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Meno «big» e più equilibrio Nibali, occhio a Kelderman

Vincenzo Nibali, tra i grandi favoriti alla vittoria del Giro 2020
Vincenzo Nibali, tra i grandi favoriti alla vittoria del Giro 2020
Vincenzo Nibali, tra i grandi favoriti alla vittoria del Giro 2020
Vincenzo Nibali, tra i grandi favoriti alla vittoria del Giro 2020

La caduta e il ritiro del favorito numero uno della vigilia, Geraint Thomas, l’uscita di scena di Simon Yates, altro candidato alla vittoria finale, causa positività al Covid, le imprese di Filippo Ganna nella crono d’apertura e con l’esaltante cavalcata nel freddo della tappa sulla Sila. E poi la tripletta del francese Arnaud Demare, dominatore nei tre arrivi in volata, le vittorie di Ulissi, Caicedo, Dowsett e Guerreiro, la presenta di un ventiduenne, Almeida, all’esordio nella “corsa rosa” da sette giorni leader della classifica: tutte situazioni che sintetizzano la prima settimana di un Giro che si annuncia quanto mai equilibrato per la vittoria finale e che vive nell’incertezza di completare il programma per il maltempo che si annuncia nella terza settimana, sinora confortato dal fatto che la “bolla” anti Covid regge. È un Giro di livello tecnico inferiore ai precedenti, causa calendario (tutto a favore del Tour) e i ritiri di due atleti annunciati come protagonisti alla vigilia (senza dimenticare quelli di Lopez e Vlasov), ma comunque vivace, ben disegnato, incerto. GELO A ROCCARASO. È stata inferiore alle attese, quello sì, la tappa conclusa a oltre 1600 metri, dopo quattromila metri di dislivello, sul traguardo di Roccaraso Aremogna, corsa a temperature invernali, tra pioggia e nebbia. «Una tappa strana», ha commentato Nibali, che ammette tra l’altro «l’errore di essermi tolto la mantellina, finendo con il congelarmi così tanto che non riuscivo ad alzarmi dai pedali». Così a goderne sono stati, soprattutto, l’olandese Kelderman e il danese Fuglsang, che gli hanno rifilato 14”, confermando ambizioni e la prospettiva di essere i più quotati avversari dello Squalo per il successo finale che, a Aremogna, ha trovato «un arrivo un po’ troppo esplosivo dove ho pagato qualcosa nei confronti di chi è più scattante». I DUE LITIGANTI. Nel confronto tra Nibali e Fuglsang vanno meditate le parole di Giuseppe Martinelli, già direttore sportivo di Vincenzo, ora di Jakob all’Astana: «Non vorrei che tra i due litiganti vincesse un altro...». Cioè Kelderman, che ha il sostegno della squadra maggiormente presente, a suo sostegno, sui 9 chilometri di salita finale verso Aremogna. Nibali, comunque, non vorrà ricadere in quanto visto al Giro dell’anno scorso quando i due litiganti sembravano essere lui e Roglic e poi vinse Carapaz. La seconda settimana di Giro, che si apre oggi con la Lanciano-Tortoreto - che presenta solo 1200 metri di dislivello ma un circuito finale con muri (sull’ultimo si scollina a 10 chilometri dal traguardo) che sembrano togliere di mezzo i velocisti e favorire gli attaccanti, seguita domani da una dura tappa sul percorso della Novi Colli (conclusione a Cesenatico) - ha nella cronometro del Prosecco da Conegliano a Valdobbiadene di sabato prossimo una tappa verità perché i 31 chilometri di percorso, non tutti pianeggianti incideranno molto sulla classifica. DOMENICA A PIANCAVALLO. E, almeno in teoria, dovrebbero beneficiarne, nei confronti di Kelderman e Fuglsang, proprio Nibali e Almeida, una maglia rosa che trova sempre maggiore convinzione, fiducia e forza, da verificare peraltro domenica sul prossimo traguardo in quota, a Piancavallo. •

Renzo Puliero

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