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La kermesse in Arena

Buffa porta in scena
Michael Jordan

Stefano Bollani
Stefano Bollani
Stefano Bollani
Stefano Bollani

Appuntamenti unici al centro dell’anfiteatro. L’Arena diventa agorà in una versione originale e irripetibile per ospitare grandi personaggi del mondo della letteratura, dell’arte, della musica e dellp spettacolo. Si alza il sipario l’11 settembre con Alessandro Baricco, si chiude il 19 con Alessio Boni e il suo gioco della seduzione.

 

Venerdì 11 settembre, 18.30

 

ALESSANDRO BARICCO: Sul tempo e sull’amore. «Senza fretta ma senza tregua». L’amore non lascia il tempo che trova. Innalza balconi, si sporge dagli spalti dell’eterno assedio. Scherza col fuoco della memoria, si consuma nell’attesa di una fortunosa sortita. Giulietta, Rossana, Anna, Elena. Il passato di un’illusione a scalfire l’inesorabile presente.

 

Venerdì 11 settembre, 21.30

 

MOGOL: Un angelo caduto in volo. La poesia non cerca seguaci, cerca amanti.Le metafore memorabili delle emozioni. Il tono di un mondo stonato. La strabiliante svolta della canzone. Ogni poeta ha un cantore, a volte un cantautore. «Quante le strade che un uomo farà e quando fermarsi potrà?». «Lo scopriremo solo vivendo». Al pianoforte Gioni Barbera .

 

Sabato 12 settembre, 21.30

 

EDOARDO BENNATO: La bellezza del rock. L’ironia incrocia il rock e inventa capolavori. L’arguzia nasce adulta, il sentimento è un fanciullo che non cresce mai. Sull’Isola l’uncino graffia il tempo al ritmo di un ritornello assassino. L’attrattiva fatale di burattini, pirati e fate. Un riff perfetto spettina la notte magica in Arena. «Meno male che adesso non c’è Nerone».

BE BAND Giuseppe Scarpato chitarre, Raffaele Lopez tastiere, Gennaro Porcelli chitarre, Arduino Lopez basso, Roberto Perrone batteria.

 

Domenica 13 settembre, 18.30

 

MASSIMO RECALCATI: Un sogno chiamato desiderio Somnium, ergo spero. Oltre il confine della veglia, la volatilità rivelatrice. Nel fraintendimento, l’espressione di una volontà. Illeggibile, inappropriabile, indecifrabile, inaggirabile. «L’amore è il passo più vicino alla psicosi».

 

Domenica 13 settembre, 21.30

 

MORGAN e VITTORIO SGARBI :Il velluto sotterraneo dell’Eros «Credo nelle luci basse e negli specchi compiacenti». Il ritmo martellante dell’apparenza s’insinua nella percezione. Contro la monotonia del bello, vendere atmosfera. Lou Reed e Andy Warhol. La nonchalance aggressiva che spettina le regole della brillantina; la connessione ambigua del tratto plastico che si traveste in musica. Un’aura mossa e distesa.

 

Lunedì 14 settembre, 18.30

 

PHILIPPE DAVERIO: Klimt, Schiele, Schoenberg L’Austria Felix edonista e solenne tra ori, accordi e disaccordi. Linee sinuose espandono l’eros da Café e salotti, una varietà di pensieri mai ascoltati accolgono con disincanto il finimondo. Dal Fregio inquietante l’emblema dell’eroe romantico sfuma nella dissonanza dietro l’angolo. Gli eleganti sconvolgimenti di una civiltà che esportava estetica come materia prima.

 

Lunedì 14 settembre, 21.30

 

FEDERICO BUFFA E FLAVIO TRANQUILLO: Michael Jordan the Last Air Dance L’eroe è un danzatore acrobatico sul ritmo ipnotico di un palleggio. L’ossessione per la perfezione, l’estetica della vittoria. La rappresentazione filmica di una squadra epica alla sua ultima recita. L’epopea di un’icona che sorvola la gloria, lo sport tra settima e ottava arte.

 

Martedì 15 settembre, 18.30

 

UMBERTO GALIMBERTI: I greci, l’anima e l’amore Il paradosso del filosofo dinanzi al dio maggiore: Eros. Trovare le parole per definirlo razionalmente, ritrovarsi in mano il suono della poesia. Il desiderio non possiede che la mancanza. Il rincorrersi delle metà per un’eccedenza sempre incompiuta.

 

Martedì 15 settembre 21.30

 

GIOELE DIX: L’Eros tra testo e pretesto Pene d’amor trovate. Tra le pieghe della letteratura, tra le quinte dei teatri, l’equivoco amoroso nella parola che allude e seduce. Sottintesi, ammiccamenti, inamovibili volubilità. Vaudeville di un dramma borghese tradotto in farsa. Nell’ambiguità dei sentimenti il paradosso della vita.

 

Mercoledì 16 settembre, 18.30

 

MASSIMO CACCIARI : Philo-sophia e Eros-sophia Il filosofo, uomo erotico, all’inseguimento della divinità gnostica. Se la filosofia promette sapere, cosa promette amore? Eros ed eremia, scacco nella dimensione senza dimora. L’impossibile pace tra fare e soddisfare. L’abbraccio di pathos e logos nello smarrimento. L’interrogativo su un nome sconosciuto che muta il nostro.

 

Mercoledì 16 settembre, 21.30

 

STEFANO BOLLANI: Piano solo Eros e bellezza Rosse note su tasti in bianco e nero. Funambolismo tra i generi, charme sui generis. Armonia svela le sensuali vibrazioni di Psiche. «La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori».

 

Venerdì 18 settembre, 21.30

 

ALESSANDRO BARICCO CON GLORIA CAMPANER E ORCHESTRA CANOVA : Beethoven, l’eccesso e il sublime «Catturerò il destino afferrandolo per il collo». Un ritmo tellurico, implacabile, disintegra il Minuetto e azzarda lo Swing. Incipit memorabili innescano architetture metafisiche. Linea spezzata da Bach a Schönberg, il contrappunto si dissolve in cluster armonici. Imprescindibile. Assoluto. Una forza dirompente plasma la materia sonora. E non solo Rivive il Dio di Michelangelo über alles. «La musica è la mediatrice tra la vita spirituale e la vita sensuale».

 

Sabato 19 settembre, 18.30

 

VITTORIO SGARBI: Modì e la Parigi della Belle Époque «La felicità è un angelo dal volto serio». La cartamoneta dell’artista: il ritratto. I liquidi occhi di Jeanne, le forme di Kiki, le distorsioni oblunghe di Soutine. «Il futuro dell’arte si trova nel viso di una donna – Picasso, come si fa l’amore con un cubo?». Vita, morte e miracoli d’un pittore scultore benedetto tra gli artisti maledetti. Il seduttore che spogliava l’anima.

 

Sabato 19 settembre, 21.30

 

ALESSIO BONI: Il gioco drammatico della seduzione L’eros è una recita in cui tutti i ruoli si scambiano. Il gioco delle parti è dalla parte del gioco. Possedere è interpretare, interpretare è possedere. Si accetta il rischio di mostrare ciò che si nasconde. Il rendez vous travestito da commiato, il commiato da nuovo rendez vous. L’attore si insinua nell’ambivalenza della finzione per evidenziarne l’autenticità.

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