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DEBUTTO CONVINCENTE

Tezenis muscoli e talento. Ciak positivo con Trento

Cede nel finale di un punto (83-84) dopo essere stata a lungo al comando della partita
Intervista a Ramagli (Antolini)

Primi passi di Tezenis. La nuova corsa di Verona inizia con un ko a testa altissima con Trento (83-84). Gara bellissima. Di alto livello e di rincorse. Verona si dimostra capace di stare dentro la sua partita per 35', con calo di tensione finale. Fisiologico di questi tempi, con pesanti carichi di lavoro sulle gambe. Ma c'è tanto di buono da raccontare. La Scaligera ha dimostrato di saper giocare sotto pressione, trovando già discreta intesa e ritmo. La flessione finale non cambia il senso di un discorso appena iniziato. Ciak positivo, dunque, per i gialloblù nel primo impegno di stagione contro Trento. Quattro tempi da 10' con azzeramento e ripartenza. Per quel che può contare adesso, la Scaligera porta a casa i primi tre quarti (16-12, 26-25, 23-17) e perde netto l'ultimo (18-30).

Selden ha sulle mani i tre liberi del sorpasso. Ne mette uno su tre e sfoga la sua rabbia su una sedia rimasta lì a guardarlo. Questione di mentalità. E piace vedere una Scaligera che si arrabbia anche quando non ci sono punti in palio. L'idea c'è, e piace. Verona sa essere avvolgente, divertente, coinvolgente. Piovono applausi a Carisolo (diluvia fuori sui cieli imbronciati di Pinzolo), per una Scaligera che Ramagli vuole intensa, attenta, soprattutto diligente. C'è tanto di nuovo. Cambiano non le coordinate ma i protagonisti con rintocchi di passato. Trento è avversario di oggi e di domani (in campionato). All'Aquila manca ancora un lungo americano e Grazulis (in nazionale).

Cappelletti, Anderson, Selden, Holman e Taylor è il primo quintetto di stagione destinato a diventare mantra. L'ex Udine conduce, penetra, trova mani pronte a ricevere i suoi pensieri, usa il corpo per assorbire colpi e per crearsi trampolini invisibili. I nuovi Usa non sono lì per strafare. Taylor annusa il ferro, lo attacca, gioca molto spalle a canestro. Spesso per gli altri, più che per se stesso. Aiuta sotto, è presente nei raddoppi. Holman è nobile trampoliere (strappa applausi la sua schiacciata su alley oop inventato da Casarin sulla sirena del terzo quarto). Spettacolare allo stacco. Utilissimo nelle trasmissioni palla e negli impatti difensivi. Selden dimostra da subito di essere uomo dell'ultimo tiro. Performante sotto pressione. Capace di costruirsi giocate in isolamento nell'affollamento di mani cattive. Può essere ideale terminale negli istanti dell'ansia. Lui come tanti altri. Note liete arrivano pure da Anderson e Johnson. I due "old boys" sono ripartiti da dove ci avevano lasciato. Karvel in ritmo da tre. Va in trance nel terzo quarto. Vede la retina. E spara colpi mortali (difendendo pure con intensità).

L'utilità di Xavier è risaputa: generosissimo nel pescar rimbalzi. Dal fisico ignifugo. Prende falli, va lucido sulla lunetta, usa sponde e dispone di verticalità urticante per gli avversari. Le intermittenze di Casarin regalano sempre sorpresa. Udom non finisce mai di stupire. Dalla B alla A1, pare proprio che per lui non esistano categorie. Liam accetta le sfide, si prende tiri irriverenti. Insomma, convince. Imbrò è work in progress: deve capire i respiri di Verona. Candussi entra nel ruolo di chi deve faticare anche lontano dai riflettori. Ma è una Verona già "centrata" sulla propria idea di pallacanestro. Capace di "fare tanto con tanti". La pallacanestro di Ramagli è fatta di morsi, lotte, talento, applicazione, ispirazione e la giusta emotività. Chiude il ritiro. Pausa fino a domani. Poi si riprende. Se queste sono le (buone) premesse, la nuova Tezenis versione A può meritarsi da subito applausi e abbracci..

Simone Antolini

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