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LE ASSOCIAZIONI

«Bisogna reperire manodopera qualificata»

Vantini: «Più competenze» Sartor: «Contratti seri» Lazzarelli: «Da riformare i Centri per l'impiego»

Digitale, cultura del lavoro, penuria di manodopera ma anche mancanza di rispetto dei contratti nazionali. Tanti i temi sviscerati dai rappresentanti del mondo dell'agricoltura, dell'artigianato e del commercio, intervenuti durante l'evento «New Job». Secondo Alex Vantini, presidente di Coldiretti Verona, «la pandemia ha rimesso al centro il tema del cibo e dell'approvvigionamento alimentare e ha creato interesse per il mondo del lavoro, ma ci sono state diverse problematiche: tra queste, il divieto per persone di precise nazionalità di entrare in Italia per le operazioni di vendemmia. E il problema di reperire manodopera c'è tutt'ora». Parlando di innovazione, Vantini ha ricordato che «la legge di riorientamento del 2001 ha riorganizzato l'agricoltura, passata dalla sola produzione alla creazione di filiere: le aziende giovani hanno questa multifunzionalità e sono quelle che rispondono meglio al mercato. Ma servono figure qualificate che rispondano a quel forte motore innovativo che c'è nell'agricoltura. La formazione, anche universitaria, non risponde alle nostre esigenze, mentre Coldiretti Verona ha organizzato nel 2021 oltre 500 corsi per tecnici specializzati nei nuovi macchinari agricoli».

«Dobbiamo lavorare sull'elemento culturale per far approcciare i giovani ai mestieri artigiani», sentenzia Vendemiano Sartor del Comitato di presidenza di Confartigianato Imprese, intervistato dal caporedattore de L’Arena, Luca Mantovani. Secondo Sartor «si deve parlare delle attività artigiane che danno servizi e nuovo valore aggiunto alle imprese, insistendo sulla formazione continua». Per Sartor, «non mancano le risorse, ma l'importante è usarle bene: il Progetto Gol mette fondi per le politiche attive e anche l'impresa artigiana può essere un centro di formazione». Ultimo accenno sui contratti: «Bisogna dignità di rappresentanza a chi non ha un contratto e facciamo sì che siano seri, rispettando i minimi di legge».

Stesso discorso affrontato da Guido Lazzarelli, direttore centrale delle Politiche del Lavoro e Welfare di Confcommercio nazionale, che ha notato come «se il Rdc è uno strumento di politica passiva che non può sostenere chi un lavoro potrebbe averlo, è vero anche che ci sono proposte contrattuali che non rispettano i minimi dei contratti collettivi nazionali, favorendo il sommerso». Lazzarelli ha rimarcato «il mismatch tra domanda e offerta, con ragazzi con grande potenziale ma scarse competenze e aziende che devono essere consigliate al meglio relativamente alla possibilità di formare i giovani. Siamo fiduciosi sui fondi Pnrr, ma il pubblico deve riformare i Centri per l'impiego».