Elton, show in Arena Si scaglia contro Brexit e discriminazioni dei gay
Elton inizia prima del dovuto (paura della pioggia?), finisce non tanto tardi e non ha pietà dei bagni dell'Arena: «Per le condizioni della toilette nel backstage, questo posto andrebbe chiuso. Fanno schifo, i bagni dell'Arena», si lamenta la popstar che ha tenuto oltre tremila concerti in mezzo secolo. Così la prima cosa che fa all'anfiteatro è dare uno schiaffo all'Arena, ieri sera nella prima delle due date da tutto esaurito del suo Farewell Yellow Brick Road. E stasera si replica alle 20.45. Poi arriva la carezza: «Adoro l'Italia e sono contento di essere qui con voi, e voi siete seduti in un posto meraviglioso». Poi si scusa: «Ho un raffreddore tremendo, perdonate la mia voce». Prima di «Indian sunset» confessa: «Per come sto messo, è un miracolo se riesco a cantarla, questa». E invece sfodera un bel timbro, un po' rasposo sulle alte, ma ci sta. Con «Rocket man» si sente che certe note sono irraggiungibili, almeno nella prima strofa, poi si riprende e le prende tutte. Sullo sfondo, un maxischermo che manda immagini dallo spazio, galassie lontane, meteoriti e stelle. E forse si, Elton è proprio un uomo arrivato da un altro mondo, almeno se si contano le decine di canzoni strepitose che ha scritto. Per il tour dell'addio si sbottona e rivela particolari: «Il mio disco preferito di Elton (dice proprio così) è Captain Fantastic perché racconta la storia di Bernie Taupin ed io che lottavamo per diventare autori di canzoni», e poi inizia «Qualcuno mi ha salvato la vita», e davvero Sir Elton sembra trovare ragion d'essere, al di là di stranezze ed eccessi, sul palco. Nella coda infinita di «Levon», con un solo boogie woogie e altre magie al piano, e nella parte finale di «Rocket man» c'è una voglia di suonare che non ricordavamo nella precedente esibizione di Elton in Arena. Con la sua band spinge sull'acceleratore, ce la mette tutta ed è in ottima forma al di là del raffreddore. D'altra parte, seduti in platea, erano presenti diversi vip come l’attrice Julia Roberts e la stilista Donatella Versace, invitati da Elton per la sua prima nella beautiful Verona. Tra cambi di giacca, lampadari immensi e giochi di luce, e un'altra valanga di canzoni, lo show esplode e arrivano altre sberle. La prima contro la Brexit («Odio la Brexit, io sono europeo, mi vergogno del mio Paese») e la seconda contro le discriminazioni nei confronti dei gay («Basta omofobia. Nel mondo c'è bisogno di amore e non di divisioni. Ed è la compassione che ci salverà»). Poi spiega perché smetterà di andare in tour: «Ora ho dei figli e devo pensare a loro. Ma voi, mio pubblico, resterete sempre nel mio cuore e nella mia 'anima». •
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