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SAN PIETRO INCARIANO

Il giudice gli annulla
la cartella del fisco
«Ma sono rovinato»

L’imprenditore Fabio Bressanelli, 54 anni, racconta il suo calvario. FOTO AMATO
L’imprenditore Fabio Bressanelli, 54 anni, racconta il suo calvario. FOTO AMATO
L'intervista a Bressanelli

Dopo sei anni il giudice gli annulla la cartella di Equitalia da 700 mila euro, ma nel frattempo ha perduto clienti, dipendenti e anche il sonno. Il calvario dell’imprenditore di San Pietro in Cariano (Verona) Fabio Bressanelli, 54 anni, da 28 soccorritore volontario della Croce Verde e titolare della General Service 2 srl che fornisce servizi informatizzati a terzi, è cominciato il 25 febbraio del 2010. «Nella sede della mia azienda e contemporaneamente nelle sedi dei miei clienti» racconta Bressanelli «quel giorno si sono presentati alcuni ispettori del lavoro dell’Inps accompagnati dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro. Un vero e proprio blitz, durante il quale hanno interrogato tutte le persone presenti con toni poco concilianti. L’impressione che ho avuto è quella che volessero pilotare la loro raccolta di informazioni ad un obiettivo solo: stilare un verbale che contestasse la regolarità di tutti i contratti a progetto e dei contratti di appalto con i miei clienti». «A quel punto ho capito l’imboscata burocratica che mi attendeva» commenta l’imprenditore. Il 10 giugno 2010, a Bressanelli è arrivato un verbale da 590 mila euro da parte dell’Inps che si è tradotto poi in una cartella di Equitalia «arrotondata» a 700 mila euro. «Ma soprattutto» sottolinea «l’Inps lo ha notificato a tutti i clienti con i quali avevo un contratto d’appalto, chiamandoli in responsabilità solidale. Se non pagavo io, insomma, lo avrebbero dovuto fare loro. Nel giro di un anno, li ho persi tutti». L’imprenditore ha quindi impugnato il verbale, ricorrendo al giudice del lavoro. «Ho denunciato alla Procura della Repubblica gli ispettori, anche per i reati di violazione di domicilio e falsità ideologica. Il 27 aprile 2010, infatti, due ispettori Inps sono venuti a casa mia, per interrogare mia moglie, che è legale rappresentante della ditta, contravvenendo alla circolare dello stesso istituto, che vieta di procedere alle ispezioni nelle private dimore». L’epilogo della vicenda arriva il 10 ottobre scorso. «Dopo circa 6 anni di calvario giudiziario» dice l’imprenditore. «Il giudice ha accolto il mio ricorso annullando il verbale e condannando l’Inps al pagamento delle spese. Avevo ragione io: i contratti erano tutti regolari, così come il rapporto con i miei clienti». «Nel frattempo la mia azienda è praticamente crollata», prosegue Bressanelli, «ho dovuto licenziare decine di persone e il danno di immagine e reputazione commerciale è enorme, senza contare le notti insonni e l’angoscia per la mia famiglia».

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