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«Tezenis, abbiamo lottato uniti. A Udine la gara della svolta»

Alessandro Frosini, ds della Tezenis Verona FOTOEXPRESSGiga Janelidze palla in mano contro Bergamo  FOTOEXPRESS ZATTARIN
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Mandata dal cielo. «La pioggia ci ha uniti. In Sicilia non smetteva di piovere. Siamo stati costretti a stare molto tempo insieme in hotel. Un’occasione in più per viverci, per aiutarci, dentro ad un momento difficile». Alessandro Frosini, riflessioni da direttore sportivo: dopo sette vittorie di fila era meglio continuare a giocare o la pausa è arrivata al momento giusto? Vedendo il calendario, e tutto quello che ci aspetta dal 25 aprile in poi, è giusto recuperare energie e mettersi alle spalle gli acciacchi. Il rischio è quello di interrompere il ritmo, certo. Ma si è messo di mezzo anche l’infortunio di Caroti. Quindi: questa sosta è forse la cosa migliore per tutti. C’è una partita della svolta dentro la vostra rinascita? La vittoria di Udine. Credo sia stata la partita che ha visto la squadra vincere attraverso la sofferenza. Abbiamo risposto sempre alle spallate di Udine. E ciascun giocatore ha fatto qualcosa di utile per ricacciarli indietro. Lì i ragazzi hanno capito che oltre a vincere si poteva costruire qualcosa. Ramagli ha detto: migliorare la difesa, controllare i tabelloni, distribuire i tiri. Tutto fatto. C’è qualche altro merito del coach nella costruzione del nuovo ciclo di rinascita? Sì, è entrato nella testa dei ragazzi. Il coach è diventato punto di riferimento, ha capito le esigenze del gruppo, ha ripreso chi doveva essere ripreso. Ma soprattutto, ha saputo collocare ciascun giocatore nella zona di comfort ideale. Cosa che ci ha permesso poi di esprimere la nostra miglior pallacanestro. Faccio un esempio: a Trapani Janelidze non ha avuto impatto facile nei primi due quarti. E il merito del coach è stato quello di far reagire Giga, che nella seconda parte ha saputo diventare protagonista. Ramagli sta tirando fuori il meglio dei ragazzi. Ieri era il tempo del “recuperiamo il terreno perduto“, Oggi che tempo è? Oggi è il tempo di mettere dentro qualcosa di nuovo. Cioè qualche alternativa sia a livello difensivo che offensivo. Anche se questa squadra ha già cambiato tanto come sistema di gioco da quando è arrivato Ramagli. Il coach non ha stravolto. Un passo in avanti è stato fatto a livello difensivo. Ma siamo sempre alla ricerca di nuove soluzioni. Lei è arrivato in un momento in cui era ipotizzabile anche un ricorso al mercato. Dopo sette vittorie siete ancora attenti a questo argomento? O l’equilibrio di Verona non si tocca? Questa squadra ha già dimostrato di essere di ottimo livello. Può ancora migliorare. Tenendo conto che Caroti, da quando siamo arrivati io e il coach, lo abbiamo visto per poche partite. E quindi lo aspettiamo, considerandolo un’arma in più. Detto questo, anche Janelidze ha fatto vedere che può stare dentro alle rotazioni in maniera seria. Vedremo poi a ridosso dei play off di valutare la possibilità di fare un ulteriore innesto. La Tezenis di oggi può non darsi limiti? Di sicuro, questa squadra ha preso consapevolezza di quello che può fare. Gli errori del passato devono essere traccia. Ci siamo accesi, la squadra è concentrata, abbiamo un obiettivo in testa. I passi falsi possono arrivare solo se affiora appagamento. Ma abbiamo imparato a ragionare solo sul presente. Oggi, ragionevolmente, potremmo entrare nella fase ad orologio tra il terzo e sesto posto. E, dentro al girone, dovremo capire meglio chi siamo. Credo che i passi in avanti fatti fino ad oggi rappresentino base solida sulla quale lavorare da qui alla fine della nostra stagione. Ripeto: dentro ad un campionato che resta stranissimo, mai e poi mai dovrà subentrare senso di appagamento.

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