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SORPRESA IN CENTRO

Sciame di api
«atterra» davanti
a Castelvecchio

Probabilmente regina e operaie erano in fuga dopo aver subito un trattamento contro i parassiti
Lo sciame di api «atterrato» davanti a Castelvecchio FOTO MARCHIORI
Lo sciame di api «atterrato» davanti a Castelvecchio FOTO MARCHIORI
Lo sciame di api «atterrato» davanti a Castelvecchio FOTO MARCHIORI
Lo sciame di api «atterrato» davanti a Castelvecchio FOTO MARCHIORI

Un tappeto di api di circa due metri si è steso di fronte a Castelvecchio nel primo pomeriggio di ieri. Infastidite probabilmente da qualche trattamento contro i parassiti, i piccoli insetti devono avere abbandonato un tetto del centro città per sparpagliarsi su corso Cavour, provocando un misto di curiosità e paura tra i passanti. Verso le 16, chiamato dai vigli, è arrivato sul posto l'appassionato di apicoltura, Giacomo Venturelli, che ha abilmente radunato le api su un cartone, caricato poi in auto per proporre una nuova dimora alle produttrici di miele in aperta campagna. «In questo periodo prende piede il varroa, un acaro parassita che attacca le api e, di conseguenza, per debellarlo vengono fatti i trattamenti», spiega l'esperto mentre con un pezzetto di cartone, invita gli insetti gialli e neri che gironzolano ancora in strada a radunarsi intorno all'ape regina, individuata e infilata in una rete da patate per non farla allontanare nuovamente. «Purtroppo gli stessi trattamenti, se non sono ben dosati, si rivelano parecchio fastidiosi anche per le stesse api che lasciano quindi l'alveare e ricercano un'aria diversa». Gli insetti di cui si teme sempre più l'estinzione, nelle città italiane, e in particolare nei centri storici, non sono però particolarmente ben accetti, e a ogni avvistamento scatta quindi l'allarme. «In Gran Bretagna la presenza delle api, anche in città, è ben tollerata e persino promossa per una questione ambientale», insiste Venturelli. «Si tratta di insetti che non fanno male a nessuno e che non si avvicinano per pungere. Purtroppo la presenza di acari come il verroa ne sta accorciando sempre più l'esistenza. Prolifera in mezzo alle covate e ne stermina grandi quantità». Poco dopo le 15 l'apicoltore di passione ha lasciato in auto l'area delimitata dagli agenti della municipale con un nastro rosso e bianco portando con se lo sciame. «Ho sempre con me le casette e le attrezzature adeguate, ma fatalità ho svuotato la macchina in questi giorni», confessa. Ma poco importa. Una volta raggruppatesi intorno all'ape regina le piccole operaie restano tranquille pure su un cartone. La cosa più ostica, in effetti, è stata proprio il convincerle tutte ad abbandonare il porfido di fronte a Castelvecchio dove per un'oretta continuavano a sentire, disorientate, l'odore della loro regina.

Chiara Bazzanella

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