto avrà sulle nostre produzioni tipiche».

E riguardo l'Ue, Salvagno ha aggiunto; «Dobbiamo essere nelle condizioni di competere con i Paesi membri vicini a noi che lavorano però in condizioni diverse e vengono a farci concorrenza». Un aiuto tuttavia può arrivare dalle tecnologie.

 

«Noi», ha detto Negro di Veneto Agricoltura ci occupiamo di sperimentazione, «ma mi chiedo se pi ci sono le condizioni per applicarla. Nelle strategie future servirebbe una maggiore aggregazione, in modo che ci sia una capacità finanziaria che permetta di recepire nuove tecnologie».

Francesca Lorandi

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