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Veneto

Coronavirus: procura
apre un fascicolo
sul decesso a Vo'

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Cittadini in fila per il tampone a Vo'
Cittadini in fila per il tampone a Vo'
Cittadini in fila per il tampone a Vo'
Cittadini in fila per il tampone a Vo'

Sull’emergenza Coronavirus ora indaga anche la magistratura. Ci sono state negligenze nell’individuazione del virus? Ritardi nell’applicazione delle linee guida? Si doveva fare di più per evitare il diffondersi del contagio? Le cure sono state adeguate? Questi alcuni degli interrogativi su cui vogliono far chiarezza gli inquirenti.

A partire da quelli di Padova, che hanno aperto un fascicolo conoscitivo - a modello 45, quindi senza indagati nè ipotesi di reato - sulla morte di Adriano Trevisan, 78 anni, deceduto il 22 febbraio scorso nell’ospedale di Schiavonia, nella Bassa Padovana.


L’inchiesta è al momento a livello del tutto preliminare e
gli accertamenti sono solo finalizzati a ricostruire quello che
è successo. per questo la procura padovana ha chiesto
all’ospedale le cartelle cliniche del paziente per accertare se
le linee guida rispetto alla malattia, alla sua diagnosi e al
contenimento del contagio, siano state rispettate.
«Si tratta di un fascicolo modello 45 - spiega il capo della
Procura Antonino Cappelleri -. Non ci sono indagati nè ipotesi
di reato, si sta solo cercando di capire tutti i passaggi che
hanno portato al decesso del paziente, e se diagnosi e cure
siano state tempestive e rispettose delle linee guida imposte in
casi come questi».


Non si ha notizia ad oggi di analoghe iniziative da parte di
altri uffici giudiziari, e in particolare dalla procura di Lodi,
sotto la cui giurisdizione ricade il comune di Codogno,
epicentro del coronavirus nel nord Italia. Nell’ospedale della
città lombarda, il 16 febbraio, è arrivato una prima volta il
paziente 1. Da qui si è diffuso il contagio. E su questa
struttura ospedaliera si sono concentrate critiche autorevoli,
come quelle, poi in parte precisate, del premier Giuseppe Conte, il quale ha affermato che all’origine di uno dei focolai c’è
stata la gestione «di un ospedale» non in linea con i
protocolli.


Un’altra inchiesta già avviata è quella della procura di
Milano, che indaga con l’ipotesi di «manovre speculative» su generi di prima necessità in relazione alle vendite a prezzi
"folli", in particolare su piattaforme online, di gel disinfettanti e mascherine in questi giorni di emergenza. Il fascicolo, al momento a carico di ignoti, è coordinato dal pool "ambiente, salute, sicurezza, lavoro" e da quello di contrasto alle truffe. Gli inquirenti, da una prima analisi sulle piattaforme on line, hanno già accertato che confezioni con 50 mascherine sono state vendute anche a 100 euro, ossia a 2 euro a mascherina, quando il loro costo tendenzialmente non supera i 20
centesimi l’una.

Nell’indagine, che potrebbe portare anche a perquisizioni e sequestri dopo gli accertamenti che saranno condotti in questi giorni dalla Gdf, potrebbe anche essere contestato il reato di «frode nell’esercizio del commercio», perchè a volte vengono vendute anche mascherine chirurgiche "spacciate" per mascherine ’ffp3’, ossia quelle adatte per emergenze sanitarie come il nuovo Coronavirus.

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