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Calato il sipario sull'Ariston, a Sanremo è cominciata la polemica. A innescarla soprattutto Ultimo: il cantautore romano, primo nel televoto, è arrivato secondo alle spalle di Mahmood, preferito dalla giuria. "È un periodo nel quale pare che qualunque parere che non sia il parere popolare tout court è visto con sospetto", dice Mauro Pagani, presidente della giuria del festival, a Circo Massimo, su Radio Capital. A Ultimo, l'ex polistrumentista della PFM risponde: "L'anno scorso è arrivato primo (nella categoria Nuove Proposte, ndr) con lo stesso regolamento. Se va bene quando si vince, va bene anche quando si perde. Lui è giovane, e nella vita bisogna anche imparare a perdere. Altrimenti non si concorre, si fanno altre cose, ed è una scelta rispettabile". Pagani poi rivendica il verdetto della giuria: "'Soldi' è la canzone più moderna, meglio realizzata e più interessante del Festival. In giuria non abbiamo avuto dubbi". Intervista di Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto

Sanremo, Mauro Pagani: "Ultimo deve imparare a perdere. Nessun dubbio della giuria, quello di Mahmood il brano migliore"

Calato il sipario sull'Ariston, a Sanremo è cominciata la polemica. A innescarla soprattutto Ultimo: il cantautore romano, primo nel televoto, è arrivato secondo alle spalle di Mahmood, preferito dalla giuria. "È un periodo nel quale pare che qualunque parere che non sia il parere popolare tout court è visto con sospetto", dice Mauro Pagani, presidente della giuria del festival, a Circo Massimo, su Radio Capital. A Ultimo, l'ex polistrumentista della PFM risponde: "L'anno scorso è arrivato primo (nella categoria Nuove Proposte, ndr) con lo stesso regolamento. Se va bene quando si vince, va bene anche quando si perde. Lui è giovane, e nella vita bisogna anche imparare a perdere. Altrimenti non si concorre, si fanno altre cose, ed è una scelta rispettabile". Pagani poi rivendica il verdetto della giuria: "'Soldi' è la canzone più moderna, meglio realizzata e più interessante del Festival. In giuria non abbiamo avuto dubbi". Intervista di Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto