L'acuto nell'ultimo scrimmage. Verona piega Cantù uscendo dalle secche di un precampionato non esattamente felice: finisce 79-72, la chiude Rosselli d'orgoglio e di prepotenza, con una penetrazione rabbiosa: letto in chiave simbolica, il segnale di cosa serve davvero a questa giovane Tezenis. Fame e attributi, prima di parlare di tutti gli altri fattori. La vittoria appaga ad una settimana dal campionato. Ma non è una gran partita: ritmo buono, mani fredde, sagra di errori in ripetizione da ambo i lati. Johnson ancora in ritardo e alla ricerca di una dimensione che lo veda protagonista nel sistema. Primi passi in gialloblù per Nikolic. Penna a riposo. La gara. L'inizio è contratto, il canestro si fa piccolo, a momenti pare una serratura. Non entra: dopo quattro minuti il parziale segna appena 2-3 a favore di una Cantù di gamba e di taglia, ieri però imprecisa oltre misura. Tanti gli errori sotto le plance dell'ex Da Ros, non esattamente ispirato l'altro ex Severini. La Scaligera apre con Candussi (2-0), lotta punto a punto, allunga alla distanza, grattando punti con Caroti prima (7-5) e Udom poi (15-12). Buone le indicazioni relative alla tenuta difensiva: la Tezenis difende compatta, intensa, costringe Cantù a conclusioni frettolose, mai in ritmo. Nel secondo quarto, l'ingresso di Pini e Rosselli alza il livello a rimbalzo e sotto canestro: dove Guido inventa, Giovanni realizza (27-15). Allungo. Lo strappo Tezenis è evidente, certificato da un parziale di 12-3. Cantù risale piano piano, si affida alla verve di Allen, da Stefanelli piovono triple sporadiche. Ma il vantaggio scaligero non vacilla: di fatto, terrà fino alla fine. La Tezenis conserva il muso avanti per tutta la contesa: particolare non di secondo piano. Caroti chiude in penetrazione il primo tempo, chiusosi sul 40-32. Applaude Ramagli, in mezzo a qualche colorita disapprovazione. Prova a tener alta la barra, il coach. Si fa sentire quando la tenuta mentale scende e compaiono errori banali. Negli ultimi due tempi Verona veleggia sulle triple di Anderson, la verve di Pini e Rosselli, due totem. Cantù sbatte sul ferro: stavolta Verona ride, quando al campionato manca una sola settimana. •. Riccardo Perandini