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Volley. L'intervista

Truhtchev: «Sono un lottatore. Rana Verona mi ha voluto proprio per questo»

Lo schiacciatore francese tra i nuovi acquisti della squadra veronese
Axel Truhtchev, nuovo schiacciatore di Rana Verona
Axel Truhtchev, nuovo schiacciatore di Rana Verona
Axel Truhtchev, nuovo schiacciatore di Rana Verona
Axel Truhtchev, nuovo schiacciatore di Rana Verona

Ancora pochi giorni di vacanza in Corsica, poi, dal 16, il pre ritiro in Bulgaria con alcuni compagni di squadra. Il 28 il raduno ufficiale. Axel Truhtchev, il nuovo schiacciatore francese di Rana Verona, non vede l’ora di iniziare. «Venire in Italia è sempre stato il mio sogno, di sicuro non sprecherò questa opportunità», assicura.

 

Il ds Marchesi dice che era sulle tue tracce da due anni.

La proposta di Verona mi arrivò due anni fa, solo che avevo appena firmato un contratto con una squadra francese. Ci abbiamo provato a recedere dal contratto ma non è stato possibile.

 

Tanta esperienza nella Liga francese e poi un grande campionato in Bulgaria. I tuoi obiettivi in Superlega?

Uscire dalla comfort zone. Sono qui per migliorare, per vedere se posso competere con i migliori al mondo. Venire in Italia è sempre stato uno dei miei obiettivi per capire a che livello sono e quali sono le mie potenzialità. Per me questo è uno step davvero importante.

 

Seguivi la Superlega?

Certo, tutti i giocatori seguono la Superlega.

 

Conoscerai molti giocatori, uno tra i tanti Aleksandar Nikolov, figlio di Vladimir, un tuo allenatore.

Aleks lo conosco da quando aveva 10 anni, suo papà Vladi è stato prima il mio capitano e poi anche allenatore.

 

E ora un altro coach bulgaro, Stoytchev. Lo conoscevi già prima di arrivare a Verona?

Ci siamo conosciuti due anni fa, ma lo conosco meglio per la sua fama visto che ha vinto tanto. Non lo conosco ancor benissimo come persona ma so che lavora tanto per tirare fuori il meglio da ogni giocatore.

 

Tuo papà è bulgaro e tua mamma è francese, parli bulgaro?

Sì, un pochino.

 

Con Stoytchev ti capirai alla perfezione.

Ma Rado parla anche francese oltre a un sacco di altre lingue, capirci non sarà di certo difficile, anzi.

 

Nel tuo ruolo c’è tanta competizione.

Per me è un bene. Non ho nulla da perdere. So da dove vengo, penso a tutte le difficoltà che ho dovuto affrontare in questi anni per arrivare a giocare in Italia e avere una possibilità. Non mi interessa chi ho davanti, l’unica cosa che so è che con il lavoro tutto è possibile. Se non lavori, allora meglio restare a casa sul divano. Ma questa non è la mia mentalità. Farò il mio meglio, so cosa posso fare fermo restando il grande rispetto che nutro per tutti i miei compagni di squadra.

 

Ti descrivi come un lottatore.

Sì, proprio così, lo sono al cento per cento. Se non fossi un lottatore non sarei a Verona, poco ma sicuro.

 

Come giocatore, quali sono i tuoi punti di forza e dove pensi di dover migliorare?

Il servizio e l’attacco sono le mie armi migliori. Ma anche la difesa. Per il resto devo crescere in ogni fondamentale. E per questo sono qui perché so che Rado ti fa lavorare sodo ed è molto importante per me.

 

Stoytchev può essere molto tosto alle volte.

Sì, certo. Ma se hai un padre bulgaro questo non è un problema. E comunque quando Rado è duro so che lo è per tirare fuori il meglio da te dal punto di vista sportivo, per farti andare al top. Se capisci questo non puoi avere problemi con Rado. Non è una questione personale, se te la prendi perché ti urla addosso, pensando che ce l’abbia con te, sbagli di grosso.

 

Rana Verona che squadra è?

Una squadra giovane con tanto potenziale, e ci sono tanti lottatori. Penso che avremo un anno fantastico. Ci sosterremo l’un l’altro per andare lontano.

Marzio Perbellini

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