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Tezenis tra crisi e speranza. La classifica oggi fa paura

Alessandro Ramagli è atteso al debutto casalingo di domenica con Piacenza FOTOEXPRESS ZATTARIN
Alessandro Ramagli è atteso al debutto casalingo di domenica con Piacenza FOTOEXPRESS ZATTARIN
Alessandro Ramagli è atteso al debutto casalingo di domenica con Piacenza FOTOEXPRESS ZATTARIN
Alessandro Ramagli è atteso al debutto casalingo di domenica con Piacenza FOTOEXPRESS ZATTARIN

Uno dei momenti peggiori degli ultimi dieci anni. La Tezenis si ritrova terz’ultima in classifica, risucchiata dalle proprie incertezze, due punti avanti Biella (che con Verona vanta un 2-0 negli scontri diretti), penultima nel girone Verde di A2. Nulla, peraltro, è compromesso, considerata la classifica compressa. Ma oggi è necessario prendere atto dello stato delle cose. Perché, per dirla alla Ramagli, «è di presente che dobbiamo vivere». La sconfitta contro i piemontesi è riassunto delle precedenti puntate. La Scaligera è vittima del suo personalissimo “mal du vivre“. Un tedio che la porta a scollegarsi dalla partita, a perdere il ritmo, a prendere scelte individuali discutibili nel momento della verità, a difendere pigra, a sciogliersi nel finale. I due Usa non aiutano. Ma non da ieri. Greene, nella prima versione Ramagli, ha avuto buon impatto palla in mano e nelle scelte di tiro (soprattutto nei giochi interni, ma da tre ha rimediato un 2/7). Poi è uscito dal ritmo nel momento della verità. Due palle perse a gara da definire lo mandano tra i bocciati. Prova negativa anche per Jones. Che mette energia, che cattura palloni anche pesanti sotto canestro, ma che spesso esce dalla contesa, dal ritmo di squadra, avventurandosi in isolamenti rivedibili e scelte di gioco senza un domani. La Verona di Biella è apparsa stanca sul piano mentale. Ha corso meno di un avversario pieno di energia e di rabbia agonistica. Ha concesso 21 punti da palle perse, 19 in contropiede. Come osservava Ramagli: «L’abbiamo persa più in attacco che in difesa». Verona l’ha persa su ambo i lati del campo. Perchè 85 punti incassati sono inaccettabili per una squadra profonda, di taglia, di esperienza, corrosa dagli infortuni, certo, pure dal Covid e anche dall’ansia di risalire, ma pur sempre di talento e qualità. Ma evidentemente non basta. E Ramagli in un giorno e mezzo non poteva certo guarire Verona. Che resta tra i sospesi. Che potrebbe anche muovere ancora il mercato ipotizzando nuove soluzioni, valutando pure l’ipotesi del cambio di uno dei due americani. Ma prima sarà necessario che il club recepisca le osservazioni di Ramagli. Verona ha difeso lucido all’inizio (solo 15 punti concessi a Biella nel primo quarto), ha raccolto 34 punti in area (buone soluzioni interne prima del black out finale), ma di fatto ha costruito il break con le triple esplose nel terzo quarto da Rosselli, Severini e Tomassini. Crollando nell’ultimo periodo. Il coach, a fine gara, ha ammesso che «arrivati al punto a punto, nel momento cruciale della gara, sono emersi i difetti di fabbricazione». E quali sono questi difetti? La spiegazione arriva dallo stesso coach livornese: «I difetti di fabbricazione fanno riferimento alla conformazione strutturale della Tezenis. Questa squadra ha tanti giocatori in grado di giocare sul perimetro. E giocatori interni che hanno qualità di maneggiare la palla. Elementi molto tecnici che hanno bisogno di toccare la palla dentro l’area di più di quello che stanno facendo. E il concetto va esteso anche ai giocatori perimetrali. Perché questo modo di eseguire le nostre costruzioni ci permetterebbe di innescare un gioco “dentro e fuori“, attirando la difesa avversaria quando la palla entra in area, per poi farla uscire. E a quel punto le qualità dei nostri tiratori e dei nostri giocatori da uno contro uno, nelle situazioni di recupero, potrebbero essere esaltate. Invece, finché la palla si muove soltanto perimetralmente senza entrare mai nel cuore dell’area - sia attraverso le ricezioni dei lunghi o degli esterni, che attraverso le penetrazioni - è chiaro che il gioco è più prevedibile e questo ti espone al fatto che sei più vincente solo se sei supportato dalle percentuali di realizzazione da fuori. Nell’ultimo quarto di Biella, poi, è stato evidentissimo il calo fisico. Figlio di situazioni che conosciamo: Rosselli fuori da 40 giorni, Pini rientrato da poco. Ho visto Jones molto affaticato, così come Tomassini, costretto a giocare ripetutamente per 35’ viste le ultime emergenze. Oggi la condizione fisica generale non è omogenea. E va ritrovata». •

Simone Antolini

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