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Risultato storico

Tezenis fa il pieno e vola in semifinale. Sarà sfida a Torino

Successo con brivido ma missione compiuta a Milano
Feroce Bobby Jones attacca il canestro FOTOSERVIZIO EXPRESS ZATTARIN
Feroce Bobby Jones attacca il canestro FOTOSERVIZIO EXPRESS ZATTARIN
Tezenis, il commento di Antolini

Tezenis in semifinale. Percorso netto. Tre a zero all'Urania. E adesso riposo e poi sotto con la supersfida contro la corazzata Torino. Ieri un successo di stile, talento (67-82). Con piccolo brivido. Perchè, avanti di venti, Verona si è fatta quasi riprendere dentro ad un terzo quarto da nubifragio. Prima e dopo: sole, mare e fantasia.

 

La Scaligera è trascinata al successo da un Tomassini ispiratissimo e dal solito Greene. Ramagli la vince di sistema, di garra, di talento e di coraggio. Perchè partite come quella di ieri puoi anche rischiare di perderle. Personalità e senso di appartenenza mandano i gialloblù avanti nel sogno. Primo tempo esemplare. Verona difende arcigna, come un leone messo al muro. Spacca la partita nel secondo quarto quando toglie l'area a Milano, e lascia l'Urania quasi nove minuti senza punti dal campo.

 

La Tezenis è splendido concentrato di muscoli e talento. Un concerto di archi, oboe, viole e violini. La Scaligera, all'intervallo lungo, è avanti di 17 punti (46-29). Un piacere vederli giocare assieme i ragazzi di Ramagli. Primo quarto di corsa, con irriverenza perimetrale (5/7 da tre) ed un Tomassini "on fire". Verona ha brillante produzione offensiva, non riesce ancora a stringere la morsa sulle penetrazioni avversarie, concede il concedibile in transizione. E chiude il quarto avanti 24-18, con tripla di Sacchetti sulla sirena che mette i brividi.

 

Meglio l'Urania al rimbalzo (11-7), che gratta qualcosa anche sotto il canestro nemico. Due stoppate da ola per Pini. E poi c'è il secondo quarto: difesa alla Milan di Arrigo Sacchi. L'Urania finisce più volte in "fuorigioco", non entra, non segna, non trova pertugi. Mentre dall'altra parte del campo i frombolieri di Ramagli scavano il solco. Due triple di Sacchetti e Tomassini (il capitano la mette ancora a fil di sirena) rimpinguano un bottino impreziosito da giochi d'area lucidi e da una presenza sotto canestro costante. Il parziale, a favore di Verona, è impattante: 11-22.

 

La Tezenis appare in grande controllo. Sicura di se stessa. In fiducia nel proporre una pallacanestro rapida e brillante, supportata da un sistema difensivo capace di concedere poco, pochissimo agli avversari. Verona porta a casa tanto anche dalla lunetta (9/10), ha in mano la clessidra della partita, toglie transizione ad un avversario che ama correre. Diverte e si diverte.

 

Milano pesta sull'orgoglio per provare a non finire qui la stagione. E i Wildcats buttano il cuore in campo nel terzo quarto. Verona accetta di correre, di andare dura al rimbalzo. L'Urania gratta di lotta ed irruenza sei punti. Ma viene rispedita via da due entrate plastiche di Greene, che la piazza poi anche dalla media. Avanti di venti (37-57). Ma qui Milano torna prepotentemente in partita. Gioca duro, aumenta l'intensità, toglie certezze a Verona, che perde la traccia offensiva e soffre su penetrazioni e scarichi. Il 25-13 che si regala l'Urania è parziale che scuote la partita.

 

Ma sorprende di più un altro dato: sotto di venti, Milano risorge e strappa un 17-2 terrificante. Di anima e di spirito. All'ultimo quarto si riparte 54-59 per Verona. Tutto da rifare. E l'Urania torna ad un possesso dalla gloria (61-63) prima di sbattere conto lo tsunami Verona. La prima onda arriva con Rosselli. Triplone al quale risponde Greene. La Scaligera respira 69-61. E torna a danzare. Montano è l'orgoglio dei Wildcats. Ma non basta. Tomassini con commovente tripla d'angolo scaccia i fantasmi. Ancora Greene, buone difese, ed un Candu verticale e bidimensionale confezionano la vittoria finale (67-82). .

Simone Antolini

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