<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Marcelletti si prende la «palma d’oro»

Franco Marcelletti, un pezzo di storia della Scaligera
Franco Marcelletti, un pezzo di storia della Scaligera
Franco Marcelletti, un pezzo di storia della Scaligera
Franco Marcelletti, un pezzo di storia della Scaligera

Il suo basket, quello che ha lasciato qualche mese fa, è fermo. Il settore under è stato messo in lockdown dal protocollo del governo per il Covid 19. Franco Marcelletti, che fino alla prima parte del 2019 allenava il vivaio della Scaligera, riceve la Palma d’Oro al Merito Sportivo. Un titolo d'obbligo per uno dei tecnici più prestigiosi dello sport italiano, arrivato a Verona dopo il tricolore a Caserta nel 1991. Decisione presa dalla Giunta Nazionale del Coni presieduta da Giovanni Malago, ma per ritirare il riconoscimento deve attendere. «Vediamo se a metà del 2021 ci sarà la cerimonia. Mi ha fatto molto piacere la chiamata di Gianni Petrucci (presidente Fip), che dandomi la notizia mi ha detto: «È il riconoscimento che conta, il premio verrà poi», dice Franco Marcelletti. Se ne sta a casa, e se deve uscire segue i sentieri della sua Valpolicella. Evita gli assembramenti. «Qui ho tutto, i libri, la tivu per seguire i programmi che mi interessano e tutti quei film che la mia lunga carriera di allenatore mi ha negato, e il computer per tenermi aggiornato. Mi mancano solo le mie nipotine che abitano in Belgio dove comunque non potrei andare». Non gli manca allenare. «Sarebbe molto difficile: le società di A devono fare i conti con le partite che continuano a saltare, i tamponi, la paura della positività, figurarsi i giovani. Per me poi è arrivato il momento in cui posso pensare a fare qualcos'altro. Ho avuto una vita intensa dal punto di vista fisico, ora devo riposare». I suoi giovani perdono un anno di attività agonistica. «Sono rimasto in contatto con alcuni di loro. Sono fermi da febbraio, i 2002 saltano un anno di formazione che è importantissima. Avevo chiesto alla Fip di ripristinare gli under 19, la mia proposta non è stato accettata, e il basket perde potenziali giocatori che dovranno recuperare nelle squadre senior, giocando con compagni di squadra già formati. Il basket è senza pubblico, e domenica la Tezenis gioca a Milano contro l'Urania. «È una tristezza. Manca l'intensità, l'agonismo, sembrano partite finte, coach Diana dovrà inventarsi le strategie per tenere sulla corda i suoi ragazzi. Mi metto dalla parte dei giocatori che hanno paura delle tante incognite». In Nba la proposta è di consentire l'ingresso ad un numero limitato di tifosi, i club si fanno carico delle spese dei tamponi. Si tende la mano alla normalità. Anche se è difficile fare finta di niente. «Fino a quando non ci saranno i vaccini, speriamo dalla prossima primavera, si vive solo sull'incertezza. La salute è troppo importante per tutti, in America poi la capacità economiche sono molto più consistenti. È un altro mondo, guardiamo al nostro». •

Anna Perlini

Suggerimenti