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Tezenis, di nuovo applausi Cede alla fine a Ravenna

Phil Greene subito ispirato alla sua prima gara da... vecchio giocatore di Verona FOTOEXPRESS ZATTARINFrancesco Candussi sfida Samme GivensSolita grande energia da Giovanni SeveriniGiovanni Tomassini a duello con Alessandro Simioni
Phil Greene subito ispirato alla sua prima gara da... vecchio giocatore di Verona FOTOEXPRESS ZATTARINFrancesco Candussi sfida Samme GivensSolita grande energia da Giovanni SeveriniGiovanni Tomassini a duello con Alessandro Simioni
Phil Greene subito ispirato alla sua prima gara da... vecchio giocatore di Verona FOTOEXPRESS ZATTARINFrancesco Candussi sfida Samme GivensSolita grande energia da Giovanni SeveriniGiovanni Tomassini a duello con Alessandro Simioni
Phil Greene subito ispirato alla sua prima gara da... vecchio giocatore di Verona FOTOEXPRESS ZATTARINFrancesco Candussi sfida Samme GivensSolita grande energia da Giovanni SeveriniGiovanni Tomassini a duello con Alessandro Simioni

Riecco la Scaligera. Fuori dalla bolla. Con i muscoli e il sorriso. Con la voglia di cancellare un passato brutto pescato da un romanzo horror. Ma questa è storia vecchia. Si passa avanti. La fine (dell’attesa) è il nuovo inizio. In campo dopo uno stop di 224 giorni. La prima palla a due del post lockdown sa tanto di liberazione. C’eravamo lasciati il 15 febbraio a Milano, vittoria contro l’Urania, poi il buio. La Tezenis si è presentata ieri al crepuscolo davanti a poco meno di 200 tifosi con cilindro e mantello. L’OraSi Ravenna era l’avversaria perfetta per questa prima amichevole di nuova vita (talento, garra e coraggio). Il risultato (79-77 per Ravenna) contava solo per le statistiche. Verona si è presentata di corsa. Aggressiva in difesa. Alla ricerca di sinapsi rallentate da lunghe pause. Difendi duro - se serve - aggredisci, usa testa e transizione, trova post vantaggiosi, allarga i gomiti nella mischia e crea gioco. Come predica Diana. Verona si affida da subito al talento perimetrale di Greene. Una scheggia impazzita. Un danzatore bretone sulla linea dei tre punti. Tempismo perfetto nell’uscire dai blocchi per sparare proiettili pesanti. Tomassini dirige con bacchettate spinte dallo stile. Severini è il solito Severini. Va a prendersi tiri mai facili, aggredisce lo spazio, cerca il suo ritmo. Verona lavora il giusto spalle a canestro. Pini è un altro Pini rispetto alla prima esperienza veronese. Ha scorza d’acero, prende isolamenti e li porta a termine con la forza del gigante. Caroti non interrompe il flusso. Porta energia. Candussi, a sprazzi, spalanca le ali e cerca, nel traffico, di cavalcare l’onda. Verona alza, nel primo tempo, la pressione difensiva, Pini e Rosselli regalano un meraviglioso gioco a due. C’è durezza mentale. Quanto basta per strappare un vantaggio in doppia cifra all’intervallo lungo (57-46). E Jones? Adrenalina che a volte scappa dal controllo. Ma la solita, infinita, generosità, nel dare fondo al suo galateo da guerriero sotto canestro. Si va d’orgoglio e di corsa anche nel secondo tempo. Quando Ravenna risale la corrente, mette tiri pesanti, toglie ritmo agli attacchi veronesi e rientra. Non ci sono punti in palio, ma nessuno ha voglia di perdere per strada più un secondo di questa nuova vita da parquet. Contrattura, dopo una scivolata per Greene, che deve fermarsi. Inciampi di una stagione lunga e da vivere tra respiri nuovi e sospiri. Apprezzabile la tenuta mentale di squadra e la ricerca di una costruzione di gioco che eviti le onde di decrescita. La Tezenis cerca di assorbire l’ultima spallata di energia dell’OraSì. Trova magari tiri più scarichi e più pesanti ma non perde mai la bussola che orienta il suo stare in campo. Il senso di una stagione da vivere, possibilmente, sulla cresta dell’onda, sta in una virata con entrata e gancio morbido di Rosselli. E ci si diverte pure nell’ultimo minuto di gara quando Chiumenti fa pari, Severini prende sfondamento su attacco bizantino, la Scaligera si trova poi in lunetta con Tomassini che manda avanti di uno i gialloblù. Ultimo tiro OraSì: tripla di James mortifera per il sorpasso. A Verona restano due secondi ma Pini la manda sul ferro. Applausi comunque. •

Simone Antolini

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