<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

UnaTezenis di cristallo. La missione salvezza diventa il primo passo

La difesa di Treviglio cerca di ingabbiare Guido Rosselli FOTOEXPRESS ZATTARINSfondamento fischiato a Bobby Jones FOTOEXPRESS
La difesa di Treviglio cerca di ingabbiare Guido Rosselli FOTOEXPRESS ZATTARINSfondamento fischiato a Bobby Jones FOTOEXPRESS
La difesa di Treviglio cerca di ingabbiare Guido Rosselli FOTOEXPRESS ZATTARINSfondamento fischiato a Bobby Jones FOTOEXPRESS
La difesa di Treviglio cerca di ingabbiare Guido Rosselli FOTOEXPRESS ZATTARINSfondamento fischiato a Bobby Jones FOTOEXPRESS

Arrendersi all’evidenza di una stagione di sofferenza. Il primo passo forse per capire di essere finiti in fondo al pozzo. La salvezza da blindare diventa missione. La classifica corta lascia spazio ampiamente alla speranza di poter accedere ancora ai play off. Ma è la tendenza che preoccupa. Perchè Verona è squadra che in questo momento deve guardarsi le spalle ed uscire dalla sabbie mobili. E non sarà certo facile. La Tezenis travolta a Treviglio ha dimostrato - una volta di più - tutte le sue fragilità. Strutturali, fisiche e mentali. Verona si è persa contro una squadra troppo verticale, troppo adrenalinica, dotata di discreto talento ed elevato agonismo. Un triste deja vu che tiene la Scaligera ancorata in fondo alla classifica, terz’ultima a otto turni dalla fine della regular season. Con addosso ansie, inquietudini e frenesie. Il cambio tra Diana e Ramagli ha portato una vittoria di sollievo con Piacenza, in mezzo a due sconfitte che hanno peso specifico diverso. Il tecnico livornese lavora su un nuovo sistema di gioco, sull’aspetto motivazionale, ma deve fare i conti con un’emergenza che non lo aiuta nel suo processo di ricostruzione della squadra. Pesano le assenze di Caroti e Janelidze, pesano le conseguenti rotazioni corte. Pesano i “cattivi allenamenti“ della settimana, la cui intensità, per forza di cose, non può essere quella sperata, proprio per acciacchi e infortuni. Deludono i due Usa. Greene non incide, spesso fuori dai giochi, capace di accendersi a tratti, quasi mai trascinatore, quasi mai risolutore. Pure Jones non incide e potrebbe diventare una delle pedine da muovere in uscita. Certo, Bobby ha offerto prove di straordinaria energia, intervallate troppo spesso da prestazioni insufficienti sul piano difensivo ma anche della costruzione. Portando pochi effetti benefici. Aggiungiamoci che Pini e Rosselli non sono ancora al top e che Tomassini - vista l’assenza di Caroti - si è trovato a fare gli straordinari, finendo per esaurire le energie. E il quadro è chiaro. Verona va in frantumi, fragile come il cristallo. Con l’impossibilità di ricalibrarsi, respirare e recuperare energie. Il calendario non lo consente. Domani arriva già la trasferta di Udine. Il mese di marzo manderà la Scaligera in campo sette volte. Cinque gare in casa, due consecutive in Sicilia, prima di accedere alla fase ad orologio. Un tour de force preoccupante per una squadra che si stanca in fretta, s’impianta in attacco, e regge per troppo poco tempo in difesa. Sconclusionata nelle costruzioni, vittima di improvvisi e pericolosi black out. In ballo non c’è solo il presente, ma anche il futuro del club. Il presidente Gianluigi Pedrollo non ha fatto mai mancare in suo apporto anche nel momento di dare il via libera ad extra budget. Ma questa situazione di straordinaria e tragica emergenza lo ha spazientito parecchio. Verona deve blindare la serie A2, per evitare una caduta disastrosa tra i cadetti, che potrebbe portare a chissà quali scenari. Ramagli si ferma al presente. «Per me esiste un solo obiettivo reale: la partita di Udine». Il nuovo ds Frosini resta vigile sul mercato. Serve inserire una pedina nel reparto lunghi. Ma qui si tratta di creare un gioco ad incastri che ancora non ha padroni. E in vista della trasferta di Udine di domani c’è da monitorare pure le condizioni di Giovanni Severini, che è rientrato dalla sfida del Pala Facchetti con una caviglia dolente. Al peggio pare non esserci mai fine. E per Ramagli, quella di domani, sarà partita da fresco ex. Magari, l’ultimo dei suoi pensieri. Visto che Verona, oggi, deve tornare soprattutto a muovere la classifica. Fragile e convalescente. Ma ancora in corsa per potersi risollevare. •

Simone Antolini

Suggerimenti