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«Una coppia molto riservata Lei era gentile, lui scontroso»

LE TESTIMONIANZE. In zona Pindemonte ci si interroga sull'accaduto. La donna frequentava molto i negozi della zona
Il quartiere è ancora sotto choc per la tragedia I vicini: «Si vedevano poco insieme, non avevano hobby o abitudini. Ma sembravano sereni»

 Daniela Bertolazzi, 60 anni, viveva in via Carso
Daniela Bertolazzi, 60 anni, viveva in via Carso

 Daniela Bertolazzi, 60 anni, viveva in via Carso
Daniela Bertolazzi, 60 anni, viveva in via Carso

Era fatta di luci ed ombre la quotidianità di Daniela Bertolazzi e Pierluigi Petit prima del folle gesto che ha messo fine alla vita della donna e distrutto per sempre quella del suo compagno. Lo si percepisce dai racconti di chi, nel quartiere Pindemonte, almeno un po' li conosceva.
Ombroso era lui, definito «schivo», «scontroso», persino «strano». La luce, nella coppia, doveva essere lei: «Solare, sorridente, cordiale e sempre molto gentile», sono i giudizi che si rincorrono sulle bocche di tutti, mentre ancora non credono a quanto accaduto. Daniela che passeggiava per il quartiere, Daniela che faceva la spesa, Daniela che non lesinava due chiacchiere con la fruttivendola o con l'edicolante, Daniela che, prima di affermarsi come broker, aveva fatto qualche lavoretto come sarta, per far quadrare i conti. Tanto che lunedì non è stato difficile, per molti abitanti della zona, riconoscerla nella foto pubblicata da L'Arena dopo il delitto. Ma nessuno, alla fine dei conti, la conosceva intimamente. E, soprattutto, nessuno ricordava di aver visto il convivente.
Pierluigi e Daniela infatti, «erano una coppia molto casalinga», raccontano alcuni vicini residenti nel complesso di via Carso 22, dove lei viveva dagli anni Ottanta, mentre il compagno l'aveva raggiunta una ventina d'anni fa per iniziare una convivenza dopo la fine del precedente matrimonio della donna. «Facevano qualche passeggiata mano nella mano lungo la vicina pista ciclabile e nient'altro. Anzi, ultimamente si vedevano ben poco insieme», nonostante l'uomo, 58 anni, fosse già in pensione e la compagna, 60, quasi.
Sport, hobby, abitudini particolari? «Nessuna. Le uniche assenze da casa solo in occasione di qualche giorno di vacanza». Amici che venissero a trovarli? «Pochissimi, per non dire nessuno». Quasi sempre da soli, insomma, figli unici e senza genitori, salvo la madre ottantatreenne di lei, che domenica mattina è entrata nell'appartamento dell'orrore e ha scoperto l'omicidio.
Tra i due era Daniela a compiere alcune commissioni nel quartiere e a tenere, in qualche modo, i contatti con la comunità. «La ricordo bene, era venuta varie volte da noi a bere un caffè con la mamma o a prendere un biglietto dell'autobus», racconta Enrico Dal Dosso del bar-latteria di via Monte Ortigara.
«E' stata da noi un mese fa», gli fanno eco dal negozio La Cornice di via Sabotino. «Ha ordinato un quadro con passepartout, le abbiamo dato dei campioni per scegliere il colore: una signora distinta e molto cortese».
Cordialità e gentilezza, quindi, seppur nella riservatezza. «Era nostra cliente assidua da anni, da quando passava di qui tornando dall'ospedale, dove andava ad assistere il padre malato», spiega Stefania Segala del panificio Boscaini di via Cavallotti. «Da allora ogni sabato comprava il pane arabo e la pizza margherita. Una signora davvero affabile. Ormai c'era confidenza, ci faceva anche ordinazioni telefoniche. Ma della sua vita privata non so nulla, a parte che a volte comprava il pane per la mamma. Il compagno? Mai visto».
«Scambiava volentieri due parole con noi e con altre clienti», confermano Roberto Costa e la moglie dell'Ortofrutta Primavera, poco distante. «Niente di troppo personale, però. A volte ci raccontava che il compagno aveva gradito qualche nostro prodotto. Sembrava serena. Chi poteva immaginarsi che questa sorte sarebbe capitata proprio a lei?».E.PAS.

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