<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Violinisti di strada cacciati da
via Mazzini. E i passanti insorgono

IL CASO. Suonavano davanti al Duca D'Aosta, due vigili li hanno fermati. Esterrefatti i turisti che li stavano applaudendo: «Non facevano nulla di male, perché intervenire?»
I musicisti di strada fermati dai vigili in via Mazzini FOTO MARCHIORI
I musicisti di strada fermati dai vigili in via Mazzini FOTO MARCHIORI
I musicisti di strada fermati dai vigili in via Mazzini FOTO MARCHIORI
I musicisti di strada fermati dai vigili in via Mazzini FOTO MARCHIORI

Verona. Dopo il caso del pianista di strada padovano Paolo Zanarella, ieri è toccato a cinque musicisti (alcuni o forse tutti rumeni), tra cui tre violinisti, venire sgomberati dalla polizia municipale. Ancora una volta Verona, città turistica che sta festeggiando il centenario della lirica in Arena e dunque della musica, allontana artisti di strada, tra la perplessità e l'indignazione della gente che assiste alla scena. È quasi mezzogiorno e in una via Mazzini affollata da centinaia di turisti, tra cui molti stranieri, ma anche da veronesi che in centro passeggiano o lavorano, due vigili avvicinano i cinque musicisti che si stanno esibendo tra i sorrisi del pubblico, che si mostra generoso nel dare qualche moneta al gruppo. Siamo di fronte al Duca D'Aosta, davanti alle vetrine vuote dei locali da cui se n'è di recente andato il punto vendita di Benetton. I cinque giovani suonano tranquillamente, ma appena vedono arrivare i vigili intuiscono che la situazione è difficile e, prima ancora di ricevere indicazioni in merito, smettono di esibirsi. Un agente chiede il permesso, ma ribadisce a uno dei cinque che «con te non parlo più, va bene una volta, poi due, adesso basta» e poi tutti devono seguire i vigili. Un musicista accenna a dire «non così, facciamo brutta figura», ma i vigili non lo ascoltano, mentre tra la gente cominciano le critiche all'azione degli agenti: molti scuotono il capo con aria perplessa, una signora dice «lasciateli stare, cosa fanno di male», un'altra osserva che «con tutto quello che ci sarebbe da fare, perchè dare fastidio a questi poveretti che stanno solo suonando». Le parole del vigile al musicista lasciano intuire che probabilmente qualcuno del gruppo era già stato fatto sgomberare ma non ha rispettato l'ordine di abbandonare la strada. Ma al di là di tutto, resta la brutta immagine che ieri chi si trovava in via Mazzini deve avere registrato della nostra città. Una città in cui la musica, fuori dai luoghi deputati (dove è quasi sempre a pagamento), viene «identificata» e allontanata con sospetto, in cui per gli artisti di strada si studiano regolamenti che limitano e imbrigliano quella libertà della creatività che in tutte le città del mondo trova aperte le strade: qui gli esempi si moltiplicano a dimostrare il contrario. Zanarella del resto ha fatto scuola: a Verona è stato sgomberato due volte, una nel dicembre scorso, per essere poi richiamato dallo stesso sindaco Tosi a suonare il 24 dicembre sotto la stella della Bra, e una seconda a giugno, perchè si è esibito più a lungo delle quattro ore previste dall'autorizzazione. Come aveva detto Zanarella, congedandosi per sempre da Verona: «È davvero troppo complicato suonare nella vostra città».A.G.

Suggerimenti