<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'intervista a Michele Cossato

«Reggio? Che botte al 91'

SuperMike stacca tra due difensori della Reggina:  palla in rete e Verona salvo FOTOEXPRESS
SuperMike stacca tra due difensori della Reggina: palla in rete e Verona salvo FOTOEXPRESS
SuperMike stacca tra due difensori della Reggina:  palla in rete e Verona salvo FOTOEXPRESS
SuperMike stacca tra due difensori della Reggina: palla in rete e Verona salvo FOTOEXPRESS

«Forse lo ha voluto il cielo»: undici anni dopo Michele Cossato rivive Reggio. La salvezza, la gioia, la paura. Michele divenne SuperMike e in questi anni è stato celebrato più volte. «I veronesi non dimenticano. Giorni fa ero al Mc Donald's con mia figlia e alcuni ragazzi mi hanno chiesto l'autografo chiedendomi di tornare con l'Hellas laggiù. Fa piacere, vuol dire che sono entrato nella storia del Verona. E nessuno mai potrà cancellare questo ricordo». E qui ci siamo. Ma il punto è un altro: il Verona torna a giocare al «Granillo» dopo una vita. Partita attesissima. La più attesa da parte dei tifosi reggini secondo un sondaggio indetto ad inizio anno. Per la squadra di Mandorlini vale molto in chiave salvezza. «Ma anche per me vale tantissimo», confessa Cossato. «E lo dico da tifoso. A differenza del mio Verona, la squadra di Mandorlini dovrà cercare di vincere. E noi era... bastata una sconfitta di misura. Stavolta è diverso. Le quattro che vogliono la A diretta sono ancora in gruppo. Ma non puoi sbagliare un colpo. A Reggio è pur sempre una finale. Spero lo vivano come il nostro spareggio». Ci tolga una curiosità, ma la maglia che indossava quel giorno che fine ha fatto? «Ecco, questo è il mio cruccio. È sparita. Me la sono tolta nello spogliatoio e non l'ho più ritrovata. Mi permetto di fare un appello undici anni dopo: se qualcuno ne è entrato in possesso lo invito a restituirmela e io provvederò a metterla all'asta per beneficenza. Probabilmente non accadrà». Del gol abbiamo parlato più volte. Poi al fischio finale che cosa è successo? «Avevo paura. Il mio gol li stava facendo retrocedere. A pochi istanti dalla fine mi sono piazzato davanti all'ingresso degli spogliatoi. Quando l'arbitro ha fischiato mi ci sono infilato dentro. Pareva di essere in disco la domenica sera. Una muraglia umana... Ho preso di tutto. Calci e pugni. Ma non ho mai risposto. Non sentivo male. Avevo in corpo troppa adrenalina. E poi sapete come è andata: chiusi nello spogliatoio fino a quando è passata la buriana. E a Verona è stata festa grande». Lei ha segnato uno dei gol più importanti della storia del Verona. Dov'era quando Preben Elkjaer ha regalato lo scudetto a Bergamo? «Ponte Crencano, il campetto sotto casa con gli amici. Ad ascoltare la radio e tifare Hellas». E quando Zetulayev ha scongiurato la retrocessione in C2 segnando a pochi istanti dalla fine contro la Pro Patria? «In piazza Erbe con tanti veronesi. A fare festa». Hit parade del gol. Scelga i primi tre della sua carriera. Il primo sappiamo già qual è? «Bene, il secondo l'ho messo a segno su rigore quando ero a Venezia contro l'Andria. Abbiamo pareggiato 1-1 e quella rete è valsa il ritorno in serie A. Il terzo? La doppietta contro il Vicenza nel derby. La società mi aveva accantonato. Malesani, incurante delle scelte del club, mi ha detto: vai e gioca il tuo derby. L'ho fatto a modo mio». Ma è vero che il gol segnato a Reggio l'aveva sognato il giorno prima? «La storia è diversa. Prima di entrare in campo per il secondo tempo sono uscito dallo spogliatoio e ho detto: ci salviamo, state tranquilli. Il pensiero mi è uscito così. Incontrollato. E poi ricordo in campo Camoranesi che continuava a dirmi: ma allora 'sto gol quando lo fai? E io gli rispondevo: stai calmo, è ancora presto. Poi è arrivato». Il nuovo Cossato di Reggio? «Vorrei fosse un veronese come me. Ma visto che oggi non è possibile dico Ferrari. Lo sento molto vicino al mio modo di pensare il calcio. Difende palla, fa salire la squadra. E se deve arrivare un gol decisivo spero sia suo». Cartoline? «Mando un grosso abbraccio a Martinelli. Sta facendo cose eccezionali per il Verona. Merita tutto il bene possibile. E poi spendo due parole pure per Mandorlini: il suo è un Hellas da battaglia». Immagini di essere in campo adesso pochi istanti prima della partita. «Elettricità. Sono arrabbiati i reggini. Li abbiamo mandati in B e poi non hanno più avuto la chanche di rifarsi. Ora, dopo tanto tempo, vedono la possibilità di riprendersi quello che gli è stato tolto. In parte». Cossato come convive con SuperMike? «È stato un dono del cielo. Qualcuno ha guardato da lassù e ha scelto per me: ero veronese, amavo l'Hellas, si doveva scrivere la storia. E sono stato scelto io».

Suggerimenti