<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Tares, la stangata
all'ultimo minuto

I NOSTRI SOLDI. Stanno ancora arrivando nelle case dei veronesi i bollettini di pagamento e il primo acconto scade lunedì. Centinaia di telefonate ai centralini dell'Amia. Tra Comune e Stato si arriva a pagare fino al 20% in più
Il calcolo dell'acconto Tares da pagare allegato  ai bollettini
Il calcolo dell'acconto Tares da pagare allegato ai bollettini
Il calcolo dell'acconto Tares da pagare allegato  ai bollettini
Il calcolo dell'acconto Tares da pagare allegato ai bollettini

La Tares arriva sul filo di lana. La scadenza per pagare la prima rata della nuova Tassa sui rifiuti e servizi, che sostituisce la Tia comunale e aggiunge il tributo statale sui servizi indivisibili sarà dopodomani, lunedì 30 settembre. Ma le bollette con le buste di Equitalia, che per conto di Comune e Amia gestisce l'invio e la riscossione, sono arrivate solo in questi giorni per posta, nelle case dei veronesi. Che fanno i conti con la stangatina da pagare entro l'anno, in tre rate. Tra ex Tia (più 4 per cento rispetto all'anno scorso) e tassa sui servizi indivisibili (sicurezza, pubblica illuminazione, cura dei giardini pubblici) con la Tares si arriva a un più 20 per cento circa rispetto all'anno scorso. I VERONESI si stavano chiedendo cosa fare, con il nuovo tributo entrato in vigore l'1 gennaio 2013, visto che non arrivavano le bollette. Lo testimonia la valanga di telefonate al centralino dell'Amia, nella sede di via Avesani, in Basso Acquar. Solo ieri sono state 460 e gli operatori sono riusciti a rispondere a 330. Altre 306 sono quelle effettuate dall'Amia. Numeri analoghi si sono registrati anche nei giorni scorsi. LE PRIME DUE RATE Tares, in scadenza il 30 settembre e il 30 novembre, sono corrispondenti ai bollettini giunti in questi giorni e riguardano il pagamento della tariffa rifiuti. In pratica l'ex Tia, calcolata in base ai metri quadrati di appartamento — e anche in base al numero di occupanti — o di negozi, capannoni industriali e altre attività. Le somme versate a Equitalia vanno al Comune, il quale poi gira i soldi all'Amia che svolge il servizio di raccolta e smaltimento. Rispetto alla Tia del 2012, queste prime due rate (si può pagare anche in un'unica soluzione, entro il 30 settembre) ammontano al 4 per cento in più. La terza rata, cioè la vera novità della Tares — cioè il contributo di 30 centesimi di euro per ogni metro quadrato di appartamento — andrà allo Stato. La scadenza sarà il 16 dicembre e non il 31 come scritto nella lettera accompagnatoria inviata con i bollettini. Il motivo della modifica? I continui aggiornamenti fissati dal governo, anche dopo la partenza delle lettere con le bollette. Questo è il contributo per i servizi indivisibili, cioè non legato a uno specificio servizio. A inviare il modulo per il pagamento sarà la stessa Equitalia, in pratica Comune e Amia, anche se i soldi andranno nelle casse dello Stato. Da qui il malumore di tanti sindaci: «Non vogliamo fare gli esattori per conto dello Stato». SECONDO UN ESEMPIO medio sul contributo statale, con 30 centesimi a metro quadrato, un appartamento di 90 metri quadrati con tre occupanti pagherà 27 euro in più. Quindi, chi finora pagava 165 euro di Tia, dovrà pagare il 4 per cento in più, cioè sei euro e 60, da dare al Comune, più 27 euro. Totale 198,60 euro, circa il 20 per cento in più della Tia. Anche se potrebbe essere di meno, in altri casi, a seconda del numero di residenti. «IN OGNI CASO, rispetto alla Tia, con la Tares che resta al nostro Comune abbiamo aumentato soltanto del 4 per cento il tributo comunale per pagare la raccolta rifiuti, dopo che per quattro anni era rimasto fermo, senza aumenti», dice l'assessore comunale alle finanze e alle politiche fiscali, Pierluigi Paloschi. Il quale aggiunge: «Noi abbiamo la Tia, con cui bisogna pagare tutto il servizio raccolta rifiuti attraverso la tassa, e quindi, per la parte che entra nel nostro bilancio, non abbiamo particolari cambiamenti, con la Tares. Ci rimettono invece i Comuni che hanno ancora la Tarsu, che veniva pagata in parte con le tasse e in parte dai Comuni stessi, che coprivano le spese. Ora dovranno adeguarsi alla Tia e quindi avranno aumenti considerevoli».

Enrico Giardini

Suggerimenti