Potere alla difesa. Lì Verona ha tracciato la mappa e si è messa a viaggiare. Finalmente solida, finalmente capace di tenere (largamente nel caso della sfida con Piacenza) sotto gli 80 punti l’avversario. In pieno controllo dei tabelloni, capace di riempire l’area e di mantenere un’intensità difensiva che ha rallentato e confuso l’Assigeco. Lì la Tezenis ha iniziato a vincere la sua partita. Di testa, di sistema, di condivisione e di energia. Verona interna per scelta. Capace di attirare le difese, comprimerle, per poi innescare i tiratori. Il giusto equilibrio per arrivare a vincere. Coach Ramagli, la difesa è la chiave di tutto? Sessantacinque punti concessi a Piacenza. Solo cinque nel secondo quarto «Sì, è la chiave di tutto. Chiaro che adesso dovremo prendere l’abitudine di avere costanza di prestazione. Soprattutto nei momenti complicati. Ma, come già visto a Biella, non è stata tanto la nostra difesa ad andare in sofferenza nel terzo quarto con Piacenza, quanto il nostro attacco a diventare sterile, più perimetrale e con qualche palla perso di troppo. Situazione che ha permesso all’Assigeco di fare quello che a loro piace di più. Cioè: correre in campo aperto». Ma vi siete corretti in corsa «Infatti, quando abbiamo avuto la costanza di essere più profondi nella proposta offensiva, anche la nostra difesa ha avuto una tenuta diversa». La legge dell’equilibrio si ottiene unendo gli opposti? «Le due fasi sono connesse. Come ci era successo a Biella di perdere il controllo offensivo della gara, per una parte del terzo quarto ci è successo anche contro Piacenza. Ma è indubbio che a metà campo, difensivamente, abbiamo fatto dei passi avanti». Interni per scelta nel primo tempo, scassinando l’area piacentina e mettendo le mani sui tabelloni. La proposta offensiva iniziale l’ha soddisfatta in quella che poi è stata la resa sul campo? «Sì, credo che la mia squadra possa avere questa dimensione. E dobbiamo sapere che proprio questa dimensione “interna“ ci può essere utile per comprimere le difese. E, nel momento in cui le difese si comprimono, riaprire per i tiratori. È successo anche contro l’Assigeco, e credo che questo sia un elemento molto importante da ricordare. Perchè vittorie e sconfitte ti lasciano sempre un messaggio. E il messaggio che ci arriva dal successo con Piacenza è che la tenuta difensiva è stata importante e il gioco dentro l’area ci ha permesso di tenere lì la difesa avversaria. E questo è elemento che dobbiamo tenere ben presente per il futuro prossimo». L’avete vinta di testa, di cuore o spinti dalla voglia di uscire da un momento di grande difficoltà? «Un po’ tutto. Sapevamo di essere arrivati ad un punto di svolta. Perdere ancora sarebbe stato come infilarsi in un tunnel molto complicato. L’ho detto quando sono stato presentato. Mancano poche partite, bisogna cercare di “tesorizzare“ le gare che abbiamo. La cadenza sarà ritmata. C’è poco tempo per lavorare. Ma non è mancata la motivazione, la reazione alla partita di Biella. Ho visto qualcosa di interessante nella metà campo d’attacco e molto nella nostra fase difensiva. Mettere insieme queste quattro componenti ci ha permesso di fare una buona partita». La posizione di classifica non aiutava «Esatto, ma la reazione di testa non è mancata. Non ho in mano il vissuto di questa squadra. Ma spesso, come dicono gli americani, le avversità rappresentano una opportunità. Già in passato, però, in situazioni di emergenza, la Tezenis era riuscita ad avere reazioni caratterialmente importanti. Stavolta c’èera bisogno di confermarlo». Quindi l’avere vinta anche sul piano emotivo? «Sì, i ragazzi sono stati bravi a stare sul pezzo. Del resto, quando devi uscire da un momento così difficile, quello è il primo step da fare». •