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Tezenis, è abbraccio vitale Sbanca Milano con il cuore

L’abbraccio finale a Milano. La Tezenis vince una partita di cuore e di rabbia FOTOEXPRESS ZATTARIN
L’abbraccio finale a Milano. La Tezenis vince una partita di cuore e di rabbia FOTOEXPRESS ZATTARIN
L’abbraccio finale a Milano. La Tezenis vince una partita di cuore e di rabbia FOTOEXPRESS ZATTARIN
L’abbraccio finale a Milano. La Tezenis vince una partita di cuore e di rabbia FOTOEXPRESS ZATTARIN

MILANO Abbraccio vitale. Arriva alla fine. Quando Verona ha consumato le ultime energie per strappare una vittoria pesantissima a Milano. Successo di testa, di rabbia, di muscoli. Successo del gruppo. Diana esplode all’ultima sirena. Le braccia al cielo. La marea scaligera che diventa onda emotiva gialla e blù. La Scaligera si è ritrovata dentro ad una gara sempre in equilibrio. Gigante Greene, finalmente. Ma è la grande anima di Verona ad esultare. Con l’elmetto. Rosselli è positivo, Pini non ancora pronto, Caroti resta a guardare. E Verona attacca subito la partita. Interna quanto basta per trovare approdo sicuro nelle mani grandi di Candussi (17 punti all’intervallo). Ispirato non subito, ma caldo nel secondo quarto quando Candu diventa spietato terminale offensivo. La Tezenis trova ritmo, un Tomassini brillante al tiro e alla conduzione. Greene va a lenta carburazione. E l’Urania risponde colpo su colpo. Raivio, il bomber e Langston il martellatore delle plance, creano problemi non insormontabili da fuori e da sotto. La Scaligera soffre sui cambi difensivi solo in rare occasioni. Poi alza il livello, va a sporcare traiettorie e rubare palloni pesanti. Bene anche i giochi a due in area. Avanti di un possesso pieno all’intervallo lungo: 37-40. Candussi sontuoso negli isolamenti, nell’attaccare il ferro e nel trovare gestualità morbide ed efficaci dalla media. La Tezenis entra in ritmo quanto basta per mantenere fluidità offensiva e allungare i possessi dell’Urania. Le rotazioni, corte, garantiscono la giusta energia. Janelidze e Colussa, dentro dalla panchina, grattano palloni e mettono falli intelligenti. Le sette palle perse da Milano all’intervallo certificano che la pressione diffusa di Verona produce effetti benefici. Si vive, tuttavia, sull’onda di un equilibrio sostanziale. Inizio brillante di terzo quarto. Mani ispirate quelle di Greene. Arrivano difese contenitive che fanno sbuffare l’attacco dell’Urania. Verona al massimo vantaggio: 47-40. Poi, però, scricchiolii pericolosi. L’attacco diventa indolente. Milano sale di livello, si affida dentro a Langston, alza il ritmo offensivo. Piazza un 9-0 pesante che manda la Scaligera in rincorsa. E l’Urania alla penultima sirena si trova avanti 60-56. La Tezenis rientra, ripassa avanti, viene ripresa e sorpassata. È il destino della partita. Sempre in turbolenza. Un paio di gestioni pigre dei possessi permettono all’Urania di trovare punti pesanti. Ma è un viaggio spalla a spalla. Poi la vince Greene: una tripla ed un entrata senza paura al ferro. Verona si trova avanti 71-75 a un minuto dalla fine. Difende, mangia tempo, stringe la palla al cuore e spegne Milano. Vittoria pesante ed altro balzo in avanti a dimenticare il tedio di un inizio di stagione in salita. •

Simone Antolini

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