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Cappelletti e Anderson tra gli studenti a parlare di etica dello sport e fair play

L'incontro sull'etica dello sport al Liceo Copernico Pasoli (Perlini)
L'incontro sull'etica dello sport al Liceo Copernico Pasoli (Perlini)
L'incontro sull'etica dello sport al Liceo Copernico Pasoli (Perlini)
L'incontro sull'etica dello sport al Liceo Copernico Pasoli (Perlini)

Alessandro Cappelletti e Karvel Anderson, professori al Liceo Copernico-Pasoli, discutendo sul tema Etica dello sport e valore del fair play in campo, fra 400 studenti in presenza e 1500 collegati via streaming. Un appuntamento che rientra nel progetto di Rete “Scuola e Territorio: Educare Insieme”; un momento di formazione in ambito di Educazione civica nell’etica dello sport e valore del fair play in campo, in parte in lingua inglese.

A presentare agli studenti i due giocatori-professori la dirigente dell’istituto Copernico-Pasoli Sara Agostini insieme alle professoresse Galletta e Bedin. «È fondamentale parlare si sport, che ci insegna ad essere determinati nel raggiungere gli obiettivi, a non mollare, mentre il fair play ci indica come vincere, e lottare contro gli inganni e imbroglio, le astuzie che si vedono in campo e in pista», è la voce delle insegnanti. Il fair play di Anderson e Cappelletti lo racconta il gm Alessandro Frosini. «Karvel è un ragazzo fantastico, per noi è stata una presa incredibile per come si è rivelato come giocatore e come persona. Alessandro è la mente della squadra, impone il ritmo e controlla il campo, e ha alle spalle una storia con tanti infortuni che gli hanno ostacolato la crescita, ma abbiamo deciso di scommettere su di lui in A1 dove in passato ha giocato a sprazzi, e sta ripagando la scommessa».

«Per me il basket è lo sport più bello, ha influenzato la mia vita, lo mettevo sullo stesso piano della scuola - racconta Cappelletti ai ragazzi - Mi reputo fortunato di aver fatto della mia passione un lavoro. E voglio dire due parole su Karvel: credo di aver trovato al mio fianco un ragazzo americano che tiene particolarmente alla realtà italiana e alle emozioni che il pubblico gli riesce a trasmettere. Se ho mai pensato di mollare? Al terzo infortunio ho pensato che questo non dovesse essere il mio mondo, ma poi ho riflettuto su un messaggio di Michael Jordan che diceva che agli ostacoli dovevamo decidere se sbatterci contro o superarli, e grazie alla mia famiglia sono ripartito e ora sono contento degli mio percorso. Il fair play? In campo tutti diamo il massimo ma finito di giocare non siamo più avversari; l’allenatore è fondamentale per inculcare fra i giocatori il rispetto».

All’appuntamento ha portato la propria testimonianza anche il sindaco Damiano Tommasi: «In campo ci sono persone che vivono con i proprio sentimenti. Quando ero presidente del sindacato dei giocatori un ragazzo straniero molto forte mi chiese: perché non possiamo mai dirci tristi? Dai calciatori ci si aspetta qualcosa di più, è vero che i personaggi pubblici diventano spesso degli idoli per i ragazzi, ma allontanarsi da amici e famiglia sono decisioni importanti».

Non scuola o sport, ma studiare e allenarsi insieme, perché «chi lo sport aiuta ad andare bene a scuola. Un professionista ha tanto da raccontare ai giovani, ma ricordate che ognuno deve fare la propria strada. Per essere un professionista occorre il talento, le qualità atletiche, ma bisogna ogni giorno mettere dentro qualcosa alla nostra vita».

Anna Perlini

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