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Il paradosso Verona e scouting disperato «Oggi non riusciamo a trovare personale»

C’è un paradosso Verona ed è quello ancora una volta legato al lavoro. E cioè: la richiesta di lavoro, soprattutto nell’ambito del turismo, è alta ma non si trova «forza lavoro», manca personale. Argomento delicato toccato da Marta Ugolini, assessore del Comune di Verona per il turismo, rapporti con l’Unesco e cultura, e Ivan De Beni, presidente Federalberghi Garda Veneto. E proprio De Beni evidenzia la portata che questo paradosso ha sul territorio scaligero: «Lo stiamo vivendo un po’ inaspettatamente. Siamo sempre stati molto attenti alle riaperture negli ultimi due, tre anni, ma non pensavamo di non avere il personale. Quello, infatti, non è stato un argomento di cui eravamo molto preoccupati». Il motivo è evidente e il presidente di Federalberghi Garda Veneto aggiunge: «La situazione è stata tragica sotto questo punto di vista. E ce ne siamo accorti l’anno scorso con una prima stagione normale postcovid, in molti sono rimasti a corto di personale». Le soluzioni, allora, ma non è detto che questo possa risuccedere anche per la stagione ormai alle porte, avevano comportato chiusure parziali: «C’è chi», precisa De Beni, «ha anche dovuto tenere piani e camere chiuse perché non si riusciva a fare le pulizie. Anche per i coperti e servizi ci sono state questa difficoltà, così come nei ristoranti». Ma c’è anche un’altra problematica, ad essa legata, e inquietante: l’effetto scouting esasperato. «Si nota sempre di più», precisa il presidente dei Federalberghi Garda Veneto «che tra colleghi ci si “ruba“ la forza lavoro. È un fenomeno che deve essere subito bloccato», ma che dà in tutto e per tutto la misura di quanto sta accadendo. Ma se da un lato la richiesta è ampia come mai i giovani, e più in generale la forza lavoro, fanno fatica ad avvicinarsi a quel mondo? «La crisi», spiega l’assessore Ugolini, «può anche essere un motore per fare un salto di qualità. I posti di lavoro che presuppongono un contatto con i turisti ci sono, ma questo vuol anche dire lavorare quando gli altri si divertono. E non va sottovalutato. Le aziende devono capire che non c’è solo il momento del colloquio, è importante costruire un percorso di carriera. Ai giovani, anche per avvicinarli a certi mestieri, serve una prospettiva. Non si parla solamente di stipendio, pure di tutto quello che al lavoro è collegato per renderlo più appetibile. Penso alle abitazioni di chi lavora in posti in cui gli affitti costano molto, ecco lì serve una spinta delle aziende per fare dei percorsi che vadano incontro ai giovani». Riccardo Borghero, segretario generale della Camera di commercio di Verona, prende in considerazione un altro punto di vista partendo dal progetto nato un anno fa di Destination Verona & Garda Foundation: «Oltre alla Camera di commercio l’iniziativa mette insieme 65 Comuni di Verona ed ha il compito di coordinare i processi di promozione, assistenza, destagionalizzazione e l’incontro di domanda e offerta. Ma serve anche per poter garantire presenze turistiche che vadano al di là della città e del lago di Garda. Sfruttando tutto il terri
torio veronese». È poi ancora De Beni a specificare quali potrebbero essere gli strumenti per poter superare questo paradosso Verona: «Per forza di cose è cambiato l’approccio di chi si immette nel mondo del lavoro, ma anche l’attività nostra, degli imprenditori, deve cambiare. Ci sono stati tanti fattori che hanno portato a questa situazione e perciò deve modificarsi, da parte del datore, il modo in cui il lavoratore viene avvicinato. Si deve parlare di diritti e ambiente di lavoro più dignitoso. Incentivarlo con nuove proposte e non mi riferisco solamente alla retribuzione, ma anche ai corsi di formazioni e ai benefit per la salute». «Mancano», e conclude, «figure specializzate: sarà la grande sfida del futuro e sarà della generazione Z. Tante nuove professioni saranno legate al turismo sostenibile. Così come già succede nel nord Europa: viaggiare senza rovinare l’ambiente. In Italia, in questo senso, siamo un po’ indietro».