Bene i selfie
ma ora i fatti
La sintonia di Salvini con una grande fetta dell'elettorato del Nord ha avuto una riprova ieri nel Veronese. Sorrisi, applausi, selfie e pacche sulle spalle: scene ormai frequenti quando arriva il leader leghista. Ma il vicepresidente del Consiglio farebbe un errore se misurasse la cifra del consenso, quello stabile e duraturo, con il solo termometro degli applausi. Certo, arringare le folle porta voti. Ma soprattutto bisogna mantenere le promesse. Inutile ripercorrere per l'ennesima volta la genesi del governo gialloverde. Sta di fatto che molti dei punti centrali del programma elettorale leghista restano ancora sulla carta. Anzi, rischiano di fare il passo del gambero. La questione più incredibile è quella dell'autonomia: dopo referendum, promesse, ultimatum e rassicurazioni dello stesso Salvini, proprio ieri Di Maio per la prima volta ha detto bellamente che il M5S non voterà mai per l'autonomia regionale. Complimenti. E poi c'è la Tav: un territorio come il nostro (fatto di piccole e medie imprese, manager e giovani ad alta scolarità) attende lo sviluppo delle infrastrutture come quel toccasana necessario per competere, crescere, creare opportunità e lavoro. Invece l'Alta velocità è sul binario morto. Per decisione di Toninelli.Infine- ma non ultimo- il grande tema delle tasse. Una forza politica che promette di abbassare le imposte non può trovarsi a parlare con l'alleato grillino di aumento dell'Iva con pure lo spettro di una patrimoniale.Sino ad ora il tema dei migranti e le iniziative contro la criminalità hanno permesso di gettare un velo su tutto il resto. E bisogna sottolineare che in questo caso il leader leghista ha fatto ciò che gli elettori si aspettavano. Ma i nodi economici vengono al pettine, e sono dolori. Il vicepresidente del Consiglio ha promesso per l'ennesima volta che autonomia e Tav arriveranno. Come pure ha ribadito che in caso di vittoria alle europee avremo Bruxelles più vicina alla gente. Ne prendiamo atto.Ma intanto a Roma si litiga su tutto. Lega e M5S più che alleati sembrano nemici e ormai in molti danno al governo i giorni contati.Salvini oggi prosegue il tour elettorale nei territori a lui cari. Ebbene, non si faccia distrarre dalla folla orante. La maggioranza della gente non corre nelle piazze a fare la «moina» al potente di turno, ma fa sacrifici e lavora onestamente per la propria famiglia e per far crescere questo Paese. Sono tanti e oggi chiedono una cosa: meno parole, più fatti.
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