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I nuovi mestieri green tra agritate, estetiste e wedding planner

Giovani, sempre più giovani. Nel Veneto l’8 per cento delle 83mila aziende agricole esistenti sono condotte da giovani. È un dato Istat che ci dice come nella nostra regione siano già al lavoro parecchi under 35 che vedono nell’agricoltura una prospettiva occupazionale per le nuove le generazioni. Ma le prospettive non sono solo per chi vuole cimentarsi con l’impresa, lo sono anche per coloro che guardano al lavoro dipendente.
Sono parole del presidente della Regione del Veneto Luca Zaia che da una regione dove il richiamo del lavoro in campagna è sempre stato presente ne vede una sua attualizzazione in grado di attrarre ulteriormente i giovani offrendo prospettive da considerare. Lo fa sulla scorta dei dati di Coldiretti che riportano come lo scorso anno sono state un milione di persone a trovare un’opportunità lavorativa nell’agricoltura.

Quanti giovani «Di queste, il 32 per cento ha meno di 35 anni – sottolinea il Governatore veneto - pur di fronte a contrazioni del settore, è segno che le occasioni sono favorevoli, tutti sono pronti a coglierle al momento giusto. E lo sono in tutto il Paese. L’agricoltura oggi è un settore che non ha nulla da invidiare ad altri altamente specializzati e tecnologicizzati. Comporta certamente fatica e ancora sacrifici, ma ha come protagonisti veri professionisti che ogni giorno si misurano con tecnologia e informatica. Pensiamo solo a come sono organizzate oggi le coltivazioni, gli allevamenti, le produzioni agroalimentari, le stesse previsioni degli eventi atmosferici. È un mondo che i nostri nonni non riconoscerebbero. Sono certo che i giovani sono consapevoli di questo – conclude il presidente del Veneto Luca Zaia - per definizione sono i portatori di idee nuove e sanno guardare al mondo dell’agricoltura non solo per lo specifico impiego ma anche per le occasioni che riserva come indotto. Oggi, infatti, lavorare in agricoltura significa anche occuparsi di agriturismo, fattorie didattiche, guide esperienziali, ricerche enogastronomiche. Il lavoro in campagna è un vaso di pandora in positivo, una volta scoperto è un’esplosione di occasioni».
Intanto le campagne risultano completamente rivoluzionate. Le nuove idee imprenditoriali vanno lette in chiave innovativa e questa rinnovata sensibilità ambientale spinge molti giovani ad occuparsi di attività sostenibili come sottolinea Cliclavoro, il portale del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. C’è chi è impegnato a salvaguardare piante a rischio estinzione, chi dagli scarti recupera energia, chi dalla lana di pecora ricava pareti di bioedilizia o riveste i mobili con pale di fichi, chi realizza tabacchiere con la buccia di bergamotto, chi intarsia frutta e ortaggi. Ritornano di moda vecchie arti e mestieri come le filandaie che allevano il baco da seta, il canestraio e il carbonaio. L’elemento agreste, unito ad una buona dose d’inventiva crea possibilità di guadagno per i dottori della terra. Così sono nate nuove professioni nel settore agricolo tra cui l’agristilista, l’agritata, agriestetista, l’agriwedding planner.

Dall’agristilista all’agriestetista Bellezza e salute, stile ed estetica acquistano una nuova veste sempre più agreste e bio. Sono le nuove esperienze in campagna che hanno dato linfa alla cosmesi naturale, aprendo a nuove strade del commercio. Chi decide d’investire nel settore va alla ricerca di stelle alpine o di arnica. Ritorna in voga il latte d’asina così amato dall’imperatrice romana Poppea, la vite e l’olio d’oliva che grazie al suo alto contenuto di vitamina E diventa portentoso se adoperato in sedute di agriwellness. In voga anche i cosmetici anti-age allo spumante, dalla crema anti-età al trattamento per il corpo, che grazie all’evanescenza ed effervescenza dovuta alle bollicine ossigenano la pelle a lungo depurandola e rendendola luminosa. Nascono così le farmbeauty e la nuova professione di agriestetista che adopera a fini estetici prodotti realizzati secondo i principi della cosmesi naturale. Piante, frutta e ortaggi non sono solo alla base dei nuovi prodotti usati in estetica, diventano anche la materia prima per i nuovi stilisti. La moda diventa per così dire green, e l’agristilista è il nuovo tecnico che crea colorazioni anallergiche e tessuti adoperando filati con ortica, canapa o soia. Tutto sembra cambiare in poco tempo alla ricerca di una transizione ecologica che, partita dai paesi del Nord Europa, sta coinvolgendo anche l’Italia. Nasce una moda sempre più sostenibile che spesso e volentieri riusa gli scarti. All’insegna del green. Lo stilista che oggi punta non solo sulla bellezza ma anche sull’ecologia, amalgamando insieme natura e moda, mira al successo.

Con i bambini Il ritorno all’agricoltura fa riscoprire alcuni valori legati al mondo agricolo, prima fra tutti quello familiare. Ecco perché tra le professioni più in auge legate al settore vi è quella dell’agritata, una figura a metà tra l’educatore e “la massaia”. Il lavoro dell’agritata si svolge nella propria casa all’interno di un’azienda agricola dove si prende cura degli infanti. I bambini avranno la possibilità di crescere in un ambiente sano, fondato sui valori della famiglia. Accolti in un contesto rurale, potranno sperimentare il contatto con la natura. Impareranno ad annaffiare le piante, a raccogliere la frutta, a dare da mangiare agli animali. In casa, parteciperanno alle attività domestiche tra cui preparare pane e biscotti. Molta cura sarà data all’alimentazione dove i più piccoli saranno nutriti con prodotti genuini e stagionali raccolti nell’orto. Un servizio di agritata efficiente si baserà sul rispetto dei tempi del bambino e farà in modo che possa sviluppare le sue unicità. L’attenzione riservata al bambino ricalca quello che potrebbe avere in un contesto familiare, del resto un agritata non può occuparsi più di cinque bambini, e il fatto che non tutti abbiano la stessa età fa sì che i più piccoli possano imparare dai più grandi.

Matrimoni nella natura Come sbarcare il lunario come wedding planner? Specializzandosi in un settore che negli ultimi tempi sta dando buoni segnali, come quello di organizzare matrimoni in campagna. Chi ricorre ad un agriwedding planner sta cercano un professionista in grado di organizzare al meglio il proprio matrimonio, ama i festeggiamenti rurali ma sta cercando anche il modo di risparmiare optando per un matrimonio che si svolgerà in luogo che per antonomasia è poco dispendioso: l’agriturismo. L’agriwedding planner avrà il compito di organizzare un agrimatrimonio scegliendo soluzioni ecocompatibili, a partire dagli addobbi floreali al comune o in chiesa, al pranzo nuziale con la scelta di un buon menù a kilometro zero, al picnic nel prato per intrattenere i bambini. Concesse anche bomboniere gastronomiche realizzate con prodotti del territorio come bottiglie di olio d’oliva, vasetti di marmellata e confetture o confezioni di lenticchie perché il giorno più bello sia anche il più possibile salutare. Magari l’occasione è ghiotta per degustare un energy drink contadino, bevanda naturale realizzata o con un’antica ricetta dei Maya o con microalghe coltivatead hoc. Tra le bevande che potrebbero mandare in visibilio gli sposi lo spritz al miele, ancor prima della fatidica luna, mentre gli ospiti potrebbero brindare con un’agribirra, prodotta con ricetta segreta dai nuovi agricoltori. E se gli agrimatrimoni sono in crescita perché a portata di ogni budget, perché non approfittare della multifunzionalità dell’impresa agricola per accrescere il proprio ambito di attività?