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Janelidze si è preso Verona Tezenis, Rosselli è infinito

Giga Janelidze, quindici punti al debutto FOTOEXPRESSGuido Rosselli in entrata. Infante cerca di contenere il “Mago“ di Empoli FOTOEXPRESS ZATTARIN
Giga Janelidze, quindici punti al debutto FOTOEXPRESSGuido Rosselli in entrata. Infante cerca di contenere il “Mago“ di Empoli FOTOEXPRESS ZATTARIN
Giga Janelidze, quindici punti al debutto FOTOEXPRESSGuido Rosselli in entrata. Infante cerca di contenere il “Mago“ di Empoli FOTOEXPRESS ZATTARIN
Giga Janelidze, quindici punti al debutto FOTOEXPRESSGuido Rosselli in entrata. Infante cerca di contenere il “Mago“ di Empoli FOTOEXPRESS ZATTARIN

Giga Janelidze si è preso la Tezenis. Da ultimo arrivato. Dimostrando di essere coinvolto e di avere capito da subito cosa realmente gli chiede Verona: essere agonista ed esecutore. Giga si è presentato, nel derby vinto con Mantova, in perfetto ritmo: quindici punti raccolti nella costruzione di tiri al limite della perfezione. In perfetto controllo del corpo. In sintonia con il sistema Verona. Janelidze ha portato l’energia richiesta dal momento. Senza Pini a lottare in isolamento e al rimbalzo, ha messo il fisico al servizio della difesa, trovando rapido coinvolgimento nei giochi d’attacco. Nel sistema squadra, Giga è diventato riferimento e pure “soluzione“ da scegliere in piena fiducia. Lo testimoniano anche i numeri della sua partita: 6/7 dal campo in quasi 22 minuti di gioco, spesi con grande intelligenza nella gestione delle energie. L’ex di Avellino ha trovato la perfezione dalla corda (2/2), dimostrandosi sentenza (4/5) dall’area. Abile, pure, nel correggere palloni senz’anima sputati dal canestro. Una “prima volta“ di grande impatto. MAGO PER SEMPRE. Guido Rosselli non ha sentito addosso la pressione delle mille mani virgiliane. Quattro palle perse non sono sintomo di difficoltà, ma “spia“ di come Mantova gli sia stata addosso e Verona abbia continuato, invece, ad affidarsi a lui nei momenti della verità. Guido è l’approdo sicuro. Il leader carismatico di una squadra di tanti leader. Un recupero, una difesa commovente su James (bomber di Mantova), una transizione fulminea, i punti messi fuori dalle leggi della fisica, hanno contraddistinto la prima del Mago. Tredici punti, di alta qualità, e sette rimbalzi di presenza. Più una gestione attenta, anche dalla panchina, dei momenti caldi della gara. Venticinque minuti di Rosselli ad alta tensione. Quello che serve per questa Tezenis. OROLOGERIA. Si è preso tiri responsabili. Si è preso tiri pesanti. Non importa abbia trovato la sua reale dimensione da protagonista al crepuscolo della partita: Phil Greene non ha deluso le attese. Date la palla a lui, e sarà un successo. L’americano ha lasciato il segno nel break dell’ultimo quarto che ha “spaccato“ il match. Quasi perfetto dalla media (5/6), alla ricerca del ritmo (2/6) dalla distanza. Ma i diciannove punti finali sono estrema sintesi del suo stato d’essere: Greene c’è quando deve esserci. Come Bobby Jones, il più impiegato (36’ in campo) della gara. Con “doppia doppia“ a corredo: quattordici rimbalzi e dieci punti. LE PAROLE DI DIANA. «Ottantadue punti incassati in casa sono troppi. Da lì dobbiamo ripartire». Coach Andrea Diana carica Verona ma va a cercarsi i nei. «Tolta la ruggine iniziale, abbiamo saputo reagire di squadra. Il basket è ritmo. E il ritmo va trovato giocando. Eravamo fermi da nove mesi. Naturale avere bisogno di tempo per ritrovarsi. Ma la risposta dei ragazzi è stata all’altezza delle aspettative. Abbiamo portato cinque giocatori in doppia cifra. Segnale di un gruppo che va a colpire dove c’è la possibilità di colpire, muovendo la palla, giocando insieme. La capacità di reggere le situazioni e di andare a colpire la difesa avversaria ha dimostrato che abbiamo avuto il giusto cinismo. Siamo andati a colpire dove c’era il vantaggio. Siamo arrivati pronti. Di sicuro, non possiamo essere ambiziosi se non abbiamo una squadra che gioca insieme». •

Simone Antolini

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