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«Un destino crudele» Il paese piange Federica

LA TRAGEDIA IN VALSORDA. Sgomento a Sant'Ambrogio per la morte della giovane mamma
L'amica: «Era impegnata in parrocchia. Ci sapeva fare, il suo sorriso e la sua allegria erano contagiosi». Il funerale sarà celebrato giovedì
La salma della giovane donna è stata recuperata dai volontari del Soccorso alpino
La salma della giovane donna è stata recuperata dai volontari del Soccorso alpino
La salma della giovane donna è stata recuperata dai volontari del Soccorso alpino
La salma della giovane donna è stata recuperata dai volontari del Soccorso alpino

Una vita per la famiglia, per i suoi due figli. Una bambina di otto anni e un bimbo di sei. E per il marito, con il quale, subito dopo il matrimonio, era venuta ad abitare in località Corgnan di Sant'Ambrogio di Valpolicella, una decina d'anni fa. La morte di Federica Gelio, 39 anni, causata da una caduta durante una passeggiata in Valsorda, scuote il paese. La conoscevano tutti, quella moretta che serviva al panificio Wilson, poco distante dalla chiesa e a solo mezzo chilometro di distanza dalla propria abitazione, in via Foscolo. Lavoro, casa e parrocchia: tutto a Sant'Ambrogio, paese d'elezione per lei, originaria di San Pietro in Cariano. Federica Gelio, una donna sportiva, accompagnava spesso i due figlioletti a scuola in bicicletta: alle elementari di Sant'Ambrogio la più grande, e alla vicina scuola materna il piccolo. E sempre in compagnia dei suoi bambini, qualche giorno fa, amici e conoscenti l'hanno vista per l'ultima volta. «Federica aveva iscritto i figli al grest parrocchiale. E si ritagliava un'ora al giorno per venire a dare una mano a intrattenere i bambini, partecipando infine alla tradizionale gita delle mamme», racconta una compaesana, coetanea e amica della vittima da almeno dieci anni. «Anche per l'ultimo giorno d'asilo del figlio piccolo si era impegnata a organizzare giochi di gruppo e a dipingere le scenografie per gli spettacolini. E aveva coinvolto suo marito Remigio in una scenetta. Ci sapeva fare, insomma. Contagiava tutti con il suo sorriso e la sua allegria. Non poteva succedere di incrociarla per strada senza ricevere il suo saluto. Quando in paese si è diffusa la voce della sua morte», continua l'amica, «nessuno voleva crederci. A Federica piaceva fare delle scampagnate, e quella in Valsorda per lei non era certo la prima. Non so cosa dire, se non che talvolta il destino è davvero crudele». Ai compaesani sembra ancora impossibile che una vita possa finire così. Un passo falso su un tratto ripido di sentiero di collina spesso frequentato da famiglie: quello che si snoda nel canyon della Valsorda. Una caduta di tre metri, la botta alla testa e il decesso istantaneo. E proprio il figlio piccolo come unico testimone oculare della tragedia: il pensiero degli abitanti di Sant'Ambrogio, ora, va soprattutto a lui. Federica lo aveva con sé. Il marito e la bambina invece erano distanziati, e a un certo punto si sono accorti di non riuscire a raggiungere gli altri due. Mamma e fratellino, probabilmente, avevano imboccato per sbaglio un sentiero diverso, all'altezza di un bivio. È stato un escursionista a trovare il bimbo, piangente, seduto per terra dopo aver tentato di percorrere la strada a ritroso per avvertire il papà. Lo sgomento attanaglia anche i vicini di casa della famigliola. Il condominio di sei unità, al civico 2 di via Foscolo, è abitato soprattutto da coppie giovani con figli piccoli. E il giardino è sempre pieno delle voci dei bambini. «I nostri figli giocano con i loro», confermano infatti i coniugi che abitano al piano di sotto. «Siamo scioccati soprattutto per la dinamica banale dell'incidente e per l'esito fatale. Federica era proprio una brava ragazza, come anche il marito. Una famiglia tranquillissima, con cui ci siamo sempre trovati bene». Il funerale sarà celebrato giovedì alle 10, nella parrocchiale di sant'Ambrogio, partendo dall'ospedale di negrar alle 9.40.

Lorenza Costantino

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