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«Entro il 2038 potranno mancare migliaia di lavoratori». La Cisl lancia l’allarme

Il segretario della Cisl Verona, Giampaolo Veghini, presenta a New Job 2023 la ricerca sul ricambio generazionale nel mondo del lavoro
Il segretario della Cisl Verona, Giampaolo Veghini, presenta a New Job 2023 la ricerca sul ricambio generazionale nel mondo del lavoro
Il segretario della Cisl Verona, Giampaolo Veghini, presenta a New Job 2023 la ricerca sul ricambio generazionale nel mondo del lavoro
Il segretario della Cisl Verona, Giampaolo Veghini, presenta a New Job 2023 la ricerca sul ricambio generazionale nel mondo del lavoro

Il ricambio generazionale che preoccupa. I dati Cisl sono allarmanti: nei prossimi cinque anni - certo, sono proiezioni ma comunque rendono l’idea - a Verona mancheranno oltre tredicimila lavoratori. E cioè: quelli che vengono definiti «potenziali lavoratori» saranno molti meno rispetto a chi, invece, andrà in pensione.
Il saldo negativo di tredicimila, infatti, è dato da chi entrerà nel mondo del lavoro (55mila) e chi invece nell’arco di questi cinque anni uscirà dal circuito, 68mila persone.
L’andamento di questo ricambio non è per nulla confortante. Se l’analisi viene ampliata sui dieci anni, prendendo quindi il 2033 come data per capire come sarà il ricambio occupazionale a Verona, emerge che la differenza fra entra e uscita sarà di 40mila unità. E ancora: nel 2038, quindi una previsione da qui a quindici anni, il saldo negativo sarà di 78mila unità. Chi si affaccerà al mondo del lavoro (l’analisi prende in considerazione persone dai 3 ai 18 anni) saranno appena 137mila a fronte di chi andrà in pensione: 216mila persone.
La ricerca della Cisl, che riguarda esclusivamente Verona e la sua provincia, si basa su elaborazioni di Demo Istat.
Giampaolo Veghini, segretario generale di Cisl Verona spiega: «Si andrà incontro ad un vortice perché ci sarà richiesta, ma quelle che mancheranno saranno proprio le persone. Il gap tra ingresso e uscita nel mondo del lavoro sarà sempre più ampio. Questo è quello che ad oggi ci dicono i numeri».
Se si va dunque ancora più nello specifico si vede come nel 2038, tenendo conto del tasso di occupazione che per la previsione viene lasciato fisso a come lo troviamo oggi, e quindi al 68,3 per cento nella fascia d’età che va dai 15 ai 64 anni (il dato è quello del 2022), mancheranno di fatto 53mila lavoratori.
«È un dato sicuramente allarmante», prosegue Veghini, «un dato che già oggi ci deve far riflettere per cercare di capire come si deve agire. Lo si deve fare tutti insieme».
Dato demografico La ricerca condotta dalla Cisl, però, parte anche da un altro assunto ed è quello del dato demografico a Verona e provincia. È da lì, infatti, che si possono fare altri ragionamenti legati (anche) al mondo del lavoro.
La popolazione scaligera, infatti, dal 1982 ad oggi, è sempre cresciuta. Le cifre di partenza sono appunto quelle di una quarantina d’anni fa. Allora la popolazione era di 775mila persone così divise: 158mila under 14; 513mila la fascia che va dai 15 ai 64 anni di età (e dunque in età lavorativa) e infine 103mila, ovvero gli over 65. Da quel momento si fanno calcoli ogni decade. Nel 1992, dunque, la popolazione era aumentata di «appena» 13mila unità, toccando quota 788mila.
Nel 2002, invece, si è arrivati a 826mila persone, ma è dal calcolo successivo, quello del 2012, che si nota in maniera ancora più imponente l’ascesa. In questi 41 anni, infatti, la popolazione veronese ha segnato un aumento di 150mila residenti.
Nel 2012 a Verona e provincia abitavano 909mila persone che poi sono diventate 923mila quest’anno. Scomponendo ancora una volta per fasce d’età si vede che gli under 14 sono drasticamente diminuiti (ora sono 121mila, ma come detto negli anni Ottanta si arrivava anche a sfiorare i 160mila) mentre la fascia compresa fra i 15 e i 64 conta 590mila persone. Gli over 65, 211mila. A questo punto però si deve fare anche una previsione. Fra meno di dieci anni, nel 2031, la situazione sarà questa: gli under 14 saranno 111mila (10mila in meno rispetto ad oggi); tra i 15 e i 64 579mila, ma la porzione over 65 ad implemtare molto. Si passerà dai 211mila di adesso a 250mila.
«In quarantanni», evidenzia Veghini, «la fascia d’età under 15 è diminuita, quella tra i 15 e i 64 è aumentata e quella over 65 è di fatto raddoppiata». E ancora: «A livello percentuale gli over 65 sono passati dal 13,3 del 1982 al 22,9 nel 2023. La stima da qui a dieci anni, dunque, è che più di un residente su quattro, circa il 26 per cento, in provincia di Verona avrà più di 65 anni. Si dimezzerà il peso percentuale degli under 65 e si ridurrà anche la fascia di popolazione in età lavorativa».
I numeri, freddi, lo indicano prendendo in considerazione anche la differenza che c’è stata negli ultimi undici anni. Se nel 2012, infatti, gli under 14 erano il 14,7 per cento oggi a Verona sono il 13,1; l’età compresa fra i 15 e i 64 è passata invece dal 65,1 al 64 (sarà del 61,4 nel 2031). Infine gli over 65 salgono dal 20,2 al 22,9 (saranno fra meno di una decade il 26,6).
Gli occupati «In questi ultimi tre anni abbiamo tutti vissuto un periodo difficile e che forse ci ha un po’ distratto rispetto ad un problema che invece avevamo da tempo ed è quello dell’occupazione», prosegue il segretario generale Cisl, «infatti a Verona dopo un periodo di risalita post crisi del 2008, l’impatto del Covid è stato importante».
C’è poi un dato incoraggiante legato all’anno scorso con un trend decisamente in salita rispetto al biennio precedente ma non ancora in linea con il pre 2020.
L’elaborazione condotta sulle statistiche della Regione Veneto (fonte Istat) prendono in considerazione il periodo compreso fra il 2012 e il 2022. A Verona undici anni fa gli occupati - si calcolano gli over 15 - erano 395mila. Oggi sono 415. In quest’arco temporale sono essenzialmente due i picchi che si sono registrati. Il primo a metà del 2014, il secondo, come detto, un passo prima della pandemia. Curva che poi si è drasticamente abbassata fino allo scorso anni. «Dal 2012 al 2021», evidenzia Veghini, «la popolazione occupata è cambiata. Crescono infatti i valori assoluti per le fasce d’età over 65, 55 e 64 anni così come quella fra i 45 e i 54, mentre diminuisce quella compresa fra i 35 e i 44. Stesso discorso tra i più giovani: 15-24».
La ripartizione, facendo un parallelismo fra il 2012 e il 2021, è così divisa. Undici anni fa gli occupati fra i 15 e 24 anni erano 19mila, oggi poco meno di 17mila. Fra i 24 e i 34 anni 77 a fronte degli 84mila d’oggi; la fascia d’età compresa tra i 35 e i 44, 135mila (ora sono 88mila); tra i 45 e i 54 nel 2012 erano 11mila a fronte dei 127mila del 2021; mentre tra i 55 e i 64 erano 45mila: nel 2021 74mila. Chiudono gli over 65 che sono passati da 6mila al doppio, 12mila.
«L’invecchiamento della popolazione lavorativa», commenta il segretario Cisl, «si vede in maniera ancora più chiara se guardata in termini percentuali. La popolazione occupata over 45 passa dal 41,2 per cento nel 2012 al 53 nel 2021».
La crescita di occupazione, dunque, è aumentata per la fascia d’età 55-64 mentre si sta lentamente abbassando nell’altro estremo, quella che prende in considerazione l’età 15-24.
«Anche il territorio di Verona», e conclude Veghini, «sarà quindi colpito dal calo demografico e dall’invecchiamento della popolazione. Oltre che dall’invecchiamento di lavoratori e lavoratrici.
Da qui al 2038 potrebbero mancare come detto 53mila potenziali lavoratori con un rischio anche di mancanza di alcune professionalità sia alte che basse. Infine, e faccio un appello alla politica a tutti i livelli, serve affrontare in maniera concreta e oggettiva il tema dei flussi migratori».