Bravi in campo, decisivi a Treviso, promossi nella recita di Santa Lucia. Karvel Anderson e Taylor Smith si prestano a replicare, tentando di seguire la cadenza dialettale, la poesiola che i bambini veronesi imparano subito dopo essersi messi in piedi.
Un po' di fatica all'inizio, poi compreso il significato della poesia i due giocatori di Ramagli (17.3 la media punti di Anderson e 11,7 di Smith con 7.9 rimbalzi) hanno preso ritmo, un po' come la partita di domenica a Treviso contro la Nutribullet (77-79), scontro diretto vinto dai gialloblù che hanno lasciato all'ultimo posto la squadra della Marca con Reggio Emilia.
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La leggenda di Santa Lucia (dal sito del Comune di Verona) - Racconta che nel XIII secondo era scoppiata una terribile ed incurabile epidemia di “male agli occhi” che colpiva soprattutto i bambini: la popolazione decise allora di chiedere la grazia a S. Lucia, con un pellegrinaggio alla chiesa di S. Agnese. Per convincere i piccoli ad affrontare il freddo i genitori promisero che, se avessero ubbidito, la Santa avrebbe fatto trovare, al loro ritorno, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, tanti doni. L'uso di portare i bambini nella chiesa di sant’Agnese (demolita nel 1837) in piazza Bra determinò la presenza in piazza di venditori di dolciumi e balocchi, per cui “i banchetti di santa Lussia” divennero una presenza tradizionale.