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«Vado ai Giochi per divertirmi e chiudere un'ottima stagione»

ERICA BURATTO. La «gemella» di Federica Pellegrini gareggia per la Sport management e cercherà il podio in staffetta. La 28enne nuotatrice è friulana ma come la «collega» veneziana è una veronese d'adozione. I suoi propositi alla vigilia delle gare
Il sorriso di Erica Buratto dopo una vittoria in vasca
Il sorriso di Erica Buratto dopo una vittoria in vasca
Il sorriso di Erica Buratto dopo una vittoria in vasca
Il sorriso di Erica Buratto dopo una vittoria in vasca

Saranno due le veronesi d'adozione che porteranno un po' d'acqua dell'Adige nel Tamigi olimpico. Oltre a Federica Pellegrini, che a Verona si allena da anni e proprio in città ha costruito le sue migliori imprese, a Londra 2012 nuoterà anche Erica Buratto, friulana in forza alla Sport management. Nata nel 1984 a Remanzacco, in provincia di Udine, sarà una delle quattro staffettiste della 4 per 100 stile libero: un premio guadagnato alla fine della miglior stagione della sua carriera, durante la quale ha conquistato due medaglie di bronzo ai campionati europei sia in vasca lunga che in vasca corta e dopo aver preso. Con la partecipazione ai Giochi di Londra coroni il sogno olimpico. Che emozioni hai provato quando sei stata convocata nel gruppo olimpico? «Naturalmente la notizia della convocazione è stata emozionante ed è indescrivibile quello che tuttora provo e, secondo me, proverò ancora per molto tempo. È una sensazione di soddisfazione infinita. Ho coronato un sogno che non avrei mai pensato di realizzare. Dopo Roma 2009 non riuscivo a trovare gli stimoli per continuare ma il mio allenatore Antonio Satta ha saputo motivarmi quotidianamente. Credo sia la soddisfazione più grande per qualsiasi atleta allenarsi per anni e riuscire a qualificarsi per le Olimpiadi». E come le affronterai? «Una persona mi ha detto: Goditi il momento e ricordati che sono poche le persone che possono vivere ciò che vivrai tu. Ora mi andrò a divertire. Le aspettative sono di migliorarmi e cercare di andare in finale con la staffetta. Vieni da una stagione ricca di soddisfazioni anche internazionali, con la doppia medaglia agli Europei. Quest'anno è cambiato qualcosa nel tuo approccio alle gare? «La convinzione, la grinta e la voglia di vincere sono stati gli ingredienti fondamentali di questa stagione. La fiducia che ho nel mio allenatore e nella mia società hanno dato un'ulteriore spinta alla mia determinazione». Qual è stata l'emozione più grande di questa stagione? «Quest'anno oltre ai successi ho avuto anche delle delusioni. Come la non presenza alle Olimpiadi della mia compagna di squadra Roberta Ioppi: oltre che atleta è un'amica di vecchia data. Ho provato un po' di delusione anche quando ho gareggiato nelle gare individuali agli europei di Debrecen. Pensavo di migliorarmi ma non è stato così. Le emozioni più grandi sono legate alle medaglie internazionali. Poter salire sul podio con la pluricampionessa del mondo Federica Pellegrini, la mia amica Alice Mizzau e la mia peggior nemica nelle competizioni Erika Ferraioli è stato bello. Fondamentale è il supporto della mia famiglia, che come sempre mi sostiene nelle vittorie ma soprattutto nelle sconfitte. Come ti sei preparata per le Olimpiadi? «Faccio nove allenamenti a settimana di due ore in acqua e tre allenamenti in palestra di un ora. Da quest'anno svolgo una parte della preparazione al Centro federale di Verona, con lo staff della nazionale. Questa scelta tecnica fatta dal mio allenatore, in collaborazione con la società e la Fin, è stata una grandissima opportunità per me. Il resto degli allenamenti li svolgo nel centro Sport management di Desenzano del Garda». Sei anche allenatrice dei più piccoli. Cosa cerchi di trasmettere loro e che consiglio dai ai genitori che portano i propri figli per la prima volta ad una gara? «Allenare i ragazzini è un bel passatempo. Oltre a trasmettere la mia passione voglio che capiscano quanto fa bene fare sport. Ai genitori dico sempre che la cosa fondamentale è che il bambino si diverta: se non fosse così bisogna trovare una soluzione. Se il bambino è felice il genitore gioisce insieme a lui». S.C.

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