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Scaligera Basket

Tezenis, la formula di Agostinelli: «Cosa serve per tornare in A? Essere come le formiche»

Il direttore sportivo spiega le tre scommesse della nuova stagione
Eugenio Agostinelli, direttore sportivo della Scaligera Basket
Eugenio Agostinelli, direttore sportivo della Scaligera Basket
Eugenio Agostinelli, direttore sportivo della Scaligera Basket
Eugenio Agostinelli, direttore sportivo della Scaligera Basket

Nobile e laboriosa. Capace di fare sistema. La “teoria“ della formica illumina i pensiero di Eugenio Agostinelli, direttore sportivo della Tezenis Verona. I giorni della ripartenza cercano “mille risposte“ alla domanda più fastidiosa: perchè Verona non è riuscita a difendere la serie A conquistata dopo vent’anni? Agostinelli va oltre. Si cala nella nuova stagione. Portando con sé anche il ricordo freschissimo di una retrocessione amara.

 

Agostinelli, quali sono le tre scommesse da vincere?

«La prima: ricreare subito entusiasmo, caricare l’ambiente, tornare a riempire il palasport. Ne abbiamo bisogno tutti. Noi per primi e anche i nostri tifosi. Dovremo riconquistare i dubbiosi e cancellare una delusione cocente che ci ha accompagnato per tutta l’estate. La prima scommessa, agli occhi dei tifosi, saremo noi stessi».

 

La seconda?

«Attestarci al vertice del campionato. Giocare per restare in alto. Competere con le migliori del torneo e meritare un posto al sole. Non sarà assolutamente facile. Anche perchè il girone nel quale siamo stati inseriti presenta un elevato coefficiente di difficoltà. Il livello, rispetto all’altro raggruppamento di serie A2, è decisamente più elevato. Ci aspetta un percorso impegnativo e pieno di insidie. Resta l’obiettivo: stare lassù. Condizione fondamentale, poi, per ricreare quell’entusiasmo fondamentale per rigenerare l’ambiente dopo la retrocessione».

 

La terza scommessa da vincere?

«Dare alla nostra gente nuovi giocatori da idolatrare. E mi spiego: c’è grande rispetto per chi è passato e ha dato tanto alla causa. Ma questo è il momento di voltare pagina e cercare nuovi riferimenti, nuovi trascinatori. Nuovi protagonisti dai quali ripartire. Non ha senso restare ancorati al passato o al ricordo. Abbiamo tutti bisogno di voltare pagina. E per farlo è necessario calarsi nella nuova realtà. Percorso che va fatto tutti insieme».

 

Spesso, per scoprire l’anima nobile di una squadra, si fanno paragoni con animali dominanti in natura, lei...

«Io ho scelto la formica. Piccola agli occhi solo di chi non apprezza il senso della condivisione e dell’appartenenza. Insieme... si può. Consapevoli che solo l’unione fa la forza. Una formica può essere schiacciata. Tante formiche possono generare un’energia potente. La cultura del lavoro ci dovrà accompagnare. Ci aspettano tante sfide da affrontare sempre uniti».

 

Voi a cercare uno spazio tra le big, questa la base di partenza. Chi saranno le grandi protagoniste del torneo?

«Udine dispone di un dna vincente. Si è perfezionata nel tempo. Si affida a giocatori che hanno già vinto e che sanno come si fa a condurre un campionato da protagonisti. Poi c’è Trieste, scesa insieme a noi dalla serie A1. La base italiana è di alta qualità. Hanno sostanza e compattezza. I ritocchi sono all’altezza. Potranno competere ad alti livelli. Chiudo con Rimini. Hanno confermato i pezzi migliori, la base è di valore, possono dare vita ad un percorso esaltante».

 

Coach Ramagli e il giemme Frosini hanno parlato di “fame“ e “senso di riscatto“ nel presentare la nuova stagione.

«Sì, queste sono le basi di partenza per il prossimo campionato. La scelta è caduta su giocatori alla ricerca di un ulteriore salto di qualità a livello personale. Animati da questa ambizione dovremo cercare di creare un nuovo spirito di squadra».

Simone Antolini

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