<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Tezenis, togli la faccia triste. Ramagli grande motivatore

Un giovanissimo Alessandro Frosini insieme a Davide BonoraAlessandro Frosini a colloquio con Bobby Jones al Forum
Un giovanissimo Alessandro Frosini insieme a Davide BonoraAlessandro Frosini a colloquio con Bobby Jones al Forum
Un giovanissimo Alessandro Frosini insieme a Davide BonoraAlessandro Frosini a colloquio con Bobby Jones al Forum
Un giovanissimo Alessandro Frosini insieme a Davide BonoraAlessandro Frosini a colloquio con Bobby Jones al Forum

Trent’anni dopo ritrova una Scaligera sofferente. Destinata a finire sul lettino dello psicanalista. Alessandro Frosini, dal ’90 al ’94 in gialloblù, ha vissuto gli anni d’oro di una Verona che non c’è più. Il passato come ricordo, il presente (ingombrante) come compagno di viaggio, dentro ad un romanzo fattosi improvvisamente noir. Frosini, cosa vede? Una squadra in difficoltà. Alla ricerca di se stessa. Costretta a percorrere un’altra strada. Perchè quella intrapresa non porta a buona destinazione. Il gm Giuliani e la famiglia Pedrollo hanno scelto lei. Perchè ha accettato? Perchè ormai mi sento veronese. Vivo qui con la mia famiglia. Mio figlio gioca nelle giovanili. Il ricordo che mi ha lasciato la Scaligera è indelebile. Qui mi sono fatto giocatore. E qui mi sarebbe piaciuto tornare. Serve andare subito sul mercato? Serve parlare, serve confrontarsi. A me, serve capire come sta il gruppo. Finora ho visto tutto da fuori. Mi prendo il tempo giusto per vedere, da dentro, cosa sta accadendo, come i ragazzi vivono il momento. E poi, decideremo cosa fare. Sia inteso: serve eventualmente intervenire per prendere un giocatore che possa permetterti di cambiare la stagione. Un innesto buttato lì non serve a nessuno. Il primo passo? Riuscire a dare una sterzata alla stagione. A partire già dalla gara di domenica contro Piacenza. Come ci si riesce? Questo è il momento del duro lavoro. Se le cose non vanno, si viaggia a testa bassa. Adesso sta parlando il direttore sportivo o parla ancora il giocatore? Conosco bene le dinamiche. La prima cosa da fare è guardarsi dentro. E andare davvero fino in fondo. Credo sia fondamentale lavorare sulla testa dei ragazzi. Per capire dove sta il problema e per porre rimedio. Ramagli è l’uomo giusto? Mi ha allenato a Biella e Reggio Emilia. Sì, Ale è l’allenatore giusto, un grande motivatore. Oggi la squadra deve imparare a fidarsi di lui, deve ascoltarlo, deve farsi trascinare. In questi primi giorni di allenamento ho potuto vedere il coach lavorare sul campo. Sta cercando di cambiare il sistema di gioco. Per arrivare a dove? Nascondere i difetti, per il momento. E far emergere le virtù. Che non sono poche. Perchè Verona si è trovata lì in fondo? Credo che infortuni e Covid abbiano influito. La Scaligera ha dovuto più volte ricalibrarsi, ha vissuto in emergenza, si è trovata da subito senza pedine di grande valore. Ha accusato il colpo. E a difficoltà si sono aggiunte difficoltà. Risalire non è cosa semplice. Ma non voglio vedere facce tristi. I problemi vanno affrontati di petto. La cosa peggiore che la Tezenis può fare oggi qual è? Piangersi addosso. Non esiste. Dobbiamo solo ritrovarci. E farlo in fretta. Cosa vi siete detti con Ramagli? Ho parlato con lui, ho parlato con la squadra. C’è poco da dire e tanto da fare. Oggi valutiamo chi siamo, il futuro ci dirà se è necessario cambiare ancora qualcosa. Trent’anni fa la sua Scaligera conquistava la Coppa Italia. Nostalgia del passato? Il passato è insegnamento. Verona mi ha aiutato molto a trovare la mia strada. Allenarsi con compagni come Kempton, Schoene e Dalla Vecchia era impagabile. Quella Verona mi ha lasciato addosso il sapore della vittoria. La Tezenis appare fragile, a volte confusa, e in debito di ossigeno Non siamo dei ragazzini. Avere o non avere Pini, il miglior Pini, non è la stessa cosa. Caroti sta recuperando dall’ennesimo infortunio. E la sua parte migliore non l’abbiamo ancora vista. Abbiamo giocatori che possono spostare gli equilibri. Ma serve avere la possibilità di essere al top della condizione.

Suggerimenti