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La Tezenis aggiunge Giga «Qui per tornare a vincere»

Primi passi in gialloblù per Giga Janelidze FOTO SCALIGERAIl vicepresidente Giorgio Pedrollo FOTOEXPRESS
Primi passi in gialloblù per Giga Janelidze FOTO SCALIGERAIl vicepresidente Giorgio Pedrollo FOTOEXPRESS
Primi passi in gialloblù per Giga Janelidze FOTO SCALIGERAIl vicepresidente Giorgio Pedrollo FOTOEXPRESS
Primi passi in gialloblù per Giga Janelidze FOTO SCALIGERAIl vicepresidente Giorgio Pedrollo FOTOEXPRESS

«Un lottatore per una stagione di lotte». Giorgio Pedrollo presenta così Giga Janelidze. Un’ala che può fare anche il centro. Giocatore perimetrale, muscoli da pitturato. Venticinque anni e una nuova canotta addosso. «Misteri del basket mercato, un lusso per la categoria» aggiunge Pedrollo. «Giga era ad Avellino in B, a noi è venuto a mancare per infortunio Pini. L’intuizione del nostro general manager Giuliani ci ha permesso di arrivare a lui. L’uomo perfetto per riequilibrare le rotazioni». Intanto, resta a Verona fino a fine stagione. «Per il dopo» continua il vicepresidente della Scaligera «deciderà il campo. Anche a me piacerebbe pensare di aprire un ciclo con Janelidze in viaggio insieme alla Scaligera. Per valori umani e tecnici il ragazzo non si discute. Ma, come sempre, dirà il campo. Di sicuro, in questo momento, non potevamo trovare di meglio. Pini? Non posso indicare adesso tempi precisi per il suo rientro. Ma Giovanni fa parte del nostro presente e del nostro futuro. Lo aspettiamo». Nato il 3 aprile 1995 a Kutaisi, in Georgia, Janelidze (201 centimetri per 96 chilogrammi) è un giocatore di formazione italiana, avendo militato nei settori giovanili di Rimini e Casalpusterlengo. Grande esperienza nella categoria, ha vestito le maglie anche di Milano, Roseto, Jesi, Trieste, Cagliari e Napoli prima di accasarsi, il mese scorso, ad Avellino in Serie B. «Spero» racconta «che Verona possa essere la mia nuova Trieste. Lì ho vinto un campionato di A2, la piazza era caldissima, c’era grande ambizione. Situazione simile a quello che sto respirando qui. Verona ha grande tradizione. Il club vuole fare le cose in grande. Sono venuto qui perchè ho voglia di tornare a vincere qualcosa di importante. E non ha mai smesso di voler lottare. Certo, ho solo bisogno di un po’ di tempo per mettermi alla pari con i compagni. Mi sono perso tutta la preparazione. E non posso, in due giorni, mettere in memoria quanto fatti dalla squadra in due mesi. Ad Avellino, in B, stavo bene. Piazza bellissima e competente. Ma non c’ho pensato due volte quando è arrivata la chiamata da Verona». Muscoli ed ambizione. «Il mio ruolo è chiaro. Porterò la mia energia, cercherò di calarmi il prima possibile nella nuova dimensione. A Milano, magari, non sarò prontissimo. Ma, di sicuro, sarò pronto. Si riparte. E tutti hanno voglia di farlo nel miglior modo possibile». Giga ha iniziato a lottare per i suoi sogni che era un ragazzini. «A 12 anni ero già in Italia. Lontano dal mio mondo, lontano dalla mia famiglia. I primi due anni sono stati durissimi. C’è chi molla, c’è invece chi trova la forza per andare avanti. Io ho sempre pensato che molti avrebbero desiderato di vivere la mia opportunità. Non potevo lasciarmela scappare. E non ho mai smesso di credere che stavo seguendo la via giusta». «Rimini è stato l’inizio. Lungo la strada ho trovato allenatori che mi hanno plasmato. Penso ad Ambrassa, a Gandolfi, a Carrea. Ho assorbito, sono cresciuto, sono diventato quello che sono adesso». Il Covid? «Ci impone di stare sul pezzo. Giochi? Bene, dai tutti. Non giochi? Bene, resetti e riparti. Dovremo essere sempre pronti a tutto. La testa conta tantissimo». Domenica il debutto a Milano. «Un nuovo inizio, anche per me. Cercavo un top club. E Verona è venuta da me. L’occasione è troppo importante. Sono qui per non deludere nessuno. A partire da me stesso». •

Simone Antolini

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