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«Tezenis autorevole. Ma vivere il presente è la nostra missione»

Phil Greene appeso al ferro FOTOEXPRESS ZATTARIN
Phil Greene appeso al ferro FOTOEXPRESS ZATTARIN
Phil Greene appeso al ferro FOTOEXPRESS ZATTARIN
Phil Greene appeso al ferro FOTOEXPRESS ZATTARIN

«Viviamo solo il presente, perchè il presente è la nostra missione, partita dopo partita». Il mantra di Alessandro Ramagli è stella cometa per la Verona dei canestri. La classifica non si guarda. Potrebbe truffare i sentimenti. Il cuore si ascolta. Potrebbe aiutare a fare la cosa giusta. Il mercato, ancora, non parla. E, per capire se davvero Jones può andare a Rieti e Peric arrivare da Trieste, bisognerà attendere almeno la prossima settimana. Un passo indietro. La Tezenis ha travolto di energia Capo d’Orlando. Avversario stanco e incompleto. La Scaligera adesso pensa già alla sfida di domenica contro Tortona. Caroti è ancora fuori. Janelidze non si è alzato dalla panchina con i siciliani. Restano sotto osservazione. Il successo largo (98-72) contro Capo va spiegato: «L’assenza di Johnson» racconta Ramagli «è stata fondamentale per l’economia della partita, per una squadra che doveva già fare a meno del centro di titolare. L’assenza Johnson ha cambiato completamente la cifra tecnica delle due squadre. Però ci sono sempre due strade: puoi giocare una partita non seria e magari la vinci con la bocca storta, o puoi giocare una partita seria e la vinci con autorevolezza, esattamente come successo. Quindi bene, perché alla fine abbiamo scelto la strada delle squadre intelligenti. Noi abbiamo bisogno di fare delle partite serie perché la nostra classifica e le nostre necessità ci obbligano ad essere costantemente seri. Vorrei poi fare una considerazione sui nostri avversari. Sono progetti particolari quelli che vedono le squadre giocare con tanti giocatori così giovani. Non è facile portare avanti progetti di questo tipo, diventa faticoso anche dal punto di vista tecnico e io faccio una lode importante al loro coaching staff; a Marco Sodini e ai ragazzi che hanno giocato con un grande spirito anche se la differenza tecnica era evidente. Sarebbe bene che, in generale tutti quanti noi, tutelassimo un po’ le situazioni come questa. Perché la pallacanestro italiana ha bisogno di squadre fatte di giocatori giovani che fanno esperienze significative, come questa. Loro sono in una condizione oggettivamente molto complicata ma sono venuti a giocare una partita cercando di fare il meglio che potevano. Sono convinto che ci voglia grande rispetto nei confronti di avversari che hanno questo tipo di atteggiamento e soprattutto per questo tipo di progetti». Un passo oltre: «Un plauso alla squadra nostra perché, ripeto, non era scontato giocare con serietà dall’inizio. L’abbiamo fatto, come è vero che l’attacco ha segnato sempre ma è anche vero che la difesa è stata una difesa solida per buona parte della gara. Inoltre siamo stati bravi contro il loro terminale principale, che è un giocatore assolutamente straordinario, mi riferisco a Jordan Floyd, che non aveva il suo partner-in-crime con il quale spesso condivide le responsabilità della squadra. Però noi abbiamo fatto, secondo me, una partita più seria difensivamente di quanto poi le percentuali in attacco non ci abbiano premiato. Credo che la cosa che mi interessa di più è l’atteggiamento difensivo, che con un pochino più di costanza rispetto all’inizio lo stiamo iniziando a mostrare sul campo». •

Simone Antolini

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