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L'ultimo saluto a Lonigo

Addio Davide, commozione e rabbia ai funerali del campione

Nel Duomo l'ultimo saluto al campione vicentino travolto e ucciso da un camion il 30 novembre. Attese migliaia di persone e personalità dal mondo del ciclismo e dello sport
Davide Rebellin, i funerali
Davide Rebellin, i funerali
Il feretro in chiesa (Colorfoto)

Un commosso applauso ha salutato l’uscita dal duomo di Lonigo del feretro di Davide Rebellin al termine del rito funebre. L’omaggio è proseguito a lungo sul sagrato del Duomo dove si è radunata una grande folla. I familiari hanno accolto le condoglianze dei conoscenti e dei campioni di ciclismo presenti al funerale. Per espressa volontà della famiglia il feretro verrà tumulato in forma privata al cimitero di Madonna di Lonigo.

L'omelia: «Una piccola stella che ha illuminato il nostro mondo»

«Una piccola stella che ha illuminato il nostro mondo». Così don Matteo Nicoletti ha ricordato Davide durante l’omelia pronunciata nel corso dei funerali del campione. «Davide - ha aggiunto il sacerdote - ha fatto della sua passione e del suo talento uno strumento per diffondere i valori cristiani nella comunità. La sua è stata una vita umile vissuta con fede e devozione è un esempio per tanti giovani».

Lonigo saluta Davide, chiesa gremita ai funerali

Una folla commossa sta partecipando nel duomo di Lonigo al funerale di Davide Rebellin. Chi non ha trovato posto all’interno, assiste al rito dal sagrato del tempio e si unisce alle autorità civili e sportive, ai campioni del ciclismo di ieri e di oggi, agli amatori e a tanti leoniceni nel tributare il cordoglio ai famigliari del corridore ucciso da un camion pirata durante un allenamento su strada.

Numerosi i volti noti agli appassionati delle due ruote che partecipano al rito. Tra gli altri, Claudio Chiappucci, Gianni Bugno, Alessandro Ballan, Filippo Pozzato, Franco Pellizzotti e Gilberto Simoni. È stato il campione trentino a rendersi partecipe del sentimento di sconforto che la sciagura ha provocato nel mondo del ciclismo. «Quanta rabbia - ha affermato Simoni - perdere un amico così, un campione così, un uomo così. Quanti morti dovremo piangere ancora prima che una legge ci tuteli?»

La cerimonia funebre è concelebrata da don Matteo Nicoletti e dai sacerdoti che hanno prestato servizio alla parrocchia di Madonna. Attorno alla salma tutti i familiari: la mamma Brigida e i fratelli Carlo, Simone e Stefano, la moglie Françoise .

La famiglia: «Ciao Davide, pedala tranquillo per la tua ultima volata»

Al sindaco sono state affidate le parole della mamma Brigida, della moglie Françoise e dei fratelli Simone, Stefano e Carlo: «Davide sei nato luminoso e hai vissuto per illuminare i nostri cuori. Ora che sei diventato il nostro angelo proteggici con la tua luce. Rimarrai sempre in noi con il tuo splendore. Ciao Davide, pedala tranquillo per la tua ultima voltata: taglia il traguardo con le braccia alzate e il tuo sorriso. Il Cielo ti attende, l'amore ti accompagna».

La dedica dei nipoti. «Rimarrai per sempre un grande campione e una persone speciale unica. Ti vogliamo ricordare felice in sella alla tua cara bici. Non ti dimenticheremo mai, zio».

Il ricordo dei compagni di scuola. «Davide sorrideva sempre e il lunedì, a scuola, ci raccontava delle sue conquiste in bici. E noi abbiamo capito in fretta che il suo sogno sarebbe diventato realtà. Caro Davide, la tua ultima volata è verso il Cielo, sfreccia veloce guerriero di luce, insieme al tuo papa Gedeone».

Gilberto Simoni: «Quanta rabbia, quanti morti in bici dovremo piangere ancora?»

Gilberto Simoni, commosso, ha avuto parole di affetto per l'amico e di rabbia per la morte di Davide. Gibo ha puntato il dito contro una legge che non ferma la strage dei ciclisti per le strade. Li separavano 9 giorni dalla nascita. Davide e Gilberto, nati e cresciuti insieme. Trattiene le lacrime Gibo: «Una rabbia che non riesco a calmare - ha detto una volta salito sull'altare -. Davide era un amico, un compagno di squadra. Era un onore essere battuto da lui in corsa. Lascia un vuoto incolmabile». Poi aggiunge: «Quasi una morte al giorno in bici sulle strade. Provo vergogna verso uno Stato che non ha il coraggio di fermare questa strage. La tua morte, Davide, non sia vana. Questa strage va fermata».

L'arrivo della salma in Chiesa

È stata accolta con un lungo applauso la salma di Davide Rebellin, coperta da un cuscino di fiori bianchi, giunta alle 9,30 in Duomo a Lonigo accompagnata dalla mamma, dalla moglie e dai fratelli. In chiesa, i banchi già affollati per la veglia del ricordo che precede il funerale. All'esterno, ad attenderlo, i campioni del mondo del ciclismo, ex compagni in gruppo: Bugno, Simoni, Chiappucci con il ricordo dell'amico, del campione, del compagno che oggi si intreccia con il tema della sicurezza dei ciclisti sulla strada.

L'ultimo saluto a Davide Rebellin (fotoservizio Colorfoto)

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L'ultima volata di Davide

22 DICEMBRE. Davide Rebellin è alla sua «ultima volata… per il Cielo». Stamane, alle 10, «la liturgia della Resurrezione» sarà celebrata al Duomo di Lonigo. Un addio che sarà molto partecipato perché Davide è entrato nel cuore della gente non solo come atleta ma anche come uomo. 

All’arrivo della bara (prima collocata alla Casa funeraria Santa Maria sulla strada provinciale San Bonifacio-Arcole), alle 9,30, vi sarà spazio per momenti di testimonianza e ricordi. Davide sarà poi sepolto al cimitero di Madonna di Lonigo, accanto a papà Gedeone, scomparso nel giugno scorso. 

La veglia e la ruota dei due «angeli»

L’altra sera, c’era stata una partecipata veglia di preghiera con la recita del Rosario nel Santuario di Madonna di Lonigo dedicato alla Madonna dei Miracoli, alla quale il campione scomparso era particolarmente devoto, la chiesa dove Davide aveva fatto il chierichetto negli anni giovanili, dove sempre tornava al suo ritorno nei luoghi natii per un fiore, un ringraziamento, una preghiera. 

Sabato scorso, alla Pieve di San Floriano, in Valpolicella, tra i presepi esposti nel chiostro, accanto alla capanna, è stata posta una ruota con la foto di “due angeli”, Davide Rebellin e Michele Scarponi. 

La foto risale al 2009, quando Davide e Michele erano compagni di squadra alla Diquigiovanni, entrambi uniti poi da un tragico destino (anche Scarponi è morto a pochi passi da casa, investito da un camion). 

Babbi Natale in bici

È stata la conclusione della pedalata dei “Babbi Natale in bici” dalla Stella della Bra a San Floriano che ha voluto essere, come ha scritto don Amos, «un ricordo affettuoso e vivo di chi ha perso la vita in bici, alla testimonianza di un forte impegno a favore dell’educazione per la sicurezza sulle strade, a difesa dei più deboli», il tutto sintetizzato in uno striscione con ai due lati le foto di Scarponi e Rebellin, un disegno che segna la distanza che dovrebbe esserci tra auto e ciclista e la scritta «rispetta il ciclista, la vita non è uno scherzo, prendila sul serio».

«L’à tribulà da vivo, ghe tocà tribular anca da morto», si è sentito spesso dire riferito a Rebellin, in questi giorni in attesa della conclusione delle indagini giudiziarie sull’incidente del 30 novembre. A ventitré giorni dalla sua scomparsa, Davide avrà finalmente pace.

Renzo Puliero / Luisa Dissegna / Lino Zonin

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