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Intervista al centrocampista

Talarico: «Non mollo mai. E per la Virtus darò l'anima»

Arrivato all'ultimo, è un talento già in evidenza
Raul Talarico (Virtus) difende palla
Raul Talarico (Virtus) difende palla
Intervista Raul Talarico

S’è sempre rimboccato le maniche Raul Talarico. Testa bassa e tanta fatica. Su un campo di calcio così come nell’azienda di macchine piegatrici di lamiere a Lonigo, quando nella sua vita non c’è stato solo calcio. Vent’anni solo all’anagrafe, molti di più nella sostanza. Di sicuro da quando papà Vincenzo è volato in cielo troppo presto. Quando Talarico ha deciso di stare più vicino a casa e a mamma Jessica, di liberarsi dal Vicenza perché solo nei dilettanti poteva allenarsi la sera e riempire il resto della giornata con otto ore di fabbrica.

Al Vicenza è stato dagli Esordienti all’ultimo scalino di Primavera, dopo i primi calci a Sarego e l’ultima memorabile annata al Montecchio, in cui ha fatto quel che ha voluto. «Umiltà e sacrificio, tutto per il bene della squadra», la filosofia di Talarico, già con la fiducia piena per la fascia destra di Fresco. Un tempo col Lecco appena messo piede al Gavagnin, titolare a Piacenza. L’inizio non è affatto male.

 

Talarico, due punti in due partite. Bilancio giusto?

Magari qualcosa in più potevamo raccogliere per quello che abbiamo fatto vedere. Più col Lecco che col Piacenza, ma tutto sommato può anche andar bene così.

 

Difficile l’anno scorso allontanarsi dal Vicenza?

Mi sono svincolato ma ero d’accordo con la società. Il Vicenza avrebbe continuato a seguirmi partita dopo partita. Come se fossi un loro giocatore in prestito. Quest’estate sono tornato, facendo tutto il ritiro con la prima squadra. Tanto che alla Virtus sono arrivato giusto all’ultimo giorno di mercato.

 

L’idolo da ragazzino?

In assoluto Del Piero ma è chiaro che per caratteristiche col tempo ho dovuto guardare con attenzione verso giocatori più di quantità. Fra i tanti mi piace molto Barella. Adoro quelli che non si risparmiano mai. Come me.

 

Ruolo preferito?

Sono cresciuto nel Vicenza facendo di tutto. Dal terzino, come ora alla Virtus, fino alla mezzala o al mediano nel centrocampo a due. Ho fatto pure il trequartista e l’esterno alto. A Montecchio dove c’era bisogno andavo. Mi mancano il portiere, il centrale difensivo e la punta.

 

La versatilità in persona…

Essere duttile di sicuro aiuta, specie nel calcio di oggi. Per me conta il collettivo, il bene di tutti. Io sono solo un tassello di un grande mosaico.

 

L’immagine che la sintetizza meglio di tutte?

Io che corro dando l’anima anche se la partita dovesse durare tre ore. Questo mi auguro la Virtus ricordi soprattutto di me a fine campionato. I miei compagni sappiano che Talarico non mollerà mai, fino alla fine. Al di là delle qualità tecniche o tattiche. La determinazione non mi manca, poi è naturale che dovrò migliorare sotto tanti altri aspetti. È quel che proverò a fare giorno dopo giorno.

 

Sensazioni di queste prime settimane alla Virtus?

Un bel gruppo. Se vivi lo spogliatoio capisci perché la società è da così tanto tra i professionisti. E mister Fresco è particolare, mi piace.

 

Com’è stare al fianco di Hallfredsson e Gomez?

Sappiamo tutti che carriera hanno vissuto, a ragazzi come me non resta che prenderne spunto. Più che altro a livello umano, oltre a quei particolari che vedi solo nei giganti che hanno visto certi livelli di calcio per una vita. L’esperienza di Hallfredsson e Gomez dovrà essere una delle nostre ricchezze. Campioni che vanno oltre il ruolo. Due grandi persone prima di tutto. Proverò a rubare qualcosa e qualsiasi cosa imparerò andrà benissimo.

 

A Montecchio ha fatto il fenomeno anche il suo compagno Casarotto…

Quarantadue gol sono un’enormità, è stato bravissimo. Qualcuno gliel’ho fatto segnare pure io. Felicissimo per lui.

 

Avrebbe potuto restare a Vicenza?

L’idea del club era quella di valutarmi in ritiro e là ho fatto tutto quel che potevo per dare la migliore impressione possibile. Alla fine mister Baldini e il direttore sportivo Balzaretti mi hanno confermato che avevo fatto bene ma si è concordato per un prestito che mi permettesse di giocare con continuità. Sono contento delle loro parole e del periodo a Vicenza. Di sicuro un arricchimento per il mio percorso. Felice anche di essere alla Virtus, l’ideale per mettermi in mostra e far vedere quanto valgo.

 

Che gara sarà col Pordenone?

Una battaglia: l’affronteremo cercando di aggiungere altri punti alla classifica. Fondamentale prendere tutto quel che riusciremo ad afferrare lungo il cammino. .

Alessandro De Pietro

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