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Il Severini ritrovato fa sorridere Diana. Jones quasi leader

Bobby Jones si...nasconde dietro la palla FOTOEXPRESS ZATTARIN
Bobby Jones si...nasconde dietro la palla FOTOEXPRESS ZATTARIN
Bobby Jones si...nasconde dietro la palla FOTOEXPRESS ZATTARIN
Bobby Jones si...nasconde dietro la palla FOTOEXPRESS ZATTARIN

Appunti di viaggio, di ritorno dal Piemonte con la Tezenis. Torino è di altro pianeta: muscoli, verticalità, talento diffuso, panchina profonda. La Tezenis sempre in rincorsa, è andata sotto, ha provato a riprenderla, ha abusato del tiro da tre, ha proposto reinterpretazione difensive, pagando conto salato al rimbalzo e negli uno contro uno. Per battere i piemontesi sarebbe servita la gara perfetta. E magari anche una condotta arbitrale più attenta. Ma così va. E non ci sono drammi da fare. Coach Diana è convinto che «questa squadra è diversa da quella del 2020». Pare avere trovato più fiducia, maggiore condivisione, più sicurezze. Il tempo dirà. E già la partita di domenica contro lo Staff Mantova, potrà aggiungere particolari sulla truppa gialloblù, che deve ancora fare a meno di Rosselli (e non è poca cosa), e deve aspettare il miglior Pini (alla ricerca della forma migliore). Restano le note liete. Su tutti: il ritrovato Giovanni Severini. Finalmente in ritmo, finalmente arma letale, finalmente “on fire“, dopo lunga attesa e dopo una ripartenza non certo facile. L’ala gialloblù è tornato ad essere terminale efficace al quale affidare le più pungenti aspirazioni offensive. Capace a Torino di infiammarsi con due triple all’alba della partita. Scaltro nelle uscite dal blocchi, nel trovare traiettorie (e timing) di tiro pulite. Responsabilizzato, quanto basta, per andare a prendersi, insieme a Greene, i tiri più pesanti della partita. Coinvolto, finalmente, fino in fondo. Giovanni produce anche difese di livello, gestendo al meglio le energie, e lavorando molto sui dettagli proposti dal piano gara. A Torino ha chiuso 6/11 (4/8 da tre) dal campo. Con alcuni (buoni) tiri presi anche nel momento in cui era necessario forzare la partita. E quindi, con addosso una comprensibile frenesia. A corredo anche cinque rimbalzi difensivi che certificano la bontà della sua presenza sotto canestro. Non solo Severini, però. Bobby Jones, infatti, studia da (quasi) leader. In passato ha rischiato più volte di uscire dalla partita spinto da una rabbia agonistica non sempre controllabile. Negli ultimi tempi, invece, Bobby pare avere acquisito una calma (apparente) zen. A Torino ha fatto il suo. Diciassette punti costruiti con fatica. L’arte della guerra esplosa nei contatti e nei duelli ravvicinati. Qualche difesa rivedibile, certo. Ma sotto non era facile contenere l’ardore di uno come Diop, ragazzotto dal fisico superbo e dalla verticalità devastante. Bobby ha sfiorato la doppia doppia. Fermandosi a nove rimbalzi. Accettando duelli rusticani, facendo, anche innervosire avversari caricati a mille. Efficace dalla distanza (50 per cento dal campo nel 3/6 a referto), meno lucido da dentro (2/5) dove spesso l’energia di Torino lo ha raffreddato. Pur sempre indispensabile nella sofferenza di una gara sempre in rincorsa. Quattro assist e tre recuperi gli regalano nobiltà. •

Simone Antolini

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