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PIAZZA INDIPENDENZA

Troppi barboni, a Verona
si tolgono le panchine

Via le sedute con la sbarra che erano state ideate e messe apposta per non far dormire i senzatetto
Turisti che consumano il pranzo al sacco nell'area pic-nic di piazza Indipendenza FOTOSERVIZIO MARCHIORI
Turisti che consumano il pranzo al sacco nell'area pic-nic di piazza Indipendenza FOTOSERVIZIO MARCHIORI
Turisti che consumano il pranzo al sacco nell'area pic-nic di piazza Indipendenza FOTOSERVIZIO MARCHIORI
Turisti che consumano il pranzo al sacco nell'area pic-nic di piazza Indipendenza FOTOSERVIZIO MARCHIORI

Panchine anti-bivacco spostate perchè «ci sono troppi barboni». Aree pic-nic, più volte pubblicizzate come alternativa a portata di mano al consumo di panini sulle scalinate di palazzi storici e monumenti, smontate.
Accade (accadrà, perchè per il momento c'è la decisione della Giunta comunale, ma non ancora la sua attuazione) in piazza Indipendenza, dove si trova in sostanza l'unica delle quattro aree pic-nic che i turisti in visita alla nostra città utilizzano. «Saranno tolte perchè nella zona ci sono troppi barboni», conferma l'assessore al Turismo Enrico Corsi.
Così, con un'unica mossa, in questa estate segnata già da polemiche e scontro politico sulla questione turismo, l'amministrazione rischia di ritrovarsi un doppio problema. Innanzitutto segna il passo la politica del decoro, cavallo di battaglia della prima amministrazione Tosi, che aveva inaugurato le famose panchine in ferro con bracciolo al centro per evitare l'utilizzo a chi (presumibilmente, appunto, i barboni) volesse utilizzare tali panchine per sdraiarsi (meglio, «bivaccare»). Un progetto costretto ora a fare marcia indietro di fronte alla constatazione che la zona è, dopo sette anni, ancora e più che mai «luogo di ritrovo di senzatetto e sbandati». Del resto, che non bastasse un bracciolo al centro di una panchina per allontanare i barboni sembrava chiaro. Ma se quel bracciolo e la panchina che ne viene divisa dovevano essere i simboli di una politica dell'intransigenza, della fermezza delle regole, appunto del decoro come prima regola, togliere quelle panchine perchè invece i barboni sono aumentati non suona certo come un successo.
Ma c'è anche l'altra questione. Le aree pic-nic sono state realizzate tra la fine del 2007 (quella di piazza Viviani, la prima, è stata inaugurata a metà dicembre) e 2008 proprio a seguito dell'altra ordinanza sul decoro diventata presto nota, che vietava di consumare panini e pranzo al sacco in giro per la città, sulle scalinate di edifici storici e dei monumenti (caso più eclatante, la Domus mercatorum). Per dare comunque ai turisti la possibilità di mangiare al sacco, erano nate le quattro aree pic-nic: oltre a quella di piazza Indipendenza, una in piazza Pradaval, una ai giardini Raggio di Sole e una ai giardini di via Ponte Aleardi.
Pare che le panchine di piazza Indipendenza verranno spostate ai giardini di Pradaval. Se di là c'erano i barboni, anche qui ci sarà da combattere: ricordiamo che a Pradaval c'è un presidio fisso di militari dato che da sempre questa viene considerata una «zona calda» della città. Per un turismo che poi l'amministrazione ha appena indicato come «mordi e fuggi», interessato solo a Casa di Giulietta e Arena, per il quale San Zeno è troppo lontana dal centro, riesce difficile capire come possa essere utile l'area pic-nic ai giardini Raggio di Sole.
«E ai giardini di ponte Aleardi le panchine dai turisti non sono quasi mai utilizzate perchè lì vive praticamente in pianta stabile un gruppo di zingari», spiegano le guide turistiche dell'associazione Ippogrifo, per le quali l'annuncio dell'eliminazione dell'area pic-nic in piazza Indipendenza suona come «un altro colpo al turismo. Ancora una volta una decisione presa all'insegna dell'improvvisazione, senza che ci sia un piano e un progetto condiviso che renda Verona una città in cui davvero turisti e visitatori possano trovare un'accoglienza efficiente e che sappia far crescere il desiderio di tornare».

Alessandra Galetto

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