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Volley Superlega

Jovovic: «Un'estate per ricaricarmi. Così sarò al top per Rana Verona»

Il nuovo palleggiatore gialloblù sarà il 16 in Bulgaria al pre-ritiro. Non ha chiuso le porte alla Nazionale serba: «Avevo solo bisogno di riposo»
Nikola Jovovic, nuovo palleggiatore di Rana Verona
Nikola Jovovic, nuovo palleggiatore di Rana Verona
Nikola Jovovic, nuovo palleggiatore di Rana Verona
Nikola Jovovic, nuovo palleggiatore di Rana Verona

Ultimi giorni di vacanza a rilassarsi a casa con i genitori a Novi Sad, in Serbia, per Nikola Jovovic, regista di Rana Verona. Un’estate senza nazionale (e senza Europeo) per ricaricare le pile, recuperare energie fisiche e mentali, e presentarsi in gran forma per l’inizio della stagione con la maglia gialloblù. Il 16 agosto con alcuni compagni di squadra andrà a Varna, in Bulgaria, per il pre ritiro. Poi, il 28, ci sarà il raduno ufficiale a Verona.

 

Finalmente si parte.

Sì, mi sono riposato, mi sono ricaricato e non vedo l’ora.

 

Adesso che la squadra è completa, il tuo giudizio su Rana Verona?

Una squadra ottima. Non so dove potremo arrivare, so solo che con il lavoro potremo fare molto bene. Sarà una stagione difficile con tante partite infrasettimanali ma preparandoci a dovere sia tecnicamente sia fisicamente potremo toglierci delle belle soddisfazioni.

 

Come è nata la passione per la pallavolo?

Non pensavo che sarei diventato un giocatore di pallavolo. Fino ai 13 anni mi piacevano il basket e il calcio. Poi ho capito che avevo più talento per il volley. Per i miei l’importante era che stessi fuori di casa a sfogarmi con una palla. Così ho fatto.

 

Ci sarai in Arena per la partita d’esordio della nazionale femminile all’Europeo?

No, purtroppo no. Ma la seguirò in televisione.

 

A proposito di location speciali, il posto più bello dove hai giocato?

Nel 2017, a Varsavia, 70mila persone allo stadio per la prima partita dell’Europeo contro la Polonia.

 

Quest’anno non ti mancherà fare l’Europeo con la Serbia?

Giocare con la nazionale è sempre bello, ma come ho spiegato ancora a gennaio al ct avevo bisogno di riposare un po’ e di recuperare fisicamente. Quando fai 40 partite in più con la nazionale e dopo inizi il campionato sei davvero stanco, scarico e non riesci a dare il meglio. E io da 15 estati non facevo vacanza. Ho fatto questa scelta, non so se giusta o meno, ma avevo bisogno di ricaricare un po’ le pile, di stare con i miei genitori, con mio fratello. Di certo non ho chiuso le porte alla nazionale, avevo solo bisogno di staccare un po’. Di prepararmi con calma alla nuova stagione, il mio fisico ne aveva bisogno. Ho seguito un programma del preparatore atletico e adesso sono pronto per ripartire con Rana Verona. Mi sento proprio in forma.

 

Nella tua carriera mancano le Olimpiadi.

Purtroppo. Sarebbe bellissimo farle. Speriamo di qualificarci. Abbiamo vinto tante medaglie ma ora è durissima: le prime dieci squadre in classifica possono vincere tutto. Sarà tosto anche fare le qualificazioni. Quasi più difficile qualificarsi che vincere una medaglia.

 

Un allenatore al quale sei stato particolarmente legato, importante per la tua carriera?

Stelian Moculescu, quando giocavo al VfB Friedrichshafen in Germania. E poi per la nazionale Boban Kovac, con lui sono migliorato tanto.

 

Il giocatore più forte con cui hai giocato?

Ah, sono tantissimi. Farei torto a qualcuno facendo un nome. Per restare in Serbia Nikola Kovacevic, suo fratello Uros e Milikovic.

 

Nel tuo ruolo un giocatore che hai sempre ammirato?

Ho ancora la foto che ho fatto nel 2012 con De Cecco. Poi Toniutti, Bruno fantastico, Giannelli. Tutti palleggiatori che volano. Fenomenali.

 

Chi vincerà l’Europeo?

Difficile da dire. La Polonia è una delle favorite in tutte le competizioni. Ma anche l’Italia, la Francia, la Serbia, la Slovenia, l’Olanda. Ma occhio pure alla Turchia, mi piace molto.

Marzio Perbellini

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