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Viviani, testa al Giappone «Vedo solo i cinque cerchi»

Mirino sulle Olimpiadi Elia Viviani, portabandiera e oro ai Giochi di Rio
Mirino sulle Olimpiadi Elia Viviani, portabandiera e oro ai Giochi di Rio
Mirino sulle Olimpiadi Elia Viviani, portabandiera e oro ai Giochi di Rio
Mirino sulle Olimpiadi Elia Viviani, portabandiera e oro ai Giochi di Rio

Con la presentazione della maglia che i ciclisti indosseranno ai Giochi olimpici di Tokyo, «è ufficialmente cominciata l’avventura»: lo sottolinea Elia Viviani, chiamato a Roma a rappresentare il movimento nel Salone d’onore del Coni con il presidente Malagò, il neo presidente della Federciclismo Dagnoni, il presidente del comitato paralimpico Pancalli e il ct Davide Cassani. «Elia mi piace come corridore e come uomo», ha detto Malagò e Cassani ha ribadito che «ogni volta che Elia indossa l’azzurro è come fosse la prima volta». Dopo il periodo in altura a Livigno, Viviani alternerà gli allenamenti in altura con quelli in pista al velodromo di Montichiari. Elia, pensando all’Olimpiade, Marco Villa ha detto di aver bisogno di lei per il quartetto. «Sono concentrato solo e tutto sulle Olimpiadi e lavorerò duramente per le tre specialità quindi, oltre che per omnium e madison, anche per il quartetto. Se poi sarò competitivo ed essenziale per il quartetto lo diranno i tempi: farne parte sarebbe bello». Che tipo di lavoro deve fare per le tre specialità? «Al quartetto, dedicheremo la maggior parte delle giornate in pista al velodromo di Montichiari: su tre giorni di lavoro, due saranno per il quartetto e uno per madison e omnium. Le giornate per il quartetto sono dedicate alla potenza, alle partenze, a lavori di forza e palestra; quelle per omnium e madison verteranno più su cadenza, cambi di ritmo e simulazioni gare». Prima dei Giochi non ci saranno i previsti campionati europei: si andrà a Tokyo al buio, senza riferimenti sugli avversari? «Sì, purtroppo si andrà a Tokyo senza riferimenti se non quelli, per il quartetto, del cronometro. Sarà così per tutti, quindi tutti saremo alla pari. Nel programma preolimpico, ho inserito anche la Sei Giorni delle Rose». Un’idea sui favoriti comunque ce l’ha. «La Danimarca è la grande favorita per il quartetto ma attenzione a Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda, così come lo è nel madison con la coppia Morkov-Hansen. Il francese Benjamin Thomas ha stravinto l’ultimo Mondiale nell’omnium e sarà l’avversario numero uno seguito da Hansen, Torres, Van Schip». Dopo Tokyo potrebbe avere l’obiettivo di una maglia azzurra al Mondiale su strada in Belgio? «Al momento non ci penso. La mia testa, ora, vede solo i cinque cerchi. Ci penserò dopo, e solo se andranno bene le classiche tipo Amburgo, Plouay e Francoforte». È in scadenza di contratto con Cofidis ed escono indiscrezioni sulla squadra del 2022. «Si parla tanto ma non è il momento, per me, di spendere energie pensando al prossimo anno. Ci pensa il mio manager Lombardi. Arriverà il giorno in cui mi chiamerà e mi dirà: queste sono le opzioni. Allora prenderò una decisione, ma non adesso». È stato a Roma per la presentazione della maglia azzurra per l’Olimpiade. «Quando mi viene consegnata la maglia azzurra è sempre un momento particolare per me». Questa volta la maglia è bianca. «Come era quella di Rio. Questa volta è argento o bianco-grigia, pensata così perché più adatte alle alte temperature che troveremo a Tokyo, ma il pantaloncino è azzurro. Importante è che ci sia scritto Italia». C’era attesa per questa maglia. «Tutti i ragazzi me ne chiedevano perché è come cominciare ufficialmente questa avventura e tutti faremo il possibile per arrivare all’appuntamento al 110 per cento. Allora potremo, indipendentemente da quelli che saranno i risultati, guardarci indietro e dire: abbiamo fatto tutto il possibile». Era stato così cinque anni fa a Rio. «Posso dire che quei due giorni sono stati i più facili della mia carriera perché avevo fatto veramente tutto al meglio, curando ogni dettaglio. Quello che cerco di trasmettere ai ragazzi del gruppo azzurro». Tornerà a Roma il 23 per la consegna da parte del presidente della Repubblica, Mattarella della bandiera tricolore. «I miei impegni extra allenamento sono tanti ma stiamo incastrando bene tutto quanto. Sarà di sicuro un altro momento di grande emozione. Essere portabandiera mi ha caricato di responsabilità ma sono pronto». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Renzo Puliero

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