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Torna l'incubo alluvione Una vittima a Lavagno

EST VERONESE. Un autentico diluvio in poche ore gonfia fiumi e torrenti: case e campi sott'acqua, è di nuovo disastro
La tragedia è avvenuta in serata a San Pietro per l'esondazione del progno Mezzane Un uomo di 58 anni è stato travolto dal muro di sostegno dello scivolo del garage
Impressionante il livello raggiunto dall'Alpone al ponte della Motta: il fiume in piena è arrivato quasi a coprire il viadotto di ferro FOTOSERVIZIO AMATO
Impressionante il livello raggiunto dall'Alpone al ponte della Motta: il fiume in piena è arrivato quasi a coprire il viadotto di ferro FOTOSERVIZIO AMATO
Impressionante il livello raggiunto dall'Alpone al ponte della Motta: il fiume in piena è arrivato quasi a coprire il viadotto di ferro FOTOSERVIZIO AMATO
Impressionante il livello raggiunto dall'Alpone al ponte della Motta: il fiume in piena è arrivato quasi a coprire il viadotto di ferro FOTOSERVIZIO AMATO

Giuseppe Corrà Prima il diluvio, poi la tragedia. E' accaduto tutto al termine di una lunghissima giornata di pioggia, che ha riportato nell'Est veronese l'incubo dell'alluvione. Ieri sera a San Pietro di Lavagno, in via dei Mille, in località Palazzina, vicino alle scuole medie, un uomo di 58 anni, Giuseppe Maschi, ha perso la vita nel crollo di un muro di sostegno all'esterno della sua abitazione. L'uomo era sceso in cantina per recuperare delle assi da utilizzare per tamponare l'allagamento causato dalla tracimazione, avvenuta a nord della località, del torrente Mezzane. Mentre risaliva lo scivolo del garage è stato travolto dal muro di sostegno ed è rimasto sotto le macerie, sommerso anche dall'acqua che ha invaso lo scantinato. A innescare la disgrazia, si diceva, è stata la piena del torrente Mezzane, causata dalla seconda ondata di maltempo della giornata, che ha causato un nuovo innalzamento del livello dei fiumi, riempiendo anche i progni, che sono tracimati sia in Val d'Illasi che in Val di Mezzane. A Vago l'esondazione ha allagato la strada regionale 11 (che è stata chiusa) e alcuni negozi e aziende a monte della strada, fra cui quella del sindaco di Caldiero. Il 118 è intervenuto anche al guado del Donzellino di Illasi, per salvare un automobilista bloccato in mezzo al progno a bordo della sua auto. Una frana è stata invece segnalata a Castelvero di Vestenanova e notevoli problemi risultano anche a San Giovanni Ilarione, per frane e strade trasformate in torrenti. Le previsioni per oggi e domani non promettono nulla di buono e il Centro funzionale decentrato della Protezione civile indica come elevata tanto la criticità idraulica quanto quella idrogeologica. Già mobilitati vigili del fuoco, protezione civile, carabinieri, polizia locale, Croce rossa, tecnici dei Comuni, del Consorzio di bonifica Alta pianura Veneta e del Genio civile. In queste ore i municipi sono rimasti aperti con orario continuato: segno che l'emergenza è tutt'altro che terminata. Ma il bilancio è già pesantissimo. Soave rimane fuori dal disastro perchè l'alluvione del novembre del 2010 e quella del marzo del 2011 gli ha «regalato» il rifacimento dei muretti di contenimento del Tramigna in centro e, soprattutto, la paratoia di disconnessione dall'Alpone. Il Genio civile l'ha chiusa alle 11, impedendo di fatto il rigurgito dell'Alpone verso Soave. Ancora non è bastato: l'argine cedevole che in caso di piena consente all'acqua del Tramigna di riversarsi gradualmente in campagna, non è stato sufficiente. Alle 14.15 sempre il Genio ha aperto la paratia di scarico del Tramigna in sinistra verso il bacino di San Lorenzo. Poco dopo, però, lungo la strada regionale 11 l'acqua, ingestibile anche per il solo Alpone, proprio a valle della paratoia, dove solitamente scorre il Tramigna, ha esondato bloccando di fatto la circolazione stradale. Non meglio è andata più a valle: il ponte della Motta prima è stato chiuso, poi ricoperto dalle acque. Il disastro, però, è avvenuto più a monte: «L'argine del Tramigna, incapace di sopportare la pressione dell'acqua, ha ceduto per una cinquantina di metri poco prima della confluenza nell'Alpone al confine tra i comuni di Soave e San Bonifacio», spiegavano a tarda sera dal Consorzio di bonifica Alta pianura veneta. Una ventina le famiglie sfollate, mentre gli addetti al'emergenza cercavano di «contrastare la fuoriuscita di una cinquantina di metri cubi d'acqua al secondo», spiegavano all'Apv segnalando che «sono comunque migliaia gli ettari sott'acqua, molte le tracimazioni di corsi d'acqua minori». Due rotte lungo l'Aldegà, una naturale in destra idraulica, che ha allagato Sarmazza a Monteforte, e via Santa Croce, e una controllata sulla sponda opposta, per scaricare su San Vito. Aperta anche la paratoia in destra Chiampo verso San Vito: nonostante tutto ciò, però, i livelli dei fiumi non ne hanno tratto che benefici temporanei. A Monteforte il fosso Omomorto tiene in apprensione dalla mattinata di ieri gli abitanti dei condomini che vi si affacciano e sono stati segnalati fontanazzi in molti fossi. In collina più di qualche strada è stata invasa da detriti e terra trascinata verso valle dalla violenza della pioggia abbondantissima e incessante, come lungo la provinciale 58 che sale da Soave verso Fittà e Castelcerino, o a San Briccio. Viabilità critica, soprattutto nel nodo San Bonifacio-Soave-Monteforte nella zona di San Lorenzo e dell'uscita del casello di San Bonifacio della A4, lungo la regionale 11 chiusa al traffico dal pomeriggio. Rallentata in più occasioni, e sospesa in alcuni momenti, la circolazione sulla rampa che collega, attraverso il ponte della Rezzina alla confluenza tra Chiampo e Alpone, Monteforte a San Bonifacio. Chiuso anche l'accesso alla strada provinciale Porcilana dal casello. La presenza dell'elicottero del Suem 118 a San Bonifacio, voluta dal prefetto Perla Stancari per accelerare le operazioni di evacuazione delle famiglie sambonifacesi, ha portato bene a un giovane montefortiano colto da malore in casa poco dopo le 18. Nella sua abitazione, in via XX Settembre, è stato immediatamente inviato l'equipaggio della Croce rossa che stazionava in municipio e poco dopo è atterrato anche l'elicottero. L'uomo, una volta stabilizzato, ha raggiunto l'ospedale Fracastoro di San Bonifacio in ambulanza.

Paola Dalli Cani

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