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discesa in serie A2

Tezenis, nessun miracolo: retrocessione amara

Una Scaligera senza anima nei primi venti minuti. Recupero e aggancio nella seconda parte di match. Ma Trieste trova il successo e i gialloblù scivolano in A2, un anno dopo aver ritrovato la serie A
Finisce male a Trieste Verona retrocessa ZATTARIN
Finisce male a Trieste Verona retrocessa ZATTARIN
Coach Ramagli (Antolini)

Retrocessi. La Tezenis cade a Trieste (85-77) e scivola in serie A2 un anno dopo aver ritrovato la serie A. Imperdonabile l’impatto avuto da Verona nel primo tempo (sotto 41-24). Commovente la seconda parte di gara, con rimonta e aggancio completato dal -22. Ma poi, il finale premia la garra triestina. Piovono triple, la Scaligera non riesce più a rientrare e finisce la sua corsa in serie A all’Allianz Dome.

Da oggi il tempo delle riflessioni

Verona è rimasta incompiuta. Lo ha fatto per colpa di infortuni (Smith su tutti), scelte sbagliate di mercato (Holman, Sanders), imprevisti (l’addio di Selden) ma anche di un mercato tardivo che ha portato Ramagli a mesi di resilienza e giocatori come Anderson e Cappelletti a un pericoloso logorio. C’è dell’altro nell’analisi di questa amara retrocessione.

Ma, adesso, resta negli occhi quell’uscita a testa bassa dei ragazzi gialloblù dall’Allianz Dome. Un film, anche ieri, già tristemente noto. Verona si spegne, si riaccende, si illude. Ma poi, vincono gli altri. E finisce qui.

Solita storia: la Tezenis è spenta nei primi 20’. Fuori asse e persa in se stessa. Inconcludente. Senza energia e confusa nell’attaccare il ferro. Non va niente. Verona paga negli uno contro uno, difende senza ritmo, non vede nemmeno il ferro. Pensieri troppo flosci. E Trieste vola via. Incontrastata. Impatto inaccettabile per quella che era la partita decisiva della stagione.

Tezenis, amara retrocessione a Trieste

La cronaca

Sotto subito, in rincorsa subito. I ragazzi di coach Legovich sembrano marziani. E così, la partita pare non essere nemmeno iniziata. Non funzionano le spaziature, non c’è perimetralità, non c’è sistema che regga. Primo quarto devastante nel cuore e nell’anima: 24-12 per Trieste. Con Verona che esce un timidissimo 3/11 da due. Sconnessa la Scaligera, sotto anche al rimbalzo contro un avversario che ha trovato il 73 per cento dall’area.

Va pure peggio nel secondo quarto. Ruzzier in entrata, Terry sotto, Lever da ovunque, scavano il solco. Con la Tezenis che finisce dietro anche di 21 punti (38-17). Mai l’impressione di poter iniziare a raccontare qualcosa di diverso. I cambi difensivi aiutano a contenere ciò che ormai non può essere contenuto. Ma in attacco Verona resta senza fantasia ed energia.

La ripresa

All’intervallo pare già finita: 41-24. Incredibile la ripresa. La solita Scaligera. Quella che si ridesta, difende duro, accende il motore, spara da tre, imbuca da sotto. Trieste finisce frastornata. Davis è assoluto protagonista. Mette triple, trova giocate da campione. Con lui si alza il livello di squadra e Verona con un parziale di 31-16 riaccende la partita (57-55 per Trieste alla penultima sirena).

La Scaligera trova anche la forza di agganciare i giuliani nell’ultimo quarto (60-60). Ma Trieste fa la differenza con le bombe impenitente di Campogrande e Bossi.

Il finale, alla ricerca dell’ennesima disperata rimonta, è triste. Verona stavolta non riesce a rientrare e cade 85-77.

Simone Antolini

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