<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

L’orso fa il blitz in cerca di miele ma non lascia tracce del Dna

Un esemplare di orso: sul Baldo ormai presenza costante
Un esemplare di orso: sul Baldo ormai presenza costante
Un esemplare di orso: sul Baldo ormai presenza costante
Un esemplare di orso: sul Baldo ormai presenza costante

L'orso è tornato. Un orso goloso che potrebbe anche amare l'acqua e... le piscine. Da mesi nella nostra provincia non si vedevano più plantigradi. Gli ultimi avvistamenti erano stati in tarda primavera, il 28 maggio e il 4 giugno, quando uno aveva rovesciato e mangiato l'intero contenuto di vari apiari a Brentino Belluno, dove era stato anche avvistato vicino al cimitero di Belluno Veronese. Come informa la Polizia provinciale, il cui comandante è la dottoressa Anna Maggio, l'animale, che era stato identificato dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) come M19 , era un esemplare di poco più di due anni e mezzo. Un maschio da allora non più apparso. Nei giorni scorsi, però, ecco una nuova apparizione. E questa volta sul Baldo, a circa 400 metri di altitudine, precisamente a Brenzone in località Monte Bassi, una zona in mezzo al bosco, con qualche radura verde e vecchie case ristrutturate dove, d'estate, giungono alcune persone. Qui un professionista del Trentino Alto Adige, a sua volta proprietario di un rustico rimesso a nuovo, possiede degli apiari. Se alcune casette sono vuote, altre, fino a qualche giorno fa, ospitavano alveari con api e miele. Alcuni giorni fa nella notte, infatti, un orso è passato di lì ed ha rovesciato quelli «abitati», divorando il contenuto: api, miele e cera. Domenica un agricoltore diretto di Castelletto, Giacomo Brighenti, ha infatti telefonato al vicecommissario Anselmo Furlani, l'agente della Polizia provinciale responsabile della Zona Nord della provincia di Verona, per comunicare l'accaduto. Spiega Furlani: «Il 14 settembre alle 8 ero sul posto ed ho incontrato questa persona la quale mi ha mostrato quanto mi aveva comunicato. Ho visto gli apiari rovesciati, i telai interni rotti e divorati. Ho trovato due fatte (escrementi di orso) vicino agli apiari, alla piscina della proprietà mentre, sul tronco di un pino, all'altezza di circa un metro e mezzo da terra, un bella unghiata: ben visibile e chiaramente di orso. Questa volta, a differenze delle altre», evidenzia l'agente, «non siamo riusciti a trovare tracce di pelo che ci premetterebbe di risalire al dna di questo esemplare e di capire così se si tratti dello stesso avvistato in primavera». Furlani ha anche osservato il telo della piscina rotto in alcuni punti vicino al bordo: «Ho visto due segni e due fori che è però difficile stabilire se fossero presenti da tempo o se se siano stati opera dall'animale». Il sopralluogo è durato circa due ore e mezzo: «È servito anche a fare i rilievi fotografici ed a compilare i moduli che saranno inviati alla Regione Veneto per il riconoscimento e conseguente pagamento dei danni». Non sono state piazzate foto-trappole per eventualmente immortalarlo, anche perché, negli altri apiari, non c'è più nulla e sembra difficile che questo goloso animale torni sui suoi passi. Fa sapere Furlani: «Probabilmente cercava solo miele ed api come dimostrerebbe il fatto che non ha nemmeno toccato quelli vuoti». Racconta Giacomo Brighenti. «Ho scoperto proprio sabato mattina una quindicina di alveari rotti e ho notato la piscina rovinata. Ho inoltre trovato delle fatte in vari punti e altre più a monte. Così ho avvertito il proprietario che mi ha incaricato di avvertire la polizia provinciale. Insieme abbiamo fatto il sopralluogo ed i rilievi delle unghiate che erano anche su un albero e sul soperchio di un alveare ... segni larghi per la precisione 9 centimetri e mezzo. Questa presenza non mi spaventa anche se, a dire la verità, sono un po' preoccupato per le mie bestie visto che ho nove cavalli, di cui quattro puledri, che tengo al pascolo nella zona per tutto il tempo dell'anno. La mia speranza è che l'orso, visto che non c'è più miele, se ne vada... Anche in letargo». Al momento il fatto non pare aver inquietato nessuno. Ricorda Furlani: «L'orso è un animale schivo che, se non è disturbato, tende a sfuggire l'uomo e non è pericoloso. Bisogna in ogni caso mantenere le distanze e soprattutto, qualora si trattasse di una femmina con i cuccioli, non avvicinarsi». COPYRIGHT

Barbara Bertasi